La preda.

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Mi sveglio per un forte dolore alla testa, dove sono? Non ricordo nulla.
La stanza è buia, solo un leggero spiraglio di luce entra, grazie alla finestra. Perché la finestra è bloccata con delle assi di legno? Legno..
Ora ricordo, sono dentro la casa di quel tipo, il ragazzo.
La casa di legno si rivela un mistero ancora più grande, non ricordo di aver visto, durante il mio firo di perlustrazione,  questa stanza. Non ricordo di aver visto questa parte di casa così sfoglia.
La stanza non possiede nulla, è vuota ed io sono per terra, legata, ancora una volta.
Sono legata termosifone,  con una corda. Perché?
Ricordo che dopo avermi slegata,  stavamo mangiando, pasta, della buona pasta.
Il panico si fa strada in me, cosa faccio? Devo andare via da qui.
Non sento rumori, forse lui è uscito.
Mi guardo intorno per vedere se trovo qualcosa con cui poter tagliare la fitta corda.Niente. Oltre me, in questa stanza, non c'è niente.
Frugo in tasca,  i miei jeans sono vuoti. Sono spacciata.
Cosa faccio? Morirò? O forse il ragazzo chiederà il riscatto e poi mi lascerà libera.
L'unico problema, è che il riscatto non lo verrà mai nessuno a pagare, nessuno si accorgerà della mia assenza.
Un leggero rumore mi fa saltare in aria. E lui? Si, e sta entrando dentro la stanza.
-Ti sei svegliata, finalmente.-Accende la luce per poi ridere e guardarmi.
-Cosa mi hai fatto?-Le mie lacrime tentano di uscire, ma le blocco.
-Io?-Si indica. -Ti ho solo dato un colpo alla testa.-
-Perche? -Chiedo e ho paura della sua risposta.-Non ti ho fatto niente, e ti ho già chiesto scusa per ieri.- Niall, si appoggia alla porta e mi sorride.
-Hai dormito per tre giorni.-Dice sereno ed io eimango in silenzio per lo stupore.
Come può essere? Ho davvero dormito per tutti questi giorni?
-Lasciami andare, ti prego.-Non so per quanto ancora riuscirò a mantenere la calma.
-Perché dovrei lasciarti andare?-Sorride. -Io mi sto divertendo così tanto e poi, come ti dicevo giorni fa, qui è molto raro che passi qualcuno per farmi visita, quindi ne devo approfittare,  non trovi?-Il ragazzo dagli occhi azzurri mi osserva, si avvicina e si siede accanto a me.
-Se vuoi un riscatto, beh ti avverto, la mia famiglia non disppne di molti soldi.-
-Tranquilla, non voglio soldi.-
-E allora cosa ci faccio io qui? Cosa vuoi da me?-Le domande escono dalla mia bocca in una velocità impressionante.
-Vedi Hanna, io non sono molto per rispondere alle domande, anzi odio che qualcuno me ne faccia, ma se ti farà stare meglio, beh risponderò a qualcuna.-Appoggia la schiena al muro freddo ed io vorrei creare più distanza possibile da lui. -Sei qui, per un motivo. Non so ancora, di preciso cosa ne farò con te, ma di sicuro so che insieme ci divertiremo.-Porta la sua mano sulla mia guancia accarezzandola. Io mi sposto.
-Siamo permalose, eh?-
-Se mi lascerai andare, io ti prometto che non dirò niente a nessuno.-Tento tutte le mie carte.
Anche quando non saprei a chi raccontare l'accaduto, la polizia mi direbbe che sono una pazza, le persone si limiterebbero a ridere di me e il guardiano,  Trevor, si preoccuperebbe solo ed esclusivamente del suo parco.
-Il punto è,  mia cara ragazza, che io non ti darò modo di uscire da qui dentro, neanche per tutto l'oro del mondo. A me basti tu.-Sorride e si alza.
-Non capisco.-Sono confusa,  perché non mi lascia andare e basta?
-Non devi, non importa cosa pensi o dici, qui, l'unica persona che conta, sono solo io.-
Il biondo si alza da terra e mi osserva.
Le lacrime scendono violente sul mio volto.
-Oh no, non piangere tesoro, non ti ho fatto ancora nulla di male.-La sua voce calma e divertita mi spaventa ancora di più. 
E se non fosse solo un ladro? Magari si tratta di una persona ancora più pericolosa.
Un maniaco? Uno psicopatico scappato da qualche centro?
-Chi sei tu?-Chiedo.
-Niall Horan, ti ho già risposto a queata domanda.-Si china alla mia altezza e mi asciuga le lacrime con le dita.
-Non toccarmi!-Lo minaccio con lo sguardo.
Perché di tutte le cose mi doveva capitare proprio lui?
-Piccola, voglio precisare che qui, io sono il padrone. Il padrone del bosco, della casa e ora..di te.-
Padrone?
Il terrore e la disperazione si fanno spazio sul mio viso.
-Non farmi del male, ti prego.-Sospira.
-Dipende da come ti comporti.-Sorride. -Qui esistono delle regole ben precise.-
Regole? Di cosa sta parlanso?
-Se sbagli, ti punisco. Semplice, no?-
-Chi sei tu?-Chiedo ancora, forse un mostro.
Chi rapirebbe mai una persona ferendola e lasciandola chiusa in una stanza buia e senza aria?
-Sei libera di definirmi come vuoi, per me non ci sono problemi.-Sorride.
-Non mi fido di te.-Dico d'istinto.
Lui mi osserva per poi sorridere. Come può una persona così poco affidabile e sicura, avere un sorriso che ti toglie il fiato?
-E fai bene, nessuno si fida di me.-
Ottimo, adesso che lo so, sto molto meglio!
-Senti, se sei ancora arrabbiato per il fatto che mi sono intrufolata dentro casa tua, senza permesso, beh io mi scuso, ancora.-Sono sconfitta e stanca. -Non era mia intenzione farti arrabbiare, ho solo cefcato un riparo per la notta, non sapevo dove antro andare e così,  salendo sopra questa valle, ho visto questa casa, mi sembrava abbandonata e così mi sono sdraiata sul tuo letto. Non voglio che ti arrabbi ancora, certo, non è staro molto carino da parte tua colpirmi alla testa e farmi perdere conoscenza per..quanti giorni è che sono stata a dormire?-Chiedo.
-Tre.-
-Ottimo, grazie. Però ti assicuro che questo sarà il nostro piccolo segreto. Non dirò nulla di te e di quello che hai fatto, appena uscirò.  Saro muta come un pesce e inoltre..-
-Zitta.-Sussurra.
-Inoltre potrei farmi perdonare preparandoti una pasto o qualcosa del genere, non sono molto brava a cucinare ma..-
-Zitta. Sta zitta!-Alza la voce e viene verso di me, con passo deciso.
Sussulto quando Niall si china verso di me e mi prende il volto tra le sue mani, lo stringe un po', provo un leggero dolore, ma non dico nulla.
Stupida me e stupida la mia brutta lingiaccia. Devo stare zitta, devo assecondarlo per poi uscire il prima possibile da qui.
-Non amo le persone chiacchierone,  odio il sentire parlare ina persona così tanto.-Le sue forti mani stringono la mia pelle e un leggero pizzichio inizia a farsi sentire per tutto il mio volto.
-Non ti ripeterò due volte le cose. Se ti sento blaterare così,  un'altra volta, non ci penserò piu di tanto prima di provocarti dolore, mi sono spiegato bene Han?- Annuisco leggermente.
Abbasso lo sguardo, lui mi lascia il volto e arrabbiato, esce dalla stanza, sbattendo con forza la porta alle sue spalle. Mi lascia da sola.

Tutto il pomeriggio mi passa a piangere.
Fino a pochi giorni fa, quattro penso, non avevo dove stare non avevo amici e vagavo per la città di londra, adesso mi ritrovo prigioniera dentro ad una casa di un..non so come definirlo.
Non so chi sia questo ragazzo, di lui so poche cose, anzi, non so quasi nulla.
Si chiama Niall Horan, è giovane, penso abbia poco più della mia età. Non è di qui, il suo è un accento diverso dal nostro, forse irlandese? Non ha una famiglia. Non ha amici, è solo come me.
Abita da solo in questa casa sperduta nel bosco.
Ama avere il controllo. Odia le epesone logorroiche, ed io sono una di queste, specialmenge quando provo paura. È pieno di tatuaggi. I suoi occhi sono stupendi.
Azzurri, un collre che non gli si addice.
È un tipo solitario, che non ama la polizia.
Forse ha qualche problema con la legge. Forse è un ladro. Forse è qualcosa di più pericoloso.
Mi ha rapita, mi ha legata e chiusa prigioniera dentro la sua casa.
Non so che fare se non piangere disperata.
Mi appoggio sulla parete fredda, la luce della stanza, proveniente dalla finestra, va sempre a diminuire. La sera sta arrivando e un altro giorno qui, passa.
Non ho più visto Niall per tutto il giorno, forse è staro arrestato mentre stava facendo un alteo dei suoi rapimenti o scippi, chi lo sa?
All'improvviso,  senza rendermene conto, mi ritrovo rannicchiata su di me, tremante. Ho freddo.
Verso tarda serata, Niall rientra dentro la camera.
Ha un piccolo vassoio in mano.
-Penso tu abbi fame, ti ho portato questo.-Dice poggiano un piatto e un bicchiere per terra.
-Non ho fame.-Dico con la paura di non poter parlare.
-Beh te la farai venire amore.-Dice con pazienza sedendosi davanti a me a gambe incrociate. -Hai perso diverse calorie in queati giorni, devi riprenderti in forze.-
-Ho bisogno solo di essere liberata.-Sussurro, ho la gola secca.
-Questo non accadrà,  quindi, non pensarci e mangia.-
-N-no.-Niall sorride.
-Se non mangi da sola, sarò costretto io a darti da mangiare.-
-Non c'è bisogno che fingi interesse per la mia salute, se poi mi maltratti.-
Il suo sguardo azzurro, incontra il mio marrone.
-Tesoro,  vedi il punto è che io voglio le mie prede, in ottima forma e tu sembri davvero una che non mangia da mesi.- In effetti ha ragione, non mangio molto da ormai troppo tempo.
Rifletto su una delle parole che ha usato nella frase di prima; "prede".
Adesso sono io la sua nuova preda?
Il cuore mi si ferma in gola.
-Lasciami andare, ti prego.-Piango.
È la prima volta che mi faccio vedere così da qualcuno, è imbarazzante.
-Mi dispiace piccola, ma non posso.-
-Perché? -Chiedo, se non parlo non lo saprò mai. Devo rischiare.
-Perche adesso tu sei mia!-Mia..
-
-Hai paura?-Chiede.
-Si.-
-Ne sono felice.-

His dark soul {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora