Capitolo 25.

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Stamattina mi affliggono diverse domande, una fra le tante è perché mia sorella abbia chiesto conforto al mio migliore amico che conosce poco e niente e non a me, tenendo conto anche del fatto che stiamo attraversando lo stesso dolore.
Adam poi è stato fin troppo evasivo ieri sera quando ha lasciato Emma, ubriaca tra l'altro, a casa mia.

Mentre sono assorta dai miei pensieri, proprio Emma fa capolino in cucina. Ieri sera appunto l'ho lasciata dormire nella mia stanza, subito dopo ho avvisato Abby che era da me, non potevo certo farla tornare a casa in quelle condizioni.

"Buongiorno." - le dico, sono in imbarazzo, dopo tutto quello che è successo non so ancora come comportarmi con lei. Emma si limita a sorridermi.
"Cosa vuoi per colazione?! Ho preparato i pancakes, oppure se preferisci ci sono i cereali, oppure solo un succo non so..." - sto parlando a raffica mentre metto sul tavolo tutto l'occorrente per la colazione.
"Per prima cosa vorrei un' aspirina, mi sta scoppiando la testa." - si siede su una sedia e si tiene la testa con le mani che sono appoggiate sul tavolo.
"Giusto, un 'aspirina, hai ragione." - apro il mobiletto dei medicinali che abbiamo in cucina, le prendo la pillola e gliela passo con un bicchiere d'acqua. Mi siedo cautamente accanto ad Emma nel frattempo che lei prenda la pillola.
"E secondo, credo che dovremmo parlare..."- mi dice mentre appoggia il bicchiere ormai vuoto sul tavolo.

Veniamo interrotte dai miei fratelli.
"Buongiorno." - ci saluta Veronica, mentre quelle pesti dei miei fratellini più piccoli subito corrono ad abbracciare Emma, e quasi non la buttano giù dalla sedia.
"Mi siete mancati così tanto." - Emma stringe forte a sé Isacc ed Allison.
Ovviamente non poteva mancare il campanello, credo proprio che io ed Emma dovremmo rimandare la nostra chiacchierata.
Mi reco ad aprire la porta d'ingresso, è Aaron che senza neanche lasciarmi parlare entra come se questa fosse casa sua.
"Aaron!" - cerco di richiamarlo ma lui va spedito in cucina.
Quando il suo sguardo incrocia quello di Emma in cucina cala un silenzio imbarazzante.
"Credo proprio che dovrei andare." - ci dice Emma alzandosi e raccogliendo le poche cose che aveva con sé.
"Noo già devi andare via." - le dice Allison riattaccandosi a lei.
"Hey piccolina, non ti preoccupare tornerò a trovarvi."

"Emma resta, me ne vado io." - le dice Aaron, ma Emma ormai è già quasi fuori dalla porta.
"Nessuno va da nessuna parte, noi tre dovremmo parlare." - sono io a parlare questa volta.
"Certo adesso vuoi parlare. Non credi che sia un po ' troppo tardi per farlo?!" - mi chiedo sogghignando Emma.
"Bene ragazzi credo che sia arrivato il momento di prepararci per la scuola." - Austin in cucina prende Allison ed Isacc che continuano a lamentarsi di voler restare, e li accompagna al piano di sopra, meglio così possono evitare di sentire l'ennesima litigata in questa casa. Anche Veronica e Nathan li seguono.

"So che hai tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiata con noi ma non possiamo continuare così. Abbiamo finito tutti i modi possibili ed immaginabili per chiederti scusa." - le dico tutto d'un fiato.
"E allora smettetela di chiedermelo. Voi due mi avete mentito ed ingannata, io non riesco a dimenticare tutto quanto." - ci dice Emma incrociando le braccia al petto.
"Non ti stiamo chiedendo di dimenticare tutto, ti stiamo chiedendo solo di ricominciare da capo. Per favore Emma, sei mia sorella, non voglio non parlarti per il resto della nostra vita. " - quasi la imploro di fare pace.
"Ho bisogno di tempo." - ci dice lei mentre indietreggia ed esce dalla porta.
Io sto per seguirla ma Aaron mi ferma per un braccio.
"Lasciala andare, insistere non servirebbe a nulla." - mi dice ed io lo guardo in cagnesco, strano che adesso che Emma se ne sia andata apre bocca. Avrei preferito che parlasse anche lui per farla ragionare.

Dopo colazione i miei fratelli sono andati a scuola ed Aaron invece è rimasto qui a casa a darmi una mano a sparecchiare.
"Chloe mi dici perché sei arrabbiata con me?!" - mi chiede lui, è da quando se n'è andata Emma che non gli parlo.
"Avresti potuto dire qualcosa anche tu per farla restare." - gli dico appoggiandomi al ripiano della cucina.
"Conosco Emma praticamente da una vita e so che quando è arrabbiata bisogna lasciarle il tempo di sbollire la rabbia, parlarle non servirebbe a nulla." - mi dice lui tranquillamente come se la cosa gli importasse poco e niente.
"È solo che sembra che non ti dispiaccia neanche che Emma non ci parli più. "- gli dico abbassando lo sguardo.
"Certo che mi dispiace, prima di essere la mia ragazza Emma è stata sempre mia amica, abbiamo condiviso cose che non puoi neanche immaginare." - mi dice lui, anche se in parte lo sapevo già mi fa male sentire che lui e mia sorella hanno condiviso cose che io non potrò mai capire.
"Ma c'è una cosa che non mi dispiace però. - mi dice mentre si avvicina a me - Non mi dispiace di averti conosciuto, non mi dispiace di averti salvata quella sera a casa di Collins, non mi dispiace di averti perseguita al Diamond's, non mi dispiace di averti baciata più e più volte, non mi dispiace di averti fatta entrare nella mia vita, non mi dispiace di averti fatto conoscere parti di me che nessuno conosce. Ho preso tante decisioni sbagliate, e questa forse è stata la peggiore, ma non mi dispiace di essermi innamorato di te. Perché è così Chloe, io ti amo in un modo che non credevo neanche possibile e no non mi dispiace. "
"Io non..." - vorrei dirgli che anch'io lo amo, lo amo più di me stessa, addirittura più dei miei fratelli ma non ci riesco.
"Lo so che non sei pronta, ma non vado da nessuna parte me lo dirai quando sarà il tuo momento ." - lui mi fissa con quei suoi stramaledettissimi occhi verdi e come sempre ovviamente mi ha capita senza neanche il bisogno di parlare.
Mi appoggia delicatamente una mano sul collo mentre fa strusciare i nostri nasi, ma in questo momento ho bisogno di sentirlo mio più di qualsiasi altra cosa al mondo. Incollo le mie labbra alle sue, ci siamo baciati molte volte ma questa volta so che è diverso, lo sento. Lo tengo stretto a me con le mani dietro la sua schiena e mentre continuiamo a baciarci lo trascino sul divano. Lo faccio sedere e poi mi siedo a cavalcioni su di lui. Ci iniziamo a spogliare senza mai toglierci le mani da dosso, e stacchiamo le nostre bocche solo per riprendere fiato. Sono stata baciata, spogliata e toccata da tante mani ma mai nessuno mi ha mai dato così tanto amore. Perché lo sento, per la prima volta nella mia vita non mi sto limitando a fare del semplice e sporco sesso, ma sto facendo l'amore.

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