Il proprietario.

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La macchina di Niall si ferma semplicemente quando l'orologio al suo polso, segna le 9 pm.

Fuori è buio e intorno a noi non c'è nulla se non che un semplice hotel a due piani, piccolo e lugubre.

Parcheggiamo l'auto in uno dei tantissimi posti liberi del parcheggio e quando Niall scende, io lo seguo.

-Dove siamo?-

-Hotel?- Chiede ironico lui ed io lascio perdere.

Per tutto il tragitto non abbiamo fatto altro che ascoltare la radio, sia io che lui, non abbiamo aperto bocca.

Non so molto su questo posto, l'unica cosa che so, è che non siamo a Londra.

Niall spinge la porta di vetro e legno permettendo ad entrambi di entrare, ci avviciniamo verso il bancone dove, dietro, sta seduto un uomo di mezza età pelato e abbastanza grosso, indossa una canotta bianca unta di olio e dei jeans chiari, quasi sicuramente due tagli in meno della sua.

-Una camera.- Dice autoritario Niall al proprietario.

-Singola o..-

-Matrimoniale.- Richiede ed io sospiro pesantemente, prima di ricevere uno sguardo ammonitore dal ragazzo al mio fianco.

-Questa è la sua chiave, signor...?-

-Non penso sia necessario dirle il mio nome, il suo non è un hotel di lusso o qualcosa del genere.-

-Niall...- Sussurro imbarazzata dal suo comportamento. Perché deve sempre trattare tutti male?

-La chiave?- Insiste il biondo guardano la grossa mano dell'uomo.

-Ecco a lei.-

Prendendo la chiave in mano, Niall mi stringe a lui trascinandomi fino all'ascensore.

-Questo posto possiede un ascensore per soli due piani ma non dei termosifoni. Ridicolo!- Si lamenta e per una volta, la penso come lui.

Quando raggiungiamo la nostra camera, sulla porta vedo scritto il numero "132", Niall apre la porta per poi richiuderla subito dietro di noi.

-Fa schifo.- Osserva toccando la lampada verde.

-Meglio della tua auto.-

-Non paragonare la mia auto a questa merda. Qui, tutto fa puzza di vecchio.-

-Penso che gli unici clienti siamo noi.- Ridacchio e lui concorda.

-Hai fame?- Chiede ed io annuisco buttandomi sul letto mentre aspetto che Niall, cucini qualcosa comprato per strada, in quel piccolo fornello.

Quando i miei occhi, stanchi e arrossati, si stanno per socchiudere, la voce del biondo mi scuote, svegliandomi del tutto.

Lo seguo in cucina, se così può essere chiamata una piccola stanzetta con semplicemente un tavolino e un fornello, prendo posto di fronte a lui tenendo, sempre, gli occhi bassi.

Sono stanca, non dormo da circa due giorni e il mal di testa si fa sempre più evidente.

Ho tante domande che vorrei fare a Niall, ma lui risponderà? E poi, mi dirà mai il resto di quello che c'è scritto sul diario? Non penso proprio, così decido di iniziare con le domande più semplici, se possiamo definirle così.

-Siamo scappati?- Chiedo e lui smette un attimo di masticare il suo pezzo di pane. Mi guarda indifferente per poi riprendere ad osservare il suo piatto. -Niall?-

Come al solito, non vuole mai rispondere. Mi ignora, è quello che sa fare meglio!

-Capisci che ho bisogno di alcune spiegazioni?-

His dark soul {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora