La ragazza sfortunata.

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Lividi, graffi, occhi gonfi, braccia e gambe doloranti, per non parlare della schiena a pezzi, capelli arruffati, bocca secca e dolore. Tanto, tantissimo dolore sia fisico che mentale.

Non so da quanto tempo sono qui, forse una o due settimane, il tempo non conta molto ormai.

Signori e signori, mi chiamo Hanna Spencer, ho 18 anni, e oltre ad avere avuto una vita buia e senza felicità, adesso sono prigioniera di uno psicopatico a cui piace pocchiare le persone.

Il perché? No, ancora non sono riuscita a scoprirlo.

Ne ho bisogno, ha detto. So solo questo.

Non so difendermi. Non posso difendermi, lui non me ne da la possibilità.

Ho tristezza, il mio cuore chiede pietà.

Perché devo soffrire così tanto? Ho sbagliato in qualcosa? Ho calpestato i sentimenti di qualcuno?

No, questo no, io non ho mai avuto una conversazione con un altro mio simile, l'ultima volta chw qualcuno mi ha rivolto la parola, fu circa tre anni fa, poi silenzio.

Anche gli animali vanno via da me, loro si spaventano, pensano che io voglia fare loro del male, ma io da loro voglio solo un po' di compagnia.

-Ti ho portato la cena.-Dice ed io solo ora i accorgo della sua presenza davanti al mio corpo pieno di lividi e senza forza.

Non ho fame, non ho soprattutto voglia di guardarlo. Non ci riesco.

Non posso guardare in faccia il mio rapitore, il mostro con cui vivo.

Continuo a fissare le sue scarpe belle e ben curate, quando lui indietreggia un po' per abbassarsi alla mia altezza.

-Non hai fame piccola?-Chiede, in viso sembra preoccupato.

Forse, il lavoro che fa e che non so è andato male?

Scuoto la testa, ho lo stomaco chiuso.

-Devi mangiare qualcosa, non voglio che tu ti senta male.-Ah no?

-Non nascondermi che non ti piace vedermi soffrire. -La rabbia e l'odio sono evidenti nelle mie parole. Mentre aspetto, ancora a testa abbassata, un suo schiaffo, sento un sospiro.

-No, non lo nascondo, perché è una cosa che mi piace.-Dice ed io lo odio ancora di più per la sua sincerità violenta. -Ma non nasconderó nemmeno, il fatto che odio vederti fare i capricci.-Mi porta una mano in viso e dopo avermi accarezzato la pelle, fredda, e mi porta una ciocca di capelli ribbelle,dietro l'orecchio.

-Se mi prometti di mangiare qualcosa, ti porto con me, in salone, a guardare un bel film.-Voglio uscire da questa stanza, voglio andare via di qui, anche se per poco.

Alzo la testa per guardarlo e lui mi sorride. -Che ne dici?-

Annuisco.

Niall si avvicina a me e mi slega dal termosifone. Prende i miei polsi rossi e doloranti tra le sue grandi mani e li accarezza.

Ferisce e cura, lui fa così.

-Ma prima, dovremmo mettere un po' di pomata qui.-Osserva.

-Non voglio il tuo aiuto.-Sussurro, adesso anche la voce non è con me.

-Hanna, non fare la capricciosa, okay?-Sbuffa e mi porta in bagno con se.-Questa sera mi sento particolarmente buono, non farmi cambiare umore.-Apre la porta e prende un tubbeto di pomata, la passa sulla mia parte di pelle arrossata.

Mi lamento un po', brucia e fa male.

-Scusa piccola, ma l'altra sera mi hai fatto davvero arrabbiare, la prossima volta cercherò di fare più piano.-Lo spero.

His dark soul {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora