Non sono più a casa, non vedo più quella stanza, quelle pareti e mia madre a cui voglio tanto bene.
Sono nuovamente solo, nuovamente all'inizio di una avventura, adesso, più cresciuto forse, temo l'ignoto. Lungo un fiume scrivo i miei pensieri, le memorie, la mia rabbiatristezza.
La mia vita, come un opera d'arte di un non artista, prende nuove sfumature, ricalca il colore e ne stende di nuovo. Una superficie di bianco ricopre ora parte del mio passato, sperando che nel presente possa diventare qualcos'altro.
Qui, sommerso nei miei pensieri, mi conosco. Sento come se conoscessi tutto nonostante sappia di sapere niente.
L'orologio che passa le mie giornate solitarie e mi ricorda, allo scoccare delle ore, che il tempo inesorabilmente passa. Come bloccare l'acqua, il tempo, scorre e ripercorre il suo tragitto prefissato dall'origine. In due giorni ho rivissuto molte sensazioni, come una scintilla la mia mente né è rimasta interessata, qualcosa di nuovo alberga i miei inutili pensieri, qualcosa che riesco nuovamente a trattare. Me stesso e me nuovamente legati dal flebile filo del pensiero.