Capitolo 2: Numero nove, porta gialla

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È solo quando entra in macchina e inizia a guidare che Harry realizza di non avere idea di dove sia diretto. Non è mai stato nella nuova casa di Louis. Perché avrebbe dovuto? Sarebbe stato troppo doloroso, e poi è passato tanto tempo, le loro vite sono andate in due direzioni completamente diverse e qualcosa di così normale come conoscere gli indirizzi l’uno dell’altro è diventato superfluo.

Ha tre possibilità aperte. Potrebbe contattare direttamente Louis per sapere l’indirizzo, o un loro amico in comune, o il team dei One Direction. Decide di contattare quest’ultimo perché è quello a cui dovrà dare meno spiegazioni.

Nel tempo che impiegano per inviargli l’indirizzo, le sue menzioni online si moltiplicano. Ci sono alcuni messaggi privati da parte dei suoi amici e della sua famiglia, gli chiedono come sta, se lui e Louis sono tornati insieme. Per un attimo considera l’opzione di chiamare Sarah e Mitch, affinchè lo convincano a desistere dall’idea di vedere Louis. Ma il loro messaggi sono confusi tanto quanto quelli di tutti gli altri. C’è un’intera cerchia di persone, che ormai considera amici di una vita, che non hanno neanche idea del fatto che lui e Louis si frequentassero. Dio Santo. Che disastro.

Il resto del mondo fuori dalla bolla che si è creata intorno a Harry ha cominciato a realizzare ciò che quel video significa veramente – la sua gravità – e sta circolando selvaggiamente nel web. Ha un’infinità di post Instagram e tweet dove è taggato. Riesce a intravedere un’infinità di emojis a forma di cuore verdi e blu illuminare lo schermo del suo telefono. Lo fanno rabbrividire, fisicamente rabbrividire, quindi decidere di silenziare completamente le notifiche.

Durante il periodo in cui Harry e Louis si erano appena lasciati, Harry aveva preso le distanze dai social media. Gli ricordavano troppo quel che aveva avuto con Louis; dall’imbarazzante flirt tra di loro su Twitter, alle immagini subliminali sul suo feed di Instagram. Quando fecero un intero profilo solo per il negozio di Build a Bear*, Harry aveva cominciato a pensare che le cose gli stavano sfuggendo di mano. Ma in quel momento sembrava la cosa giusta da fare, un modo per parlare con sincerità alle loro fan senza esporsi direttamente. Ma poi divenne solamente un ricordo doloroso di tutto ciò che Harry aveva perso, un mezzo per mettere su un malsano meccanismo di difesa.

Ha capito che la sua felicità dipendeva troppo da quello che gli altri pensavano di lui, questa cosa doveva cambiare. Era solo un rumore di sottofondo, Louis glielo diceva sempre nel passato, e senza le sue rassicurazioni, Harry aveva dovuto affrontare il tutto da solo.

Adesso, a parte controllare la reazione delle fan ai suoi nuovi progetti, Harry ha un assistente che posta le immagini promozionali a suo nome. Alcune volte tweeta strane cose, ma il più delle volte queste cose fanno nascere dei sospetti, che lo portano ad essere triste, e lui è una persona migliore. O almeno, gli piace pensare questo. 

Gli viene in mente, mentre arriva in una zona residenziale di classe, ma modesta, a Hackney (nella parte opposta di Londra rispetto a dove vivevano come coppia. Harry ci ha fatto caso), che Louis potrebbe non essere a casa. O peggio, potrebbe avere compagnia.

“Cazzo,” borbotta Harry tra sé, le mani aggrappate al volante come se ne dipendesse la sua vita. Improvvisamente, si rende conto di quanto sia stata istintiva la sua decisione. Non vede Louis da anni. Non hanno neanche mai parlato. E adesso si presenterà alla sua porta nel bel mezzo della notte, senza avvertire.
 
Harry è fermo nella sua macchina, il motore accesso, praticamente incitando sé stesso: fallo, fallo, fallo. 
 
Può ancora fare marcia indietro. Louis non verrebbe mai a conoscenza del fatto che Harry è arrivato fin lì. Ma questo non impedirebbe l’arrivo del giorno seguente, che comunque si porterà dietro un mare di merda.

No, deve farlo.

Harry spegne la macchina, conta fino a dieci e poi esce dall’abitacolo e si dirige verso la porta d’ingresso gialla. Prende un respiro profondo e preme il campanello, fissando la targhetta di rame con il numero nove all’altezza dei suoi occhi. Sente il rumore del campanello rimbombare tra le pareti dell’ingresso, che provoca diversi abbai da parte dei cani di Louis. 

You've Got My Devotion (Hate You Sometimes) - Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora