Capitolo 8 - Stupire

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"Another day another sleepless night
Another morning that you've got to fight
Hoping one day it'll change
One day you will escape
One day you cannot feel the pain.
So shelter me,
Shelter me from the demons in my head."
- Shelter me, Eclipse.

***

Sara mi parla mentre io sono persa in un mondo tutto mio. Riccardo si sta preparando a tornare sul palco e la mia amica non si accorge che sono completamente ammaliata dal frontman della band.

Finalmente si zittisce quando il ricciolo si decide ad afferrare il microfono per riprendere in mano la serata.

"Buona sera di nuovo e spero vi stiate divertendo! Ok allora, ora proponiamo qualcosa di diverso dal solito, una canzone che sicuramente molti di voi che hanno buon gusto conoscono." Il pubblico ridacchia e acclama desideroso di sentire il pezzo.

"Sapete, a volte la vita può essere davvero imprevedibile, per questo non bisogna lasciarsi scappare i regali che essa vi propone, me ne sono reso conto con l'esperienza."

"Per te." Dice semplicemente prima di partire a suonare, rivolgendomi uno sguardo veloce.

Sono sempre stata una ragazzina tranquilla, lontana dal caos, alla ricerca della semplicità in ogni angolo del mondo. Non ho mai amato farmi notare, siccome sono diversa dagli altri e, nonostante abbia uno stile appariscente, odio avere gli occhi della gente puntati addosso.
A volte vorrei essere normale, che poi che significa normalità? Seguire una certa routine, essere una persona comune adeguata agli standard di questa corrotta e noiosa società? Mostrarsi con diverse maschere in base alle situazioni?

Per me nemmeno esistono tutte queste imposizioni sociali, ogni giorno è una sfida nuova in cui non ci si annoia mai, per questo il mio vocabolario vieta la parola normale.

Per me nemmeno uscire alla luce del sole senza avere l'ansia costante è una cosa presente quotidianamente nella mia vita, come invece lo è per diverse persone.

Due genitori portatori sani, hanno trasmesso alla loro terzogenita l'albinismo.
Questa malattia mi ha praticamente costretta ad abituarmi agli sguardi della gente, sia che esca senza la mia maschera oppure soltanto per il mio modo di vestire abituale; al dolore che provavo quando vedevo gli altri bambini attraverso il vetro oscurato della macchina, chiedendomi perché non potessi stare con loro invece che attraversare i bianchi corridoi di un ospedale.

Ma ora, vengo notata per qualcosa di totalmente diverso.

Inizio finalmente a capire cosa significa essere notata per quello che si è, essere cercata per aver attratto una persona per come la mia anima si presenta veramente, senza veli davanti. Ho finalmente un briciolo di speranza che qualcuno mi apprezzi sinceramente per ciò che sono.

La voce di Riccardo che dolcemente intona Fix You dei Coldplay mi impedisce di trattenere un sorriso rilassato. Anche in mezzo a tutta questa gente vedo soltanto la sua persona e per una volta la mia coscienza mi permette di concedermi ad emozioni completamente nuove.

Purtroppo anche le cose belle hanno una fine, ed il pubblico che applaude entusiasta segna il termine della canzone.

Con questo anche il loro piccolo concerto qui si è concluso. Io sono ancora parecchio emozionata e anche Sara sembra contenta, mentre insiste con l'andare a salutarli tutti.

Verso l'Antartide || Riccardo ZanottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora