Capitolo 3 - Maschera

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"This world will never be what I expected.
And if I don't belong, who would have guessed it?"

- Never too late, Three Days Grace.

***

Elisa fa la sua entrata nella mia piccola cameretta, restando sulla soglia della porta.

"Devi scendere ad Albino sul tardi, giusto?" Chiede sventolando un biglietto e già posso immaginare quale sarà la sua prossima mossa.

"Oh sì, penso di fare un salto al Carrefour." Si decide ad entrare in camera, mentre io le rivolgo la mia completa attenzione dopo aver sistemato tutto.

Spostando dalla spalla i capelli castani dalle mille sfumature che ondeggiano ad ogni suo aggraziato movimento, mi consegna quel biglietto dove sono scritti vari oggetti a lei necessari. "Prendi questi, ho letto sul depliant che sono in offerta. Ti raccomando di non spendere troppo, sai che alla mamma non piace."

Annuisco soltanto mentre accolgo nella mia mano quel foglietto, stringendo tra i denti l'interno guancia per stare zitta mentre lei torna in cucina.

* * *

Mentre pettino i miei lunghi capelli perlacei, ripenso all'oroscopo della giornata letto stamane a colazione.
Ormai è una dipendenza siccome ogni giorno non riesco a fare a meno di aprire quella dannata applicazione.

'È un periodo in cui la fortuna è dalla vostra parte, un incontro importante potrebbe mutarvi la vita' tutte banali stronzate.
Eppure si è sempre rivelato affidabile.

Impiego gran parte del mio tempo per truccarmi siccome voglio rendere il più naturale possibile questa mia pelle cerea con dei trucchi leggermente più colorati.
Il mondo del make-up mi ha sempre affascinata, per questo oggi sono così esperta soprattutto nel nascondere al meglio le mie ciglia e sopracciglia bianchissime.

Ormai è come se la vera me, quella ragazza albina impaurita dal mondo, non esistesse più se non ai miei occhi. Sin da piccola ho sempre capito di essere diversa dagli altri bambini.
La mia malattia mi ha portata ad odiare il riflesso nello specchio nonostante tutto ciò che volessi fosse essere accettata dalle persone.
Ho ricevuto come etichette stupidi nomignoli che mi facevano sentire sempre a disagio in qualsiasi luogo mi trovassi e, nonostante pensassi che cercare di essere normale mi avrebbe aiutata ad integrarmi nella società, ben presto mi resi conto che la realtà era ben diversa. Le persone che si sentono in dovere di giudicare qualsiasi cosa tu faccia esisteranno sempre per nutrirsi dell'insicurezza altrui.

Ritorno alla realtà afferrando le mie lenti a contatto verdi.
È un'abitudine che ho deciso di adottare per nascondere questi anormali occhi fiordaliso con sfumature rosate, così da raggiungere la mia idea di ragazza normale.
Sin dalla tenera età i miei genitori non volevano peggiorare la mia vista e hanno preso quindi delle misure necessarie per salvaguardare la mia salute ed il mio futuro, su consiglio di svariati dermatologi, oculisti e forum dedicati a persone affette da albinismo. Per ridurre l'abbagliamento dato dalla luce che giunge ai miei occhi, temevano che gli occhiali da sole non fossero abbastanza.
Se oggi non temo le lenti a contatto e il mio nistagmo non è per niente accentuato, è soltanto grazie a loro.

Guardo la mia immagine riflessa nello specchio, cercando di sfumare al meglio il trucco sul mio viso, toccandomi le guance.

"Così sono bella. Questa sono davvero io." Sospiro, cercando di convincere la mia immagine riflessa nello specchio che sia la verità.
È uno strano rituale che sono solita eseguire ogni qualvolta che termino di nascondere ciò che sono davvero.
Perché sì, è questo che faccio: nascondere cosa sono realmente, rinnegare la mia persona. So bene che ciò che sono oggi è anche grazie al mio albinismo, ma io lo detesto davvero. Mi ha privata di una vita normale.

La cosa ironica è che adoro il nero, la musica alternativa ed il mio armadio presenta quindi pochissimi vestiti vivaci.
Nonostante odio essere osservata dalla gente, non riesco a non osare nel mio look: eyeliner e mascara ad ingrandirmi gli occhi come un personaggio manga, choker e orecchini appariscenti che indosso in base al mio umore, cintura con doppi buchi ad adornare un paio di jeans a vita alta.
Inoltre, non possono mancare la maglia a tema band accompagnata da una felpa scura o una camicia a quadri.
Solo così riesco ad acquisire sicurezza, l'alternativo è l'unico stile che riesce a farmi sentire a mio agio con la mia persona.

Recupero lo zaino dalla camera, controllando di essere in possesso di tutto il necessario per poter uscire di casa.

Saluto tutti prima di saltellare verso l'auto, canticchiando qualcosa.

Mi rilasso sul sedile, sistemando con un gesto veloce gli occhiali sul naso, mentre cerco di spegnere inutilmente i miei pensieri. "Se solo ci fosse qualcosa in grado di salvarmi da tutto questo..."

O forse qualcuno.

'Un incontro importante'.
Tutte cazzate, basta pensarci.

Mi concentro sulla guida, regolando il volume della musica alto quanto basta per sovrastare il rumore che provocano i miei pensieri.

Un po' devo ammettere che mi manca prendere l'autobus, potevo perdermi nei miei pensieri lasciando che la musica mi rilassasse mentre osservavo il mondo fuori dalle vetrate oscurate.

È proprio così che io mi sento, sono una stupida ragazzina che percorre la sua vita nascosta dietro ad un vetro.

Se mi trovassi in un libro, probabilmente non sarei la protagonista. La mia vita non è poi così entusiasmante.

Mi rendo conto di essere arrivata solo quando il dannato semaforo di Albino segnala che devo fermarmi.

Approfitto di quel minuto per dare un'occhiata al biglietto di mia sorella, notando che la maggior parte delle cose sono prodotti per il corpo e capelli.

Proprio sui ripiani alti doveva farmi andare?

Accosto la mia piccola Opel accanto ad una macchina nera lucente.

"Non preoccuparti tesoro, a me piaci così come sei nella tua verdognolinità sbiadita." Accarezzo il volante ridacchiando, consolando la mia piccola auto. "Domani facciamo anche un bel bagnetto!"

Decido di smetterla di perdere tempo, dirigendomi quindi verso l'entrata con lo zaino in spalla e munita di un carrello.

Prendo come prima cosa tutto ciò di cui io e mia sorella abbiamo bisogno, partendo dalle bevande vegetali a cibi surgelati o a dolcetti di vario tipo.
Ho scoperto da poco di essere intollerante al lattosio, come mia sorella, quindi ora sto lavorando ad un processo di disintossicazione da tutti i latticini.
Ancor prima di venirne a conoscenza, mi ero convertita alla vita da vegetariana due anni orsono.

"Che rottura." Sospiro arrivando con dispiacere a notare che ciò che mia sorella desidera si trova proprio fuori dalla mia portata.

Mi alzo nervosamente in punta di piedi cercando di allungare le mie braccia il più possibile verso quei maledetti prodotti, quando noto con la coda dell'occhio una testa ricciola fissarmi dalla fine della corsia.

*** Spazio della Biah ***

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È APPARSO UN RIK SELVATICOOOOOOH FORSEEE? EHEHEH
Scusatemi se questi primi capitoli sono un poco monotoni, ma mi servono per introdurre la vita e il carattere della Bia TuT

⚠ Mi documento prima di scrivere, per evitare di fare falsa informazione sull'albinismo! Se per caso ne sapete di più accetto consigli. Mi scuso in anticipo per eventuali errori verbali o grammaticali, scusateee

Per qualsiasi domanda o anche solamente per parlare un po', sappiate che ci sono e farò del mio meglio! ☑

Detto tutto ciò, lasciatemi un commento se volete per farmi sapere cosa ne pensate! Ci si vede! ^^
- Bia

Verso l'Antartide || Riccardo ZanottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora