"senza di te mi sento persa"

12 5 0
                                    


Da quando Luke se ne era andato Paola non era più la stessa e sentiva come un vuoto dentro di sé. Quella mattina non aveva neanche avuto la forza di aprire gli occhi o almeno, certo si era svegliata perché sua madre non voleva che stesse tutta la giornata a letto ma si sentiva così a pezzi da decidere di saltare la scuola. Continuò a ripensare a tutto quello che Luke gli aveva scritto nella lettera cosa che non riusciva ancora a capire del tutto. "Come poteva averle scritto quelle cose?" "Era davvero questo ciò che pensava di lei?" Ricordava di esserci sempre stata per lui e di averlo sempre aiutato ad essere più umano. Certo purtroppo doveva anche svolgere determinate faccende ma non gliene aveva imposte e non era di certo colpa sua. In tutto quel tempo che era stato a casa sua aveva fatto qualunque cosa per farlo sentire accettato.
"Cosa aveva fatto di così sbagliato?"
Ancora ripensava più e più volte a tutti i bei momenti passati assieme e nel farlo gli scese un' altra lacrima lungo il viso. Non capiva assolutamente perché gli aveva scritto quelle cose così diciamo... aggressive nei suoi confronti quando lei cercava solamente di aiutarlo a trovare se stesso e a fargli comprendere quanto valesse veramente. Lei non si definiva di certo una che scarta gli altri come Luke le aveva detto anzi si definiva più una persona sensibile e pronta ad aiutare il prossimo. Una persona che avrebbe fatto di tutto per la sua famiglia e i suoi amici. Si riteneva inoltre una ragazza molto dolce che non avrebbe abbandonato mai nessuno e che avrebbe aiutato chiunque si trovasse in difficoltà proprio come aveva fatto con Billy. Se fosse stata davvero così spregevole e se veramente fosse stata così insensibile non ci avrebbe neanche pensato di salvarlo. Lei, però, al contrario di come lui pensava, non si definiva così. Non si definiva neanche egoista se è per questo e le parole che lui aveva usato avevano colpita così tanto da ferirla e da domandarsi perché le avesse scritto delle cose così cattive. Cercò di non pensarci troppo anche se era impossibile ma almeno c'è la metteva tutta. La casa era così spoglia e deserta senza la sua presenza e a lei mancava davvero tanto averlo accanto. Anche sua madre si era accorta della scomparsa dell' androide poco prima di andare al lavoro ma Paola per non scoppiare a piangere davanti a lei, per non mostrarsi debole e soprattutto per proteggerlo dato che se avesse scoperto che era scappato la madre sarebbe andata subito al negozio per rimpiazzarlo e non voleva assolutamente questo dato che nessuno poteva permettersi di sostituirlo aveva alzato le spalle come per dire che non sapeva nulla della questione così la mamma non aveva aperto più bocca e non gli aveva chiesto altro. Ora dato che si sentiva così sola e con un vuoto dentro di sé incolmabile aveva deciso che l'unica cosa da fare era di andarlo a trovare. Si preparò in fretta e furia con le prime cose che trovò nell armadio e uscì di corsa di casa dimenticandosi perfino di fare colazione. Non aveva la minima idea di dove andare però prese il primo autobus che la portasse in centro. Durante il tragitto prese le sue amate cuffiette dal suo zaino iniziando ad ascoltare "key of life" una fra le sue canzoni preferite che più adorava e che era un misto fra musica classica e contemporanea. Il tragitto fu abbastanza lungo ma per fortuna dopo 4 fermate si fermò e la ragazzina potè scendere. Una volta che fu scesa e che autobus era ripartito ripose le cuffiette al solito posto ossia nella tasca più grande dello zaino per essere sicura di non perderle e se lo mise in spalla iniziando a incamminarsi. Iniziò ad osservarsi continuamente intorno domandandosi dove possa essere andato e soprattutto come avrebbe fatto a trovarlo. Non importava che non conoscesse esattamente bene la città e che non aveva soprattutto il senso dell orientamento ma era motivata e disposta a fare di tutto per trovarlo in quanto le mancava già moltissimo. Camminò per un bel po di tempo fino a quando dovette fermarsi rendendosi conto di essersi persa. Cercò di fare dei lunghi respiri profondi per non farsi venire un attacco di panico e soprattutto per cercare di rimanere calma in un momento del genere anche per dimostrare a se stessa che sarebbe stata forte anche nei momenti più difficili. Iniziò ad vedere se ci fosse qualcuno nei paraggi a cui chiedere informazioni quando da lontano intravide lo stesso ragazzo o meglio lo stesso androide che aveva visto in quel negozio di musica così decise di avvicinarsi. Una volta che fu più vicina potè notare con i suoi occhi che in quel momento non era solo ma che era in compagnia di un altro androide. Chissà forse erano una sorta di colleghi pensò immediatamente o semplicemente lavoravano assieme ma non le trasmettevano molta sicurezza. In quel momento l'unica cosa che le venne in mente di fare fu di nascondersi per osservare cosa avevano in mente di fare i due cercando di fare molta attenzione a non farsi notare. Mentre era nascosta, vide che i due stavano guardando e cercando di studiare dei disegni che non aveva mai notato prima d'ora e in quel momento ebbe come un brutto presentimento come se i due stessero cercando qualcosa o anche un posto. All'improvviso dentro di sé scattò un pensiero: "e se i due stavano cercando il posto dove era andato Luke quando era scappato?" "E se così lui fosse in pericolo?" Non poteva permettere che gli facessero del male in quanto era molto legata a lui e non voleva assolutamente perderlo dato che si rese conto che quel ragazzo pur essendo un androide era molto importante per lei. Doveva fargli distogliere l'attenzione da quei disegno e doveva pensare in fretta. "Ma come poteva riuscirci?" Non doveva permettergli di riuscire nel loro intento! All improvviso, però, le venne un idea: prese un respiro profondo e fece un grido molto forte tanto da far insospettire entrambi. I due si girarono appena sentirono l'urlo ma non notando nessuno tornarono al loro lavoro quando lei gridò a pieni polmoni:
"Aiuto"! "Aiuto"! "Un deviante mi... mi sta attaccando". "Ho... ho paura". "Presto venite ad aiutarmi". Per rendere ancora più credibile la cosa iniziò anche a piangere senza sosta per un bel po di tempo.
"Lasciami,lasciami". "Ti prego lasciami".

Connor si girò in direzione di Alex dicendogli di andare a vedere cosa stava succedendo perché se veramente c'era qualcuno nei dintorni loro lo avrebbero catturato all'istante. Connor e Alex si allontanarono da quei disegni che un attimo prima stavano attentamente studiando per poi dirigersi verso la sua direzione. Più si avvicinavano e più paola però iniziava a spaventarsi sul serio. "Si okay li aveva allontanati ma una volta che sarebbero arrivati da lei notando che in realtà non c'era nessuno cosa avrebbe potuto fare?" Purtroppo non ebbe molto il tempo di pensare che si ritrovò i due davanti che la iniziarono a scrutare. "Sei tu che hai gridato,ragazzina?" "Però qui non vediamo nessuno nei paraggi". "Non ti stava attaccando un deviante?"

"Ehm ecco... beh si si certo che sì beh.... poi è scappato via". "Non mi ha fatto malissimo ma.."
"Certo come no e sai dirci per caso dove è andato?"

"Mi pare andasse esattamente in quella direzione". Continuò a guardarli per poi indicargli la strada.

"Sei sicura di quello che dici?"

"Certo".

Alex guardò di nuovo Connor e insieme decisero di andare a controllare. Se un deviante era davvero scappato di lì dovevano andare a vedere. Connor allora iniziò ad avviarsi mentre Alex rimase per un paio di secondi ad osservarla prima di raggiungere Connor.

"Connor lei è quella di cui ti avevo parlato". "Dobbiamo stare attenti perché forse può aver scoperto qualcosa".

"Allora tu da adesso in poi tienila d'occhio ovunque vada". "Seguila dappertutto". "Ci siamo intesi?"

"Si certo".

"Ottimo da domani mi raccomando inizia subito e se fa qualcosa di strano o sospetto vienimelo a dire".

"Sarà fatto".

Mentre i due proseguivano lungo quella direzione in cerca del presunto deviante la ragazza controllò la via e quando constatò che fosse libera uscì dal suo nascondiglio riprendendo il cammino. Aprì per un secondo il cellulare e notò 2 chiamate perse da sabrina così decise di richiamarla.

"Ehi".

"Ehi?" "Che fine hai fatto?" "Perché non sei venuta a scuola?"

"Ehm ecco... è una faccenda lunga da spiegare e..."

"C'entra luke,vero?"

"Cosa?" "Come lo sai?"

"Andiamo sono la tua migliore amica e ti conosco". "L'altra volta quando sono venuta da te c'era ancora perché mi ha aperto lui".

"Non dirmi che se ne è andato".

"Hai indovinato invece,sai?" "Mi ha anche lasciato una lettera ma meglio lasciare da parte i dettagli".

"Capisco come vuoi ma ora dove sei?"

"In città". "Sto andando a trovare luke perché mi mancava".

"Okay ma precisamente dove ti trovi ora?"

"Ehm non lo so di preciso ma... aspetta ti mando la posizione sul telefono tu raggiungimi lì al più presto". "Mi serve il tuo aiuto per trovarlo,intesi?"

"Certo dammi la posizione e sarò subito da te".

Paola successivamente chiuse la chiamata per poi mandare la posizione e la foto del luogo alla sua amica in modo tale che la potesse trovare facilmente. Poco dopo pochi secondi però si accorse di una goccia di pioggia che le cadde sul naso e per non bagnarsi tutta entrò dentro un supermercato lì vicino per aspettarla.

"insegnami ad essere libero"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora