Inconsistente

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La paura del cambiamento, provo paura per la mia crescita, provo timore nei confronti del mondo. Mi sento lontano da tutti, tiro, scherzo ma non mi sento vivo. Nemmeno io so cosa necessiti la mia esistenza per definirsi completa, forse non potrà mai esserlo per allora la mia vita, per me, non avrà mai un senso. I miei traguardi non raggiunti potranno essere un punto di partenza per altri, la completezza della mia vita non è sentimento legato alla persona che la vive, ma a quelle che stanno attorno.  Mi sono sempre reputato una persona in grado di vedere al di la del velo sociale che limita qualsiasi sguardo, un'illusione. La paura della perdita di coscienza e' quella che mi ha spinto fino ad ora, la non completezza della mia vita deve venire accettata altrimenti diventerei una bomba interna con l'obiettivo di distruggere la mia persona.

Mi piace vivere nel mondo dei pensieri, lo vedo più vicino a me. Il mondo reale e' dispersivo e ti fa sentire solo, ma nonostante la solitudine permanga nel mio immaginario mi fa stare bene per poco. Il sentimento è spesso solo una parola per me, ma la conosco e so cosa vuol dire, la cerco ma non la voglio, i miei sogni rispondono a questa parola in maniera immateriale. Una cosa talmente innaturale e' una trasformazione senza trasformare, quello che e' la mia testa non e' naturale. Converto un pensiero in una sensazione che fisicamente percepisco, forse e' questa la potenza del cervello, essere in grado di evolvere grazie a se stesso. Io sono felice perche' voglio esserlo, tuttavia il pensiero non e' roccia, il pensiero e' sensibile modificando la sua essenza impercettibilmente, la mia felicita' dettata dal pensiero e' inconsistente, in un momento c'e' ma non significa che restera' o che sara' sempre uguale. 

Spesso mi domando perche' ci piace vivere con sogni legati alla finzione, a scene idilliache di vita, scene di sentimenti che sembrano essere veri e solidi. La finzione e' cio' che piu' si avvicina a quello che dovrebbe essere la realta', il sogno collettivo di una societa' idilliaca. Noi, vivendo non vite, sogniamo la vita stessa quando materialmente essa non manca.
Il sentimento, questa proprieta' che sembra essere altamente sviluppata nella persona e' cosi' incomprensibile, inconsistente come la felicita' che mi auto genero. 

Seguendo un'idea di vita leghiamo quella materiale al vano, rendendo cosi' vana la vita stessa. 

DiaryWhere stories live. Discover now