- Capitolo ventisei -

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Louis’ POV 

- Amore. – chiamò una voce, mentre tra i miei capelli sentivo una mano. – Amore, so che vuoi dormire, ma devi prendere le tue medicine. Dopo puoi tornare a dormire. - . Feci una smorfia quando la mano si spostò dai miei capelli per finire sulla mia spalla, scuotendomi leggermente. – Dai, svegliati. - . Sospirai, consapevole che non avrebbe smesso di disturbare il mio sonno. 

Quando aprii gli occhi lo vidi, in tutta la sua bellezza, guardarmi. Sulla sua faccia aveva un sorriso raggiante, ma gli occhi rossi e circondati da delle borse tremende, tradivano la sua stanchezza. Un po’ mi sentivo in colpa, perchè si preoccupava troppo per me, senza prendersi cura di se stesso. 

- Buongiorno. – mi salutò con un sorriso ancora più largo, prima di baciarmi la fronte. 

- Giorno. – ricambiai il saluto con voce roca e con un sorriso un po’ meno raggiante del suo.

 - Devi prendere quattro pillole, quindi mettiti seduto, così non ti sbrodoli con l’acqua. – mi istruì, con il suo modo di fare gentile e premuroso che semplicemente fa sentire speciale, importante. Perciò non obiettai e, con il suo aiuto, mi sistemai seduto con la schiena appoggiata ai cuscini. 

- Che ore sono? – gli chiesi sbadigliando, mentre lo osservavo sistemare le mie pillole sulla sua mano, per poi passarmele. 

- Sono le otto. - . Presi le pillole dalla sua mano, sfiorando volontariamente il suo palmo. Mi lanciò un sorriso affettuoso, facendomi arrossire, poi mi allungò una bottiglietta d’acqua. Misi le pillole sulla lingua, presi l’acqua e poi deglutii tutto. – Bravo, ora puoi dormire. – sorrise divertito, riprendendomi dalle mani l’acqua per appoggiarla sul mio comodino. 

- Ormai sono sveglio, tanto vale restare tale. – dissi scuotendo le spalle. Lui si sedette accanto a me e mi prese una mano tra le sue.

- Ti va di guardarci un film, aspettando il dottore e Lux? Ah, credo venga anche Niall oggi, mentre Liam e Zayn stamattina sono al lavoro, passano stasera. - . Annuii, appoggiando la testa sulla sua spalla mentre giocava con i miei polpastrelli. 

- Cosa vuoi vedere, allora? – gli chiesi mentre si infilava sotto le coperte accanto a me. Grazie al cielo gli ospedali hanno i letti larghi.

 - Per me è uguale, volevo però parlarti di una cosa prima. - . Lo guardai, vidi che si stava mordendo il labbro inferiore: era nervoso. Annuii incitandolo a continuare. – Sai, ieri, che sono venuti tutti, no? Volevo che fosse speciale, perciò avevo provato a mettermi in contatto con le tue sorelle. - . Il respiro mi si bloccò in gola, mentre lo fissavo. – So per certo che tua mamma e le tue sorelle sono tornate a vivere in Inghilterra, ma non so come rintracciarle. - . Mia mamma era tornata? Per quale motivo? 

- C-come hai fatto? – chiesi con le lacrime agli occhi.

 - Beh, ho chiesto per prima cosa il numero di telefono a Liam, tua mamma non lo ha cambiato, poichè squillava. Però non ha mai risposto, probabilmente perchè impegnata. Poi, parlando con i tuoi amici, è venuto fuori che lei è un’infermiera, perciò ho fatto una ricerca negli ospedali un po’ ovunque, che è molto facile, dato che siamo tutti schedati, noi dipendenti degli ospedali. Sono venuti fuori alcuni nomi, che provengono tutti dall’Inghilterra. - .

 Mi misi le mani davanti alla faccia e cominciai a piangere. Perchè, se davvero era tornata, non mi aveva cercato? Perchè mi aveva abbandonato?

 - No, ehi, amore, non piangere, va tutto bene. Vieni qua. – disse dolcemente, prendendomi tra le sue braccia. 

- Perchè non mi ha cercato, allora? - riuscii a dire tra un singhiozzo e l’altro, con la faccia schiacciata contro il suo petto. Mi strinse a lui, dondolando appena per calmarmi, mentre mi sussurrava all’orecchio cose dolci.

Hold You - ((Larry Stylinson AU))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora