Capitolo 27

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- Ah, ecco perché mi hai portato qui, allora - sussurra dolcemente Elia, rimanendo a qualche centimetro da me. Il mio accorciare le distanze tra noi gli ha regalato un sorriso vittorioso sulle labbra rosate. È rimasto immobile al suo posto, osservando con curiosità e interesse i miei movimenti insicuri per avvicinarmi a lui.

La sua affermazione, comunque, mi riporta per qualche istante alla realtà. Troppo sopraffatta dalle mie stesse emozioni, però, mi limito ad inclinare un poco la testa, in attesa di una sua spiegazione. I suoi occhi brillano, il verde delle sue iridi incupito dalla luce soffusa del sottotetto.

- Se volevi baciarmi potevamo salire da me, senza nasconderci in questo buco - continua, e il suo tono sicuro mi fa vacillare, la sua fermezza e schiettezza, invece di darmi qualche campanello d'allarme e farmi correre il più lontano possibile, rischiano di attirarmi ancora di più nella sua trappola; che poi tanto sua non è, dato che ci ho trascinati qui io stessa.

Mi costringo a respirare, ho il fiato corto dall'attrazione palpabile che ci lega.

Arretro di un passo, obbligandomi a comportarmi da adulta. Mi sento in balia dei miei ormoni, e direi che non me lo posso proprio permettere.

- Non ti voglio baciare - affermo, con la voce quasi tremante. Probabilmente, il mio fissare le sue labbra mentre lo dico mi rende gran poco credibile.

- Mh. Sì, certo... - mi risponde, ironico, il sorriso che si allarga ancora di più sul suo volto triangolare. La barba è appena cresciuta sulla sua mascella, ricoprendolo di quella maturità affascinante che solo i ragazzi della sua età possono avere. Sul suo profilo Facebook ho sbirciato la sua data di nascita: 7 aprile 1996. Un anno in meno di Ryan, tre anni in più di me.

Mi schiarisco la voce. Stringo i pugni, per riprendere un briciolo di controllo sulla mia emotività.

- C'è qualcuno che mi segue - dico seria. L'espressione di Elia cambia subito, anche se lo vedo rimanere dubbioso.

- Che significa?

- Qualcuno mi segue. Mi scatta foto. Anzi, ci scatta foto. A me e a te, finché siamo insieme. Poi ce le fa recapitare a casa, dentro a delle buste gialle da posta, con il nome di Ryan scritto sopra.

- Cos... - mormora, prima che io prosegua.

- Per questo ero turbata dal bigliettino che mi hai dato. Non ho nessun appuntamento al buio. La scrittura è la stessa delle buste... - spiego, tirando fuori il cellulare.

Gli mostro le buste che ho fotografato con il telefono, le foto di noi insieme, le foto di me sola.

- Cristo - dice Elia, passandosi una mano sul viso.

- Ma chi cazzo è 'sto maniaco? - mi chiede, turbato quanto me.

- Non lo so. Dubito ancora che possa essere Sharon, in realtà.

- Sharon è la tizia che sta in appartamento con Alice e Carlotta, giusto? L'amica del tuo ragazzo? -.

Lo squadro male per l'ultima domanda.

- Sì, - rispondo poi, consapevole che la mia gelosia, per quanto possa essere fondata, è estremamente fuori luogo - lei aveva mandato a Ryan delle foto di me e te al bar, la seconda volta che ci siamo visti in libreria. Gliele aveva mandate su WhatsApp, Ryan ha fatto l'errore di mostrarmele direttamente dalla chat, mentre litigavamo. Così ho pure potuto vedere tutti i cuoricini che si mandano... - la voce mi muore in gola.

Mi siedo alla mia solita postazione, vicino al muro, sentendomi finalmente un po' più al sicuro nella mia piccola tana. Elia sposta un'altra sedia al mio fianco, e prende posto mentre parla:

SOTTO LE PERSONE - In ProfonditàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora