- Capitolo trentacinque -

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Harry's POV


- Harreh. - sentii Louis chiamarmi flebilmente dalla camera. - Non mi sento bene. - . Mi allarmai e corsi subito da lui, con lo straccio della cucina ancora in mano.

- Che succede, Lou? Ti fa male il petto? Dimmi che succede! - implorai avvicinandomi al letto dove il mio ragazzo era sdraiato. Ero letteralmente in panico. Cosa poteva andare storto?

- Dovresti vedere la tua faccia. - disse lui con un sorriso sulle labbra. Lo guardai confuso: non stava male?

- Che razza di scherzo è questo, Louis? - dissi duramente. - Mi fai venire un accidente, cazzo. Pensavo stessi veramente male. - . Aveva anche solo la minima idea di cosa si provava ad avere la paura costante che lui potesse stare male, che il cuore potesse cedere? No.

- Scusa, non volevo farti prendere paura. - disse piano, guardandomi. Mi sedetti sul bordo del letto e mi presi la testa dalle mani, cercando di far calmare il mio di battito cardiaco: avevo avuto davvero paura: tutto stava andando troppo bene perchè potesse succedere qualcosa di brutto. - Mi perdoni? - chiese, avvolgendo le sue braccia attorno alla mia pancia, da dietro, e posando il mento sulla mia spalla.

- Ho avuto paura. - dissi piano, con gli occhi chiusi. Presi un respiro e mi calmai. - Me la pagherai, lo sai? - . Mi voltai a guardarlo. Era bellissimo, con gli occhi blu che quel giorno sembravano ancora più grandi, la barba che era cresciuta leggermente e i capelli scompigliati. - Ti farò solletico quando meno te lo aspetti, stai attento. - gli intimai sorridendo. Ma vidi che lui non stava sorridendo e, invece, si mordeva il labbro inferiore, guardandomi profondamente negli occhi, come a cercare pace. - Che succede? - gli chiesi allora, facendomi serio. Lo presi in braccio a me e lo strinsi al mio petto. Era una cosa che lo faceva sempre calmare.

- Non credo di essere pronto a scontrarmi con mia madre. Vorrei non farlo, Harry. - sussurrò, stringendo la mia maglia in un pugno. Sospirai, volendo anche io che non avesse passato tutto ciò che aveva passato. Gli baciai il capo e gli accarezzai un fianco.

- Se non ci parli, non saprai mai cosa è successo, non saprai mai perchè non ti ha cercato in tutto questo tempo. Quando lo avrai scoperto, allora deciderai se darle un'altra opportunità o no. Farai ciò che è meglio per te. Ma stasera è necessario che vi parliate. - gli dissi sinceramente. Lui sbuffò e alzò gli occhi su di me.

- Odio quando hai ragione, dottor Styles. - . Mise su un broncio adorabile, allora lo presi in braccio e me lo caricai sulla spalla come un sacco di patate, ridendo. Lui si dimenava tra una risata e l'altra, e dava piccoli pugni contro la mia schiena, ma senza successo.

- Vieni a vedere cosa ho preparato. - lo invitai, senza molte possibilità di scelta, dato che eravamo già in cucina. Lui incrociò le braccia, con la testa sottosopra, cercando di nascondere un sorriso divertito.


- Non voglio vedere, sono arrabbiato. - disse lui sicuro. Lo feci sedere sul bancone della cucina e mi sistemai tra le sue gambe, avvicinandomi a lui.


- Scommettiamo che ti faccio passare l'arrabbiatura? - lo sfidai. Lui alzò un sopracciglio.


- Voglio proprio vederti. - -disse convinto di vincere. Mi avvicinai al suo orecchio.


- Sfida accettata. - sussurrai nel suo orecchio. Gli leccai appena dietro al lobo e lo sentii rabbrividire: troppo facile così. Ghignai e mi spinsi contro di lui, mettendo un braccio dietro il suo collo e l'altra l'appoggiai sul suo grembo. Era vestito con una semplice tuta, perciò anche quel piccolo gesto lo scombussolò. Mi fiondai sulle sue labbra voracemente, mordendo e succhiandogli il labbro inferiore per un po', prima di staccarmi a riprendere fiato. Lo studiai bene e notai le gote arrossate e il respiro corto, decisi allora di infilare la mano libera dentro i suoi pantaloni, ma sopra i suoi boxer, volevo stuzzicarlo ancora un po'. Quando iniziai a palparlo, lui, preso di sorpresa, si lasciò scappare un piccolo gemito.

Hold You - ((Larry Stylinson AU))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora