Capitolo 5.

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"La vita è come te la fai" mi sono sempre detta, e infatti la vita me la sono creata da sola. Sono cresciuta così, dando regole in casa, dando regole a chi doveva darle a me e sono cresciuta senza regole, cercando di capire perché a me sono dovuti capitare due genitori alcolizzati e drogati a cui non fregava di nessun'altro tranne che di loro stessi, perché a me e non a qualcun'altro. Forse è per colpa loro se  non sono mai stata brava nei rapporti sociali, e di solito non faccio entrare nessuno nella mia vita perché dico sempre le parole sbagliate al momento giusto o le parole giuste al momento sbagliato.
E a sol pensiero che per il semplice fatto di essere sbagliata,  forse ho perso il mio migliore amico, il mio unico amico, mi viene da prendermi a schiaffi. Devo risolvere questa situazione al più presto anche se per ora sono intrappolata da Pop's.

"Ondata di studenti universitari in arrivo. "- mi dice la mia collega Holly notando la solita massa di ragazzi che vengono a questo orario.
Sto per andare da loro, ma quando noto la fidanzata di Aaron mi blocco all'istante. Credo si chiami Emma ed è chiaro che mi odi per qualche motivo a me sconosciuto.
Mi nutro di tutto il mio coraggio e vado incontro a lei e alle sue amiche.
"Benvenute da Pop's, cosa vi porto?!"- Chiedo indossando uno dei miei falsi sorrisi, il proprietario mi dovrebbe pagare il doppio solo perché vado contro il mio essere scontrosa e antipatica, facendo finta di essere dolce e gentile.
Una sua amica, dai capelli biondi tinti e dall'aria quasi angelica, è intenta a dirmi cosa ordinano, quando veniamo interrotte da un rumore di qualcosa che si schianta al suolo.
"Ops!"- esclama Emma che ha fatto cadere il porta tovaglioli di vetro per terra, ovviamente lo ha fatto di proposito.
"Scusami, sono proprio sbadata, dovresti ripulire visto che ti pagano per farlo." - mi dice mentre si attorciglia al dito una ciocca di capelli.

"Odiosa."- sussurro sottovoce mentre mi abbasso a raccogliere i pezzi.
"Cosa hai detto, scusa?"- mi chiede lei.
"Emma, smettila."- la richiama la sua amica dai capelli biondi.
"Niente, non ho detto niente."- le rispondo io mentre da lontano Holly mi viene ad aiutare.
"Senti carina- mi dice lei alzandosi e  mettendosi di fronte  a me, mentre tutti gli occhi della gente sono puntati su di noi - mi stai veramente scocciando, smettila di fare la stronza con me e smettila di gironzolare intorno al mio ragazzo perchè giuro che te la faccio pagare."
"Com'è che ti chiami? Emma? Bene, Emma non mi fai paura, per niente."- la sfido con lo sguardo.
Lei sta per rispondere ma la porta si spalanca e da dietro fa capolino Aaron con i suoi amici, non lo avrei mai detto ma sono grata di vederlo, così mi ha evitato di strappare i capelli alla sua ragazza e  ha evitato di farmi perdere il lavoro.
"Che succede qui?"- chiede lui preoccupato.

"Andiamo a mangiare in un altro posto."- gli risponde la sua fidanzata mentre Aaron mi guarda fisso per cercare una risposta più precisa, ma Emma lo trascina praticamente fuori con il braccio e così vanno tutti via.
Io non giro intorno ad Aaron e lui che gira intorno a me, ma questo sono sicura che Emma non lo sappia. Se però crede che mi faccia paura, sta sbagliando di grosso, perchè io i figli di papà come loro me li mangio a colazione.

Dopo quello spiacevole evento, fortunatamente non è successo nient'altro, e ho pregato le mie colleghe di non dire nulla al capo, così almeno posso sperare di avere ancora il mio lavoro.
Ora sono davanti casa di Adam, è quasi orario di cena quindi sono sicura sia a casa.
Busso insistentemente, e dopo un po' lo vedo spuntare da dietro la porta.
"Chloe..."- mi dice lui e posso notare come sia ancora arrabbiato con me.
"Senti lo so che sei incazzato nero con me ma dammi almeno la possibilità di spiegarti."- gli dico facendo il labbruccio come i bambini piccoli, lo so che così non può resistermi e infatti si fa di lato per farmi entrare dentro casa.
Io entro e mi siedo sul suo divano.
"Lo sai che non sono brava con le parole, ma ho fatto una cazzata hai ragione e ti giuro che non lo rifarò mai più."- gli dico e spero che lui abbia visto tutta la sincerità che ci ho messo nel dire queste parole.
"Senti Chloe, per me sei una sorella e non voglio che ti metti nei guai, per cosa?! per un po' di sballo, sappiamo entrambi che esistono modi meno disastrosi per sballarci."- mi dice lui mandando giù un sorso della sua birra.
"Posso almeno bere?"- gli chiedo ridendo, sdrammatizzando un po' la situazione.
"Sei una cretina."- mi risponde accennando un sorriso.
"Lo so ma tu mi vuoi bene per questo."- gli dico e lui si siede sul divano vicino a me.
"Sei la mia unica famiglia, tu e i tuoi fratelli lo sai, e non voglio perderti e soprattutto non voglio venirti a trovare al cimitero."
"Ti voglio bene e non succederà, promesso."- gli dico prima di adagiarmi sul suo petto mentre lo abbraccio.
Adam è casa per me, da quando ne ho memoria non c'è stato un momento che non abbiamo passato insieme, da quando siamo stati abbandonati dai nostri genitori abbiamo fatto di noi la nostra unica famiglia, e non averlo in un mio futuro sarebbe impensabile.  E' mio fratello, non per qualcosa di accidentale come il sangue, ma per qualcosa di più forte, per mia scelta. 

Ho raccontato le ultime cose ad Adam, da quando sono andata da Aaron a chiarire la faccenda festa a quando questa mattina ho quasi messo le mani addosso alla sua ragazza, lui mi ha ascoltato come fa sempre visto che io parlo a raffica e mi ha consigliato di stare lontana da quella gente, come se non lo facessi già....

Sono tornata a casa e mi sono messa a cucinare per la cena , visto che tutti sanno che è la mia specialità.
Quando all'improvviso sento  bussare alla porta, non credo che sia Adam perchè mi ha detto che sarebbe rimasto a casa, così mi catapulto subito ad aprire.
Mi ritrovo un ragazzo alto, moro e con gli occhi azzurri come il ghiaccio davanti. Un attimo... ma questo è l'amico di Aaron, che ci fa qui?!
"Ciao.."- mi dice lui imbarazzato.
Sento dei passi per le scale, mi giro e noto mia sorella Veronica che sta scendendo.
"Cosa mi sono persa?"- chiedo confusa.
"Scusaci un attimo."- gli dice Veronica mentre io sbatto letteralmente la porta in faccia al ragazzo e trascino Ronnie in cucina.
"Voglio immediatamente una spiegazione."- gli dico puntandole il dito contro.
"E' solo un appuntamento con un ragazzo."
"Oh no signorina tu non vai da nessuna parte."- gli dico puntando i  miei nei suoi occhi, di solito
funziona con i miei fratelli.
"Perchè?"- chiede lei ridendo.
"Perchè è uno stupido figlio di papà."
"Quindi Nathan può stare con uno stupido di papà, tu puoi farti accompagnare a casa dal re degli stupidi figli di papà ed io non posso uscire con uno di loro."- mi spiazza lei.
"Veronica Evans in questa  casa comando io, quindi fai quello che ti dico io."- gli dico io alzando un po' la voce.
"Chloe non sei nostra madre, non puoi farlo."- mi dice prima di sorpassarmi ed andare via.

Non posso crederci che mia sorella si sia rivolta a me in quel modo, pensavo che per loro fossi davvero una madre, ma evidentemente non è così e questa cosa mi ferisce come se avessi appena ricevuto un pugno in faccia. E Soprattutto per cosa?! Per uscire con uno degli stupidi amici di Aaron, ma in questa casa c'è qualcuno di normale?!

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