Fire on Fire || Charles Leclerc

13. Céline's first GP

🎧Heat Waves-Glass Animals
Budapest, 2 agosto

Céline è abituata al rumore.

Le macchine che attraversano la via su cui si affaccia la finestra di camera sua la mattina sono molto fastidiose. Suo fratello canta sempre quando si fa la doccia e Chantal litiga continuamente con sua madre riempiendo la casa di urla.

Le sue compagne di stanza nel collegio che ha frequentato erano delle pettegole che chiacchieravano a qualsiasi ora del giorno e di tutte le città che ha visitato, si rende adesso conto, molte erano piene di rumori.

Clacson, urla, campanelli e musica tipica di quella parte del mondo si univa anche con il rumore dei motori che ne attraversavano le strade.

Forse è per questo che il rombo prodotto dalle monoposto di Formula Uno non la preoccupa o infastidisce minimamente, anzi, in questo venerdì mattina nuvoloso e freddo le ha fatto da ottima colonna sonora per la scrittura degli articoli che posterà sul suo blog. Quello su Marsiglia è pronto già da un po', doveva solo integrare qualche foto e valutare se aggiungere paragrafi, mentre quello su St.Tropez non è nemmeno stato pensato dalla sua mente creativa. Ma non se ne preoccupa.

Ha talmente tanto tempo libero in questi giorni che probabilmente riuscirà a farlo uscire prima di partire nuovamente per le sue vacanze estive. Ha già deciso dove andare, ovviamente, ed è stata ben attenta a rimanere lontana da qualsiasi meta che potrebbe essere d'interesse per i suoi genitori con cui ancora non si è confrontata e che se sarà sfortunata incontrerà lunedì per la prima volta in due settimane.

Sente una macchina accelerare all'uscita di quella che ha capito essere la pit lane e alza per un istante gli occhi dal computer, puntandoli sulla pista e la natura che la circonda. Si mordicchia un labbro e poggia il gomito sulla balaustra di vetro, trovandola fredda a contatto con la pelle nuda del suo gomito. Ha le braccia scoperte, un vestitino azzurro che le arriva alle caviglie addosso e un cardigan bianco poggiato sulle spalle. Si è legata i capelli in una coda alta e si è messa un velo di trucco sul viso per coprirne la stanchezza e le chiazze rosse da scottatura.

La macchina che ha appena lasciato la pit lane ha la livrea decorata come una lattina di Red Bull e sul musetto ha stampato il numero diciannove. Céline è abbastanza sicura che alla sua guida ci sia Daphne e ne ha la conferma quando si ricorda che il casco che appariva dall'abitacolo era dorato. Abbassa gli occhi sull'orologio che porta al polso, notando che mancano ancora venti minuti alla fine della prima sessione di prove libere del weekend e sbuffa. Chiude tutte le pagine che ha aperto sul PC, lo lascia sul tavolo ma si gira completamente con il busto verso la pista.

Getta un'occhiata giù, sulla postazione pit della Ferrari, ma vede solo qualche meccanico che sistema delle ruote usate per una prova di pit stop e un ingegnere alto e leggermente stempiato che sta tornando di corsa al muretto con dei fogli in mano.

Si sta annoiando, completamente sola a non fare niente d'interessante mentre Charles sta lavorando ed è impegnato quasi tutto il giorno e quasi si pente di non essere andata a Budapest. Ha già visitato la capitale ungherese qualche anno fa, ma di fretta e mentre aspettava un treno per raggiungere suo fratello a Vienna. Non sa dove sia Louis al momento, l'ultima volta che l'ha visto è stata nel frattempo che sgattaiolava via di casa con un cambio per la notte che avrebbe passato da Charles, ma probabilmente sta ancora lavorando nell'azienda di famiglia.

Gli occhi le cadono sul cellulare, le dita della mano destra picchiettano sul tavolino. Sospira, dovrebbe davvero parlarci.

Una notifica illumina lo schermo, facendole distogliere definitivamente l'attenzione da qualunque cosa stiano facendo le macchine che corrono in pista.