Capitolo 7 - Emozioni

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"Don't you ever leave me alone
My war is over
Be my shelter from the storm
My war is over
I am a sad boy."
The War, SYML.

* * *

Dopo svariate canzoni, sento già la gola chiedere pietà per aver cantato troppo a lungo. Durante la pausa del gruppo dove sul piccolo palco fanno la loro comparsa i presentatori, avviso Sara che mi sto recando al banco per dissetarmi.

Tenendo lo sguardo basso mentre gioco con i miei capelli, aspetto che arrivi il mio turno per ordinare da bere.
Quando sono in mezzo alla gente da sola e con tutta questa luce, non sono mai a mio agio.

Mentre cerco di trovare annoiata imperfezioni nel mio smalto, mi volto improvvisamente. È qui che, alzando lo sguardo, mi trovo faccia a faccia -o meglio, faccia a petto talmente sono bassa- con due occhioni magnetici.

"E-ehi! Ciao ragazza-hobbit del Carrefour." Dice Riccardo sorridendo sinceramente. Posso notare come i suoi occhi brillano e giuro che persino i miei sono ammaliati vedendolo così da vicino per la seconda volta.

Si ricorda di me.
Con tutte le persone che vede in un giorno, lui si ricorda di una ragazzina insignificante come me.

"R-Riccioli d'Oro!" Dico con una voce incredula maledicendomi all'istante.

"Sapevo fossi tu, è difficile scordarsi di una come te! Ti ho vista ballare e cantare, sembravi divertita e mi fa piacere. Ci conoscevi già?"

Il mio cuore fa qualche saltello di gioia e stupore a causa della sua prima frase.

"Io ecco- no, sai sono qui per un'amica e insomma.." Sono talmente agitata dalla situazione che prego Dio, se davvero esistesse, che non giunga un'attacco di panico proprio adesso. Inspiro mentalmente e conto fino a tre prima di aprire bocca di nuovo. "Non è proprio il mio genere, di solito sto su altro, ma ci date dentro di brutto voi Pinguini!"

Sarà che non ho mai parlato per così tanto tempo con un ragazzo, che inoltre è un cantante che è stato persino ospite di Space Valley, che si ricorda di una sfigata come me conosciuta in un supermercato di paese qualunque.

Lui ridacchia e sembra stupito dal mio cambio di tono improvviso.
Dopo qualche attimo di silenzio passato a guardarci, in cui la tensione era certamente palpabile, decide di rompere il ghiaccio.

Peccato non sappia che io sono l'Antartide.

"Posso offrirti qualcosa da bere?" Semplicemente annuisco mostrando un sorriso, nascondendo la mia insicurezza in un angolo del mio cuore.

Quali sono le sue intenzioni?
Dagli insegnamenti di Sara, dovrei pensare che lui voglia provarci spudoratamente con me, ma la mia bassa autostima fa nascere pensieri negativi che non fanno altro che accumolarsi, peggiorando il mio umore iniziale.

"Beh, se proprio insisti.. Non posso rifiutare."

Prendo un semplice tè alla pesca mentre lui si ricarica per bene con un energy drink.
Nel mentre almeno una dozzina di persone si sono messe a conversare con lui ed io mi sento fuori posto.

Notando il mio disagio, il frontman dei Pinguini mi fa cenno di seguirlo, accompagnandomi in una zona più tranquilla.

"Riccardo." Dice ad un tratto porgendomi la mano.

Fisso la sua mano per un istante, ingoiando un nodo formatasi in gola.

È una mano.
Devi stringerla, presentarti e basta.
Sta calma.

"Bianca. Mi chiamo Bianca." Allungo la mano e lui subito la afferra prontamente, mentre io mi sforzo di essere il più naturale possibile.
Chissà se anche il suo cuore è caldo tanto quanto la sua mano. Siamo praticamente opposti.

Verso l'Antartide || Riccardo ZanottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora