Capitolo 24

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Decidiamo di aprire la busta durante la nostra colazione da Bob. Le ragazze sono appena scese, uscite per mano da quel palazzo che una volta era anche il mio, e nel chiacchiericcio generale, prendiamo insieme la strada verso il bar.

Il via vai di gente si fa sempre più ritmato, e con una certa calma, dopo una decina di minuti passati ad ascoltare le battute di Pede e gli ammonimenti di Carlotta, sotto lo scrupoloso silenzio di Ryan, arriviamo davanti al nostro piccolo bar.

Vecchi amici di Ryan fumano sotto il sole, a bordo del canale, appoggiati al basso muricciolo in cemento. Lui li saluta con una pacca veloce sulle spalle, e io ricambio il loro cenno del capo con il solito sorriso imbarazzato. Poi, Ryan intreccia la sua mano alla mia, ed entriamo.

Le ragazze scivolano sulla solita poltroncina rossa, salutando Mate da lontano, e noi ci sediamo davanti a loro.

- Che avete lì? - chiede poi Pede, curiosa, indicando la busta gialla.

- Non lo so, in realtà - ammette Ryan, rigirandosi la busta tra le mani.

- Vuoi aprirla? - chiedo, con un tono quasi di spinta.

Lui fa spallucce, e mentre ordiniamo apre la busta. Tira fuori delle foto laccate, ben più grandi del formato normale. Le osserva quasi raggelato.

Io lo sono di più, quando ne prendo una in mano.

Sono io, in libreria. Con Elia appoggiato al bancone.

- Che diavolo... - mormoro, prendendone subito altre. Le varie foto, saranno sei, sette, fanno presto il giro del tavolo, lasciando senza parole persino Pede. Carlotta è la prima a rompere il silenzio:

- Che significa 'sta roba? - cerca di sbuffare una risata, per alleggerire l'atmosfera.

- Che cazzo, Ryan? - esplodo io, strappandogli di mano la foto di me ed Elia dietro al bancone della libreria, particolarmente vicini.

Ricordo il momento in cui mi ha sfiorato la mano per minuti infiniti sotto a quel bancone. Il mio viso si incendia, il mio cuore batte troppo forte dall'ansia.

- Pff - Ryan sbatte malamente le foto sul tavolo, pietrificando le ragazze.

- Già ho faticato a mandare giù la storia delle foto di Sharon su WhatsApp, ma addirittura questo? Stampare 'ste foto? Che cazzo, Ryan? - esclamo ancora, non controllando il tremore agitato della mia voce.

- Sharon ha fatto cosa? - chiede Carlotta, confusa.

- Poi ti dico - le mormora Alice, cercando i miei occhi per calmarmi. Mi sudano le mani.

Ryan riprende la busta, si sofferma a leggere il suo nome scritto in grande, il viso tirato, la freddezza in ogni parte di lui.

- Non credo sia stata lei - dice poi, il tono seccato.

Si muove nervoso sulla poltroncina, passandosi una mano sul viso.

- Scusa, ma dopo che ti ha mandato foto di me sulla vostra dolce chat WhatsApp stento a crederci, che non sia stata lei - rispondo senza esitazione.

Mi mostra il nome scritto sulla busta.

- Non è la sua scrittura - dice allora.

- In più abbiamo discusso, quel giorno. Le ho detto che non si doveva permettere di fare cazzate del genere - aggiunge, cogliendomi di sorpresa.

- Oh - sussurro.

- Sei sicuro che non sia stata lei? - chiede Pede, minacciosa.

- Sarà stata anche stronza, ma non credo proprio arrivi a fare queste cose - dice, spargendo ancora le foto davanti a noi.

SOTTO LE PERSONE - In ProfonditàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora