Capitolo 9 - Rovina

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"Do your demons, do they ever let you go?
When you've tried, do they hide, deep inside
Is it someone that you know?
You're just a picture, you're an image caught in time
We're a lie, you and I
We're words without a rhyme."
- Rainbow in the dark, Dio.

***

Riccardo si offre di guidare mentre ci dirigiamo verso il parcheggio adiacente all'oratorio.

Cerco di rilassare tutto il mio corpo lasciandomi scivolare sul sedile del lato passeggero quando avvia una playlist a caso e mette in moto.

Il piccolo schermo che manda in riproduzione la musica, illumina appena il viso del biondo e mi concedo di rivolgergli uno sguardo fugace. Ha un'espressione tranquilla e concentrata sulla strada mentre canticchia la melodia che si sente appena.

Quando un semaforo rosso ci sorprende, Riccardo si volta verso di me con la stessa velocità in cui io distolgo lo sguardo, costringendomi in un sorrisetto imbarazzato.

"Se vuoi, metti pure una canzone che preferisci." Mi incita a prendere il suo telefono aprendo l'app Spotify ma io ridacchio.

"Sei sicuro? Non ho proprio i tuoi stessi gusti." Affermo notando come la sua espressione si incuriosisce.

"Vai tranquilla, tu fai, basta che non sia troppo estremo." Sorride, alchè io decido di optare per una delle mie canzoni preferite, In truth divided della band Dark Tranquillity.

Mi sento a mio agio così inizio a torturare i miei capelli perlati per fare una morbida treccia, intonando le parole di questa canzone malinconica.

"Beh, non il mio genere ma meglio di ciò che mi aspettavo."

"Guarda che sono stata buona, ringrazia che ti ho risparmiato gli Slayer."

Ci scambiamo giusto qualche parola per spezzare il silenzio durante il tragitto, finché non arriviamo a destinazione. Con mia sorpresa è un piccolo pub in cui venivo a passare la serata con Sara ogni tanto tempo fa. Abbastanza tranquillo e non troppo affollato, ma dopotutto essendo sabato sera non posso pretendere di trovare vuoto.

Non appena usciamo dall'auto la musica e il vociare delle persone arrivano distintamente alle mie orecchie. Riccardo si specchia per un istante nel finestrino per sistemarsi i ricci, per poi dirigerci verso l'entrata del locale.

Quasi come se ci leggessimo nel pensiero, andiamo dritti ad un tavolo in un angolo relativamente calmo del pub e con mia grande sorpresa fa per spostarmi la sedia.

"Wow, sei sempre così galantuomo?" Domando cercando di punzecchiarlo e lui ride cercando di dare una risposta che non siano adorabili monosillabi.

"Solo con le ragazze pallide dai gusti musicali discutibili." In tutta risposta io alzo gli occhi al cielo sbuffando divertita.

Una delle ragazze che serve ai tavoli ci raggiunge per annotare il nostro ordine sul blocco di carta che tiene tra le mani, per poi ritornare qualche minuto dopo con i nostri drink: io ho scelto un Virgin Colada mentre Riccardo una birra bionda.

"Sai che ti facevo più ragazza da analcolico alla frutta? Pensa te quanto la vita a volte è strana! Ad esempio un giorno ti trovi ad aiutare un hobbit al minimarket del paese e qualche sera dopo le stai pure offrendo un drink."

Verso l'Antartide || Riccardo ZanottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora