Venne il giorno del matrimonio di mio padre con Odette, lo celebrarono nell'arcidiocesi di Montpellier, nel santuario neogotico di Saint Roch.
Lasciarono a me la scelta dei brani per la chiesa, scelsi Something dei Beatles per l'entrata romantica della sposa, seguirono: You Give Me Something di James Morrison e Wherever You Will Go dei The Calling.
Le testimoni di Odette erano tre donne in abito color lavanda: l'amica d'infanzia che venne a scegliere l'abito da sposa, una ex compagna di liceo e una sua vecchia coinquilina, mentre io ero l'unico testimone dello sposo, ero abituato a suonare davanti flotte di gente, eppure quel giorno, mi sentì piccolo e il peso degli occhi di tutti gli invitati addosso.
Mi trovavo alle spalle di mio padre, che impaziente per l'attesa, batteva il piede e piegava indietro la gamba nervoso, quando tra bisbigli e versi di stupore, comparve una figura sul portone della chiesa.
I raggi del sole alle sue spalle la mettevano in ombra, ma si disegnava una aura candida attorno una siluette aggraziata, finalmente Odette fece il suo ingrasso, qualche passo ancora e un uomo anziano la prese sottobraccio, era suo padre, cioè, il mio futuro nuovo nonno; partì la musica e con passo lento e fiero avanzò sul tappato rosso, le luci della chiesa le illuminarono il volto delicato, avanzò emozionata e sorridente.
La mia tata, da sempre dolce e bellissima, quel giorno era una visione stupenda, la chioma raccolta a metà sulla nuca e dietro boccoli morbidi, una corona di spirea e acetosella intrecciate le cingeva la testa adornando l'acconciatura.
L'abito bianco cadeva lungo e fluido, era semplice ma nel contempo elegante, le fasciava il corpo coi fianchi stretti, merito della dieta rigorosa post parto! E il seno prosperoso era nascosto in un corpetto di raso. Tra le mani stringeva un bouquet a cascata di rose Isabelle Autissier e Iris.
Durante la cerimonia la mia testa vagò nei ricordi del passato.
Chi mai l'avrebbe detto?
Quell'angelo premuroso e benevolo che mi aveva nutrito ed educato, aveva fatto breccia nel cuore di mio padre, sciogliendo la catena di sofferenza che lo aveva imprigionato per anni dopo la perdita di Kathrine. Chissà se lo spirito di mia madre aveva contribuito alla loro unione? Nulla accade per caso!
Chissà se anche nel mio destino, sarebbe arrivata una donna amorevole a conquistare il mio cuore? Forse quella persona era già stata scelta dal fato ed era lì con me quel giorno, come tutti i giorni dal nostro primo incontro. Guardai tra le prime file, cercando la sua testolina bionda, Kam era seduto tra i suoi genitori e non era una mia impressione ma guardava verso di me, i suoi occhi celesti cercavano me!
Al bacio degli sposi partí I Don't Want to Miss a Thing degli Aerosmith, una melodia romantica e struggente che fece commuovere tutti fino all'uscita degli sposini dalla cappella.
Sul sagrato della chiesa piovvero grano e lavanda, come da tradizione provenzale, simbolo di gioia e fortuna per i novelli sposi.
Il fotografo immortalò con diversi scatti la nuova famiglia, io, mio padre, Odette, i miei vecchi e nuovi nonni e la piccola Micol.
Abbracciai la sposa per darle il consueto bacio di felice augurio e nell'orecchio le chiesi:
"Da oggi potrò chiamarti mamma?"
Odette: "Devi! Se nn lo farai, ci rimarrò malissimo!"
Il pranzo nuziale si tenne in una villa stupenda con giardino alla francese, un ristorante raffinato le cui portate erano strepitose!
A metà pranzo mi sentì già sazio, così col mio calice di vino uscì in terrazza a prendere un po' d'aria.
Riconobbi una delle damigelle nell'abito color lavanda, avrà passato da poco la trentina, un tipo attraente e raffinato, dalla figura slanciata, coi capelli biondo rame e la carnagione nivea. Aveva appoggiato il calice di vino sul parapetto e si era fermata a scattare qualche foto al parco col cellulare.
Richard: "L'architettura Liberty è romantica e lascia sempre senza fiato. Siamo fortunati ad abitare qui!"
Constance: "Richard?! È un piacere conoscerti! Sapessi quanto Oddy mi ha parlato di te!"
Richard: "Oddy?! Così la chiami? Sembra il nome di un orsacchiotto!"
Constance: "Però più dolce e più bella!"
Richard: "E cosa ti ha raccontato di me? Quanto la facessi disperare?"
Constance: "Noo! Allora devi essere stato un monello molto simpatico, perché è sempre stata così contenta di te! È molto orgogliosa di esser stata la tua tata! Sai, lei avrebbe potuto andare all'università dopo la scuola magistrale, ma ha avuto un blocco emotivo, non è più riuscita a staccarsi da voi"
Richard: "Non mi ha mai parlato di questa sua scelta!"
Constance: "Forse pensava fossi troppo giovane per comprenderla o forse proprio perché è stata una sua scelta di vita, voleva decidere per se stessa, ma che importa ormai? Dobbiamo essere contenti che abbia seguito il suo cuore. No?"
Richard: "Indubbiamente! Formano una bellissima coppia e mi hanno reso felicissimo!"
Constance: "Vero! Ti ho osservato in chiesa, la guardavi con amore, si vede che le vuoi molto bene, ce l'avevi scritto in faccia! Dopo il matrimonio tornerai subito a Londra?"
Richard: "Loro andranno in crociera e la casa sarà vuota... così piena di ricordi che... non saprei se rimanere.
A Londra piove sempre, forse mi fermerò per godermi ancora qualche giorno il sole caldo della Francia"
Constance: "E il buon vino della Francia!" - Disse alzando il calice
Richard: "Sì, me lo faccio spedire da mio padre!"
Constance: "E la cucina provenzale?"
Richard: "Anche!"
Constance: "E le donne francesi?" - Disse strizzandomi l'occhio
(In che senso? Ci sta' provando? Se Odette ha 35 anni e lei era la sua coinquilina, allora Costance avrà almeno trent'anni!)
Alzò una spalla civettuola e con un ghigno malizioso disse: "Se mi cerchi io sono dentro!"
Seguì la scia del suo profumo mentre mi passava sotto il naso e rimasi come un ebete a seguirla con gli occhi mentre si avviava verso la vetrata della sala da pranzo... i sandali col tacco a spillo le donavano un andatura sensuale, i miei occhi finirono sul suo fondoschiena tentatore che sculettava mentre passeggiava tra i tavoli.
La seguii passo dopo passo attraverso la porta vetri, poi si voltò e vide che la stavo ancora guardando, le feci un sorriso condiscendente e lei continuò la sua marcia senza fermarsi, uscì dal salone e si incamminò verso la hall dell'hotel, svoltò dietro una colonna, si girò ancora a guardarmi e andò verso la reception, io mi fermai vicino alla colonna perlustrando attorno, per essere certo che nessuno dei mie parenti ci vedesse insieme.
La receptionist le consegnò la chiave di una stanza, lei mi ammiccò mentre saliva la scalinata che portava al piano superiore.
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Polyamory 1 - Piccolo Richard
RomantizmUn racconto erotico che narra le vicende amorose e piuttosto animate del compositore francese Richard Bonnet. Tutto ha inizio con la scomparsa improvvisa della madre che provoca nel protagonista il trauma del distacco. Questo evento drammatico, se...