7. Slow

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Bad luck, if you're someone like me
Got your head above water
But you still can't even breathe, it's a
Pandemic, it's a fucking disease
And it's following me, woo
-Fake Fine, Robert Grace

Le Castellet, 23 giugno

«Ehi» la voce di Céline gli arriva forte e chiara nonostante sia filtrata dal microfono del cellulare e sotto di lui, nella strada trafficata che il balcone della sua camera d'albergo sovrasta, stiano passando diverse macchine. «Complimenti per il terzo posto» continua, impressionando Charles.

Si appoggia alla ringhiera del balcone con la schiena, il volto rivolto verso la sua stanza. Lì, su un tavolino accanto al letto, un trofeo che ritrae una scimmia rossa intenta a esultare fa sfoggio di sé. «Hai visto la gara?» le chiede, aspettandosi che dica di no. Céline gliel'ha detto quella notte in giro per Montecarlo, che le gare automobilistiche non le interessano molto e difficilmente potrebbe mai trovarsi a guardarne una.

La sente sbuffare prima di rispondere e questo gli fa aggrottare le sopracciglia. «Janette mi ha costretta» mormora in un sussurro appena udibile e Charles scoppia a ridere per il suo tono così scocciato.

Per quello che lui stesso ha potuto vedere, Janette è molto autoritaria e nonostante Céline sia una testa dura, convincerla a sedersi di fronte al televisore per guardare delle macchine che girano in tondo (è così che gli ha descritto la sua visione dello sport) non deve essere stato molto difficile.

«E come ti è sembrata?» le chiede, sperando che un po' l'opinione di lei sull'intrattenimento che la Formula Uno può fornire sia cambiato almeno un po'.

Dall'altra parte del cellulare, seduta sul suo letto a Monaco, Céline si morde il labbro mentre ripensa alla gara. «Più interessante di quello che pensavo» ammette, dopo averci pensato un po'.

Charles esulta, alzando il pugno verso l'alto come se si trovasse ancora sul podio. La gara è stata molto soddisfacente, visto che dopo una bella rimonta è riuscito a raggiungere il terzo posto e per poco, nell'ultimo giro, non è riuscito a prendere il secondo. È il suo secondo podio di fila, può esserne soddisfatto, ma vuole fare di più sulla macchina che sta guidando, sulla Ferrari che gli hanno dato in mano.

Sa di poter vincere.

Vuole vincere

«Ti garantisco che più gare guardi più ti appassioni» ribatte. Non vuole che Céline si appassioni per forza alla Formula Uno solo perché è la sua passione e sapere che guarda le gare tifandolo è piuttosto gratificante, ma anche perché è una parte della sua vita, è il lavoro che regola qualsiasi momento della sua giornata, ed entrare un po' più in questo mondo significa fare il primo passo per capirlo.

Céline è un po' scettica a riguardo, non crede affatto che potrà mai davvero appassionarsi a uno sport su ruote del tipo che si ritroverà ad alzarsi alle cinque del mattino per vedere qualche prova libera dall'altra parte del mondo. Però guardare la gara la domenica, quando è a un orario decente, potrebbe diventare una buona abitudine.

Però non se la sente proprio d'infrangere i sogni di Charles «Vedremo» sentenzia, chiudendo lì quel discorso.

Non è un sì ma non è nemmeno un no e questo è già positivo, pensa il monegasco, passandosi una mano tra i capelli disordinati. Prima di tornare in hotel, ha fatto una doccia veloce al circuito e li ha asciugati in fretta e furia lasciandoli un po' umidi, non ha però voglia di tornare a usare il phon e tra un po' Daphne o Pierre o, peggio, Max verranno a cercarlo per il torneo di FIFA organizzato all'improvviso dai due piloti Red Bull nella camera della prima. Nessuno sembra avere molta voglia di uscire a cena o a ballare quella sera e Lewis, il vincitore, è già tornato a Montecarlo dai suoi cani mentre Sebastian gli ha detto che aveva da fare e forse li avrebbe raggiunti verso le nove.

Fire on Fire || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora