- Capitolo ventitrè -

3.3K 193 37
                                    

Harry's POV

 - Harry! – mi chiamò Lucy correndomi incontro. – L’operazione è finita! Lo stanno portando in rianimazione, è andato tutto bene. – mi disse emozionata, una volta raggiuntomi. 

- Davvero? – balbettai con gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime. Per un momento tutto si fermò. Non riuscivo più a pensare a niente. In testa vedevo solo i ricordi di quando Louis non riuisciva nemmeno ad alzarsi dal letto, perchè troppo debole e dolorante. Sarebbe davvero stato bene? Avremmo davvero avuto il nostro lieto fine? 

- No, dai. Harry, non piangere. Ha un cuore, starà bene. – mi disse Lucy dolcemente per rassicurarmi, appoggiando una mano sulla mia spalla. In quel momento mi accorsi che le mie guance erano bagnate dalle lacrime. La ringraziai con un piccolo sorriso tirato, prima di tirare su con il naso e asciugarmi con il polsino della felpa. - Può entrare una persona sola, però, perchè almeno fino a domani sera dovrà rimanere in rianimazione, per essere sicuri che l’anestesia non gli abbia dato fastidio e per assicurarci che stia bene. Si dovrebbe svegliare in meno di un’ora. – annunciò Lucy, rivolgendosi a me, Niall, Liam e Zayn. Eravamo al centro della sala d’attesa, tutti in piedi, ansiosi di vedere Louis. Alcune persone attorno a noi ci lanciavano delle occhiate, ascoltando la nostra conversazione, non potendo fare altro, mentre aspettavano i loro cari uscire dalle sale operatorie. 

- Vai tu Harry, noi gli veniamo a fare visita più tardi. – mi incoraggiò Liam. Lo guardai, continuando a piangere silenziosamente. 

- Posso? – mormorai mordendomi il labbro inferiore e lanciando uno sguardo verso Zayn. Lo vidì annuire convinto e accennare un sorriso. La sua prima manifestazione pacifica verso di me, probabilmente. 

- Vieni. – sussurrò Lucy prendendomi la mano e iniziando a trascinarmi lungo il corridoio, verso il reparto di rianimazione.

 Il cuore mi batteva forte mentre le nostre scarpe stridevano sul pavimento pulito dell’ospedale, le gambe erano debole sotto di me. Non mi ero mai sentito così ansioso, se non quella sera in cui io e mia mamma aspettavamo notizie su Gemma.

 Ci fermammo davanti alla porta del reparto. Mi si bloccò il respiro in gola e iniziai a mordermi nervosamente il labbro inferiore fissando la porta davanti a me.

 - Rilassati, Harry. – mi sorrise dolcemente. Poi spinse la maniglia della porta subito venni accolto dal familiare odore di disinfettante. Camminammo lungo il reparto, finchè non vidi il mio Louis, attraverso le vetrate che dividevano ogni letto, steso inerte, collegato a una serie di macchine.

 Tutto ciò mi era familiare. Per un chirurgo come me, era normale passare il tempo del reparto rianimazione e vedere il travaglio dei pazienti, ma vedere il proprio ragazzo essere uno di loro, faceva venir voglia di vomitare.

 - Non hai il raffreddore, vero? – chiese Lucy come procedura, arrivati davanti alla porta della sottospecie di camera di Louis. Scossi la testa e, senza nemmeno guardarla, entrai e mi avvicinai subito al castano. Lucy, intuendo il mio bisogno di privacy (che comunque ne avrei avuta poca grazie a quelle vetrate che servivano per tenere d’occhio i pazienti), si era allontanata.

 Presi la sedia che era sistemata alla fine del letto e la misi accanto, poi mi ci sedetti. Presi lentamente la mano di Louis, evitando dove la flebo entrava nella sua vena, e me la portai piano alla bocca, lasciandoci dopo un bacio leggero. Iniziai a osservare i suoi lineamente delicati e femminili, le ciglia erano lunghe e apoggiate come farfalle sui suoi zigomi. Quelli zigomi che erano molto pronunciati quando sorrideva. Quanto mi mancava vederlo sorridere.

 Sospirai e appoggiai la testa su una parte totalmente libera da fili e tubi del materasso, proprio accanto alla sua spalla, ma mi guardai bene dal toccarlo, non volendogli fare male.

Hold You - ((Larry Stylinson AU))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora