Mi chiamo Hanna Spencer, ho 18 anni, sono una senzatetto, non ho dei genitori, non ho degli amici, insomma, non ho nessuno. Abito in diverse parti della città.
Il mio lavoro è rimanere viva.
Da diversi giorni ormai, la mia vita è cambiata, in peggio.
Vagando per la città, alla ricerca di un posto in cui poter passare la notte in tranquillità, mi sono imbattuta in una casa, mi sembrava abbandonata, invece era solo vuota, in quel momento.
Ho dormito in un letto, non dormivo comoda da troppi anni ormai. La mattina seguente mi sono ritrovata ammanettata alla testata del letto.
Adesso da giorni, sono prigioniera di un squilibrato ragazzo di città.
La stanza in cui mi tiene prigioniera è fredda, buia, le finestre sono bloccate con delle travi di legno, a riempire questa stanza ci aono solo io, io e il termosifone a cui sono legata.
Ho paura. Ho freddo. Ho fame. Ho dolore.
Le lacrime scendono incessanti sul mio viso, non piangevo così dalla morte della mia madre adottiva, questo però è peggio.
Non so cosa ne sarà di me. Non so cosa lui abbia in mente.
Non so niente.Niall entra con un sorrisetto beffardo sulle labbra.
-Buongiorno piccola.-
Posa il vassoio con il cibo per terra, vicino alle mie gambe.
-Mangia qualcosa, è buono e tu sei troppo magra.-Non voglio niente da lui, non voglio il suo cibo.
Non so neanche se è commestibile, magari dentro ci sarà del veleno ed io, di certo non voglio morire per colpa di un piatto cucinato da lui.
Non gli rispondo, non oso neanche guardarlo negli occhi.
Non parlo con lui, già da diversi giorni, forse se faccio così lui la smetterà di torturarmi, o forse mi risparmierà tutto questo dolore e mi ucciderà prima. Forse se lo fa, è meglio, almeno la smetterò di chiedermi perché sono nata, nessuno mi vuole, tranne questo ragazzo, per chissà quale ragionamento contorto e malato.
Ah si, ha detto di volermi vedere stare male, ma lui non sa che io, dentro, sono già morta.
-Non hai fame?-Chiede non vedendo nessun mio movimento.
Abbasso la testa, non voglio sentirlo, mi fa troppa paura anche quando non alza la voce con me.
-Devi mangiare qualcosa o non riuscirai a sopportare neanche il peso dell'aria. -
Rido leggermente.
-Io, qui, non ho aria.-Dico mentre alzo la testa per guardarlo.
Niall socchiude gli occhi.
-Vuoi che ti apra la finestra?-
-No, voglio che mi lasci libera!-Urlo e lui chiude gli occhi per qualche secondo.
Ho sbagliato, non dovevo urlare così con lui, forse, adesso, mi picchierá.
Mentre sto cercando le parole adatte per chiedere scusa, Niall riprende a parlare.
La sua voce è bassa e calma, e la cosa mi stupisce e spaventa allo stesso tempo.
-Ti ho già detto che non posso.-Si china alla mia altezza. -Non posso lasciarti andare, non ora che tu sai così tante cose su di me.-Cosa so su di lui? So solo come si chiama e di certo la polizia non crederebbe a me, ma al suo bel faccino da angelo, falso.
-So solo il tuo nome!-
-Oh beh, è già abbastanza.-Sorride.
Mi sento presa in giro, cosa vuole provare? Dove vuole arrivare?
-Ti servo a qualcosa?-
Scuote la testa. I suoi occhi sono sempre fissi su di me.
-Allora perché non mi lasci andare?-Piango, mi ha già visto troppe volte piangere!
-Hanna, non rendere le cose ancora più difficili, ti ho già spiegato che non posso e poi, smetti di fare tutte queste domande o sarò costretto a punirti.-Sorride portando una mano sopra la mia guancia. -Sai un po' mi dispiace.-
Odio quando mi tocca, odio avere un qualsiasi contatto con questo individuo.
-Cosa ti dispiace?-Gli chiedo.
-Mi dispiace che sia stata proprio tu ad essere caduta nella mia trappola.-
-Quale trappola? Di cosa stai parlando?- Niall mi porta la sua mano alla bocca, io cerco di toglierla con la mia mano libera, ma non ci riesco, lui mi tiene ferma con entrambe le braccia.
-Ho detto di fare silenzio.-Sospira. -La prossima volta che fiati, ti punisco.-
Sorride e si siede molto vicino a me.
-Ancora non so bene cosa farò con te. Ma se avrai pazienza, lo scopriremo insieme!-
Mi osserva bene proma di liberarmi dalla sua presa.
-Ti concedo solo qualche domanda al giorno, se sbagli con me, beh allora sarà la fine per te, Hanna.-Mi accarezza i capelli mentre piango.
-Non piangere, non ti sto ancora facendo nulla, per il momento. Risparmia le lacrime per dopo amore.- Smette di toccarmi e mi esamina con lo sguardo.
Non parlo. Parlerò quando lui mi dirà di farlo, non voglio morire, non ho ancora avuto nulla dalla vita, solo dolore.
-Forza Hanna, raccontami di te, non penso che l'altro giorno, quando ci siamo conosciuti, tu mi abbia detto la verità. -Cosa? Come fa a sapere che ho mentito?
-Hanna Spencer, io ho molte doti nascoste, non mentirmi o io, lo scoprirò! -Sorride ed io ho ancora più paura, anzi terrore.
Come sa il mio cognome? Non gli ho detto questo piccolo particolare.
-Parla dolcezza, o ti farò jscire io stesso, le parole dalla bocca.-
Mi tremano le mani e i singhiozzi del mio pianto si fanno semprw più forti.
Niall mi accarezza i capelli per poi darmi un fazzoletto di carta. Cerco di asciugarmi le lacrime, anche se è inutile.
-M-mi chiamo Hanna Spencer...-Inizio e lui mi sorride.
-Brava piccola, continua.-
-Ho 18 anni..-Annuisce per poi apparire più dolce.
Cos'altro dire? Non so neanche io molto su me stessa.
-Mi hai detto che hai una famiglia, vero o falso?-Lo sa, non posso mentire.
-Falso.-
-Brava, mi piacciono le persone sincere. Continua!-
-Ho paura di te.-Ammetto ancora una volta.
-Lo so tesoro, è normale.-Mi sorride. -Hai una casa, vero o falso?-
Sta giocando. Sta giocando con me?
-Falso.-
-Ottimo, sei brava quando ti impegni.- Niall prende un pezzo di pane dal mio vassoio e lo divide in due, un pezzo per me ed uno per lui. Mi obbliga ad accettare, faccio come mi dice.
-Da quanto tempo vaghi per la città? -
-Da tutta una vita.-Annuosce, la sua espressione sembra quasi dispiaciuta, peccato che è solo un ottimo attore.
-Sei sola, vero o falso?-Non mi piace questo gioco.
-Vero.-
-Sei stata abbandonata da tua madre davanti ad un commento, triste come cosa.-Mai quanto quello che mi stai facendo, vorrei dire.
-Sei stata adottata, ma poi i tua madre adottiva è morta e tuo padre adottivo, si è suicidato davanti i tuoi occhi.-
-Come fai a sapere tutto questo su di me?-
-Attenta tesoro, qui le domande le faccio io.-Mi avverte con un'espressione dura. Rimango in silenzio.
-Non conosci i tuoi genitori biologici, vero o falso?-
-Vero.-
-Mi dispiace piccola.-Mi accarezza il braccio.
-A cosa ti servono queste domande, se sai già tutto su di me e su la mia vita?-Deve smetterla, ne ho bisogno o impazziró.
Non ho mai parlato di queste cose con qualcuno e non sapevo fosse così doloroso.
-Voglio sapere se posso fidarmi di te.-Di me? Di sicuro sono io, qjella che non si può fidare di lui.
-Sei pazzo.-Dico prima di rendermi conto.
Niall si alza e ho paura sw mi colpisce un'altra volta. L'ultima volta sono stata svenuta per tre giorni, e non so se questa volta, il mio corpo riuscirà a reggere un ulteriore colpo alla testa.
Sono debole, zono distrutta.
Certe volte le parole feriscono ancora di più delle alzate di mano.
Le parole ti buttano giù.
-Non sono pazzo, sono solo un ragazzo che ha degli interessi fuori del normale.-Si acciglia.
-Non potresti guardare le partite di calcio o qualcosa di più normale?-Chiedo e lui mi osserva attento.
-Guardo le partite. Guardo le partite dopo aver fatto quello che mi piace.-
Niall si allontana da me e va verso la porta.
-Cosa ti piace? Cosa ti piace fare Niall?- È la prima volta che lo chiamo per nome e questo, lui lo nota.
-Mi piace far male alle persone, mi piace vederle soffrire.-
Dice sorridente ed io non so più che altro dire.
Adesso so abbastanza, so troppo e questo mi uccide ancora di più.
Niall si volta dandomi le spalle, inizia ad uscire dalla stanza.
-Sono in pericolo, vero o falso?- Chiedo.
Lui mi guarda e prima di chiudere la porta mi risponde -Vero.-
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His dark soul {COMPLETA}
Fanfiction[COMPLETA] Non ricordo l'ultima volta che sono stata bene. Non ricordo quando e come sono arrivata in questo posto. Solo una cosa mi è certa;Lui mi ucciderà, ed io devo scappare. Il colore dei suoi occhi non rende giustizia al suo essere. L'azzurro...