A mente sgombra scrivo. Scrivo sul mio volere, scrivo sulla mia curiosità. Scrivo. Questo spesso mi aiuta, in quanto uno scritto permea la società in cui si vive e di conseguenza rimane, inalterato, un'istantanea dei miei pensieri. Sovente non capisco cosa voglio, mi capita di volere senza volere davvero qualcosa. La società mi logora ma permette a me, inutile e non importante persona, di poter conoscere cosa non so. Il volere è unico e unicamente definito in pochi tratti di vita delle persone. Spesso ci si aggrappa ad un volere per avere sicurezza su quello che poi sarà l'estremo futuro. Non so nemmeno quale sia l'obiettivo di quanto sto scrivendo, solo non so cosa io voglia nel mio immediato presente. Caotica la mente. I sentimenti permeano la mia persona come l'acqua il deserto, il volere di provare sentimenti incombe nella sua sociale forma in me. Il volere di conoscere, questo è l'unico volere, quello che mi sveglia la mattina. Nonostante questo mi perdo, e navigo alla deriva nelle giornate. Il volere di scrivere è sempre grande, ma la capacità diminuisce giorno dopo giorno e si palesa la rabbia, tristezza e frustrazione.
Ancora non mi è ben chiaro perche io scriva questo, forse c'è un motivo, a me nascosto, architettato dal Mio. Ho di nuovo dell'irrisolto, è ormai molto tempo che non risolvo i miei problemi con me stesso. Non sono cio che vorrei essere, non sono d'aiuto se non per quel poco che so. Non sono essenziale se non emotivamente, e anche li, se la mia esistenza scomparisse dalle scritture del passato, non muterebbe cio che è. Che la vita non faccia per me è un dato di fatto, ma sono qui e ormai non ci posso fare niente.
Ultimamente ho provato le cose più lontane dal mio essere, credo di essermi sentito felice e questo mi preoccupa. La felicità porta inequivocabilmente alla tristezza. Forse per questo la mia vita troverà la vera felicità dopo la morte, forse perche sarebbe difficile provare dispiacere in seguito.
Il mio volere è impregnare i ricordi, essere qualcuno che non sono mai stato, riuscire a fare ciò che per me è impensabile. Il freddo mi schiarisce la mente, non posso provare con esso e questo non mi dispiace. Posso avere la mente libera per essere me, per poter parlare con me, per poter essere me. Semmai ancora rovinerò Andrea, sarà il momento in cui potro essere me per sempre. Questa non è una malvagia conseguenza, e non è nemmeno una conseguenza è solo una promessa fatta a me per non passare notti insonni, per non pensare all'irrealizzabile e, finalmente, per essere ciò che vorrei. L'ultimo passo è qui, e qui lascio le mie volontà di vita. Nella speranza che le possa raccogliere nel mio più vicino futuro.