Tra i due, Kam era la mente analitica: preciso, ordinato, metodico; io ero la mente artistica: fantasioso, emotivo, disordinato, nemico della routine, ma per quanto fossimo diversi, lui rimase il perno intorno al quale centripetava la mia vita.
Così, quando fu il momento di decidere a quali Università iscriversi, ci consultammo tra di noi, scegliemmo Londra; una delle grandi capitali della musica, una città cosmopolita che poteva offrirci ottime opportunità di studio e di lavoro, pensammo il più lontano possibile da casa, che potesse consentirci di tenerci per mano e abbracciarci per strada senza problemi.
Per principio escludemmo dalla lista dormitori e case per studenti, optammo per una casa tutta nostra, liberi di goderci la nostra intimità lontano dai college universitari e da occhi indiscreti, (ovviamente, la versione per i nostri genitori fu che volevamo un appartamento in condivisione per goderci la nostra autonomia e studiare serenamente lontano da festini e baldoria).
Tramite un suo vecchio cliente londinese, mio padre trovò un grazioso appartamento in una palazzina signorile in Marylebone, celebre per essere la zona dei vip, dove una volta abitarono anche John Lennon e Paul McCartney.
La casa era vicina a Regent's Park, un parco incantevole, colmo di romantici roseti e prati curati con laghetti e magnifiche fontane, famoso per il teatro all'aperto e il più antico zoo scientifico del mondo.
C'era anche una area dedicata alle attività sportive, dove potevo giocare a tennis e fare canoa con Kameron nel lago artificiale.
Ogni mattina andavo a far footing al parco e prima di rientrare a casa mi fermavo a prendere il caffè per Kam in uno dei bar all'interno dei giardini.
La casa era comodissima per raggiungere le nostre Università, a metà strada tra la Royal Academy of Music University di Marylebone e l'University College London di Bloomsbury dove si era iscritto Kam.
Richard: "Buongiorno Kam... svegliati... tra poco arriva il camion dei traslochi"
Kameron: "Ciao Ric, grazie del caffè. Che fatica! Dormirei ancora quelle quattro, cinque ore..!"
Richard: "Magari domani, oggi no, mi consegneranno il pianoforte con le chitarre e dovrai darmi una mano a sballare gli scatoloni."
Kameron: "Mi alzo solo se mi dai un bacio" - Gli baciai la mano -
Richard: "Meglio dopo la doccia. Sono completamente sudato, ho fatto 9km"
Giorno dopo giorno la casa iniziò a sembrare un po' più vissuta, arrivarono i miei strumenti, le nostre foto, i suoi libri, le tazze per la colazione erano quelle che regalavo a Kam al ritorno da ogni mio concerto, nuova città = nuova tazza, e infine arrivarono i nuovi elettrodomestici.
Finalmente ognuno di noi aveva la propria camera da letto, poi c'era quella patronale, ma era off limits, destinata solo alle visite dei nostri genitori:
Jean Piere Bonnet: "Ragazzi! Questa camera la chiudo e nascondo la chiave, sia chiaro che avete le vostre stanze e questa non è ne una casa di appuntamenti, ne una discoteca, se solo sento la vicina lamentarsi una volta, filate immediatamente in dormitorio!"
Ero euforico, era la mia prima autentica convivenza, col mio primo amore!
Terminati i primi tre giorni sfiancanti di trasloco, uscimmo fare un giro a Covent Garden, visitammo il Transport Museum e finimmo serata in birreria.
Richard: "Le regole in appartamento cambieranno rispetto al collegio? Capiterà senz'altro di studiare con qualche compagno di corso e conoscere qualche tipa."
Kameron: "Sarebbe da coglioni avere ciascuno la propria camera e non portarsi a casa una ragazza ogni tanto, ma non sopporterei se ti portassi a letto un altro ragazzo, credo la stessa cosa valga per te".
Richard: "Facile dirlo, dal momento che non ti piacciono i maschi! Io sarei geloso se ti trovassi una fidanzatina"
Kameron: "Se ne trovassimo una per entrambe?"
Richard: "No grazie, faccio già abbastanza casini da solo."
Uscimmo dal pub e ci dirigemmo verso la metropolitana per tornare a casa. Decidemmo insieme le nuove regole.
Kameron: "1) Sara' legittimo studiare coi compagni di corso, 2) ci consentiremo solo qualche scopatina dilettevole, ma i cazzi nostri ce li faremo fuori, 3) Nessuno ferirà i sentimenti dell'altro."
Richard: "Mi vuoi ancora come amante?"
Kameron: "Sempre Richy, io ho ancora un posticino vergine, non ti è mai venuta voglia di provarmi?"
Lo abbracciai e lo baciai, con le lingue che si intrecciavano, ci tenevamo il viso con le mani come se non volessimo sfuggirci. Ci guardammo negli occhi e scoppiando a ridere gioiosi.
Kameron: "La senti anche tu questa sensazione rilassante di libertà e spensieratezza che ci avvolge?"
Richard: "Io sento odore di patatine fritte e sapore di luppolo"
Kameron: "Che romantico! Ti rendi conto che non siamo più vincolati da coprifuoco? Stiamo camminando per mano in una zona pedonale alle undici della sera!"
Richard: "Sì, in realtà ci penso da quando mio padre mi ha mostrato le foto della casa per la prima volta"
Arrivati in appartamento, non facemmo in tempo a toglierci le giacche che eravamo già in camera mezzi svestiti. Ci spogliammo in un nano secondo e ci stendemmo sul letto a procurarci piacere reciproco, il suo membro bollente pulsava nella mia bocca, mentre lo spompinavo gli intrisi il retto di lubrificante e iniziai ad allargarglielo con le dita.
Richard: "Sicuro di volerlo fare?"
Kameron: "Tutte le nostre prime volte ci appartengono, voglio donarti anche questa"
Quando lo penetrai, sentì le sue natiche irrigidirsi, lo accarezzai e lo rassicurai finché si rilassò e si lasciò andare.
Richard: "Stare dentro di te è la cosa più emozionante al mondo"
Continuai a muovermi lentamente affondando dentro di lui, il suo ano si dilatava per circondare il mio fallo,
Richard: "Mon Dieu! Me lo risucchi in un modo che mi fa impazzire!"
Mi misi a cucchiaio dietro di lui e continuai a muovermi con dolcezza, iniziai a segarlo e ansimare contro la sua schiena,
Richard: "Sei così caldo... mi piaci... ho voglia di mangiarti... Kam, mi fai venire"
Le nostre voci potevano finalmente elevarsi nell'aria, potevamo udire i nostri suoni di godimento. Kam venne nella mia mano ansimando sensualmente. Venni anch'io e rimasi in lui finché il mio membro non tornò ad ammorbidirsi.
Il giorno dopo mi svegliai per primo, come consuetudine uscii a correre e rientrai col caffè per Kam.
Richard: "Kammy, ti ho portato il tuo caffè, come va il culetto?"
Kameron: "Non chiamarmi Kammy brutto ruffiano che non sei altro! Avevi detto che lo avremmo fatto solo una volta!"
Richard: "Ma mi è piaciuto, eri così accogliente e bello caldo 🥰!"
Kameron: "Anche il forno e il tostapane sono caldi! La prossima volta pensaci"
Gli lasciai un bacio con risucchio sulla natica.
Richard: "Ti posso garantire che è così solo le prime volte, quelle successive è più piacevole e rilassante ad esempio per abbattere lo stress emotivo prima di una esame..."
Kameron: "Peccato che agli esami non puoi stare in piedi e io non riuscirò a sedermi per almeno una settimana 😭"
STAI LEGGENDO
Polyamory 1 - Piccolo Richard
RomansaUn racconto erotico che narra le vicende amorose e piuttosto animate del compositore francese Richard Bonnet. Tutto ha inizio con la scomparsa improvvisa della madre che provoca nel protagonista il trauma del distacco. Questo evento drammatico, se...