Capitolo 10 - Fiducia

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"'Meglio bruciare che spegnersi lentamente'
L'ha detto chi non deve illuminare gli altri
Ma io ho paura sempre di rimanere al buio
Mentire alla tua mente mentre provo a salvarti."
- Ricordi, Pinguini Tattici Nucleari.

***

Il telefono vibra in continuazione accanto al mio cuscino impedendomi di bearmi del solito silenzio che abita la mia stanza. Continuo a rigirarmi tra le lenzuola sperando che Riccardo la smetta di inviarmi messaggi e pensi che io mi sia addormentata. È uno di quei momenti in cui desidero solo rendermi estranea al resto del mondo, per rifugiarmi nella mia bolla personale al sicuro dalla negatività che spesso mi circonda solo a causa mia.

Un certo ricciolino dagli occhi chiari proprio non ne vuole sapere di lasciarmi in pace, costringendomi a desiderare che il mio cellulare sparisca.

Nonostante potrei semplicemente attivare la modalità aerea per non ricevere altre notifiche, so bene che non mi sentirei in pace e finirei per passare la notte insonne tra continui rimorsi.

Passano svariati minuti prima che mi decida ad afferrare il telefono per sbloccarlo, solo quando smette di vibrare. Leggo così le anteprime dei messaggi su Whatsapp, ignorando la chat di Sara che chiede come si è evoluta la serata.

Riccioli d'oro 🎵:
Ehi, stai bene?
1:15
Sei arrivata a casa? Scusami, mi preoccupo facilmente ahah
1:23
Forse stai solo dormendo e spero tu abbia tolto la suoneria dal cellulare.. Voglio solo che tu sappia che ho passato una bellissima serata con te
1:30
Sincero? Mi piacerebbe rivederti, se lo vuoi
1

:36
Sei stata bene stasera? Sei di buona compagnia
1:40
Vorrei avere il piacere di conoscerti più a fondo
1:49
Buonanotte, Bianca. 😊
1:52

Sembrerebbe la persona più sincera del mondo di cui la parte migliore di me potrebbe fidarsi ciecamente. Eppure mi ritrovo sempre costretta a fare i conti con il lato peggiore della mia persona, diffidente ed aggressivo.

Ho lottato così tanto in passato cercando di cambiare aspetti della mia persona che odiavo, ma più ci provavo e meno riuscivo nel mio intento.

Pensare che da bambina credevo che la mia diversità mi rendesse speciale: sognavo di diventare come i personaggi dei miei libri preferiti. Quelli che non si arrendono di fronte alle difficoltà, con estrema forza di volontà nel rialzarsi ogni volta nonostante la vita li prendesse a calci in ogni capitolo.
La vita non è un libro ed ho abbandonato assurdi sogni e credenze verso la strada della consapevolezza di non essere la protagonista di un libro fantasy.

La mia aggressività è soltanto difesa.
Mi sto difendendo da possibili conseguenze che ancora non sono successe ma che potrebbero accadere.
A volte penso di essere pazza siccome creare questi scenari porta solo alla distruzione del mio essere, rendendomi solo più fragile.
Sono una preda per le persone con un temperamento da leader e un carattere forte.
Ciò che io non possederò mai neanche se passassero altri dieci anni.

Sempre se sarò ancora in vita.

Mi ricorda la mia coscienza con crudeltà. Non è da sottovalutare il fatto che potrei contrarre una malattia della pelle in futuro. Per ora ho sempre prestato attenzione ad evitare il sole come si deve, persino in casa rimanendo sola in camera con le persiane ben chiuse, completamente al buio con la sola luce del cellulare ad illuminarmi il viso e la modalità lettura costantemente attiva.

Verso l'Antartide || Riccardo ZanottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora