"E se m'hai visto piangere
Sappi che era un'illusione ottica
Stavo solo togliendo il mare dai miei occhi
Perché ogni tanto per andare avanti sai, avanti sai
Bisogna lasciar perdere i vecchi ricordi."
- Pastello Bianco, Pinguini Tattici Nucleari.***
"Per oggi abbiamo terminato." Sospira la donna di fronte a me, regalandomi un tenero sorriso mentre apro gli occhi lentamente costringendomi a riacquistare lucidità.
Il lavoro di visualizzazione su cui ci stiamo concentrando nelle ultime sedute è impegnativo, però mi aiuta a capire come posso procedere nel mio progetto di trovare serenità con me stessa.
"Abbiamo fatto dei grandi passi quest'oggi ma ora è meglio che ti lascio andare." Da un veloce sguardo all'orologio da polso, portando poi l'attenzione nuovamente su di me.
"Ti ringrazio." Le sorrido dolcemente, con una leggera velatura di amarezza nella mia voce che la donna coglie all'istante.
"C'è altro che ti turba di cui non me ne hai parlato, vero?" Assottiglia gli occhi insospettita, evidenziando così qualche ruga ai lati di essi.
"No." Mento. "A parte i problemi di cui abbiamo parlato oggi, in generale sto benone. È solo che..."
Vorrei qualcosa in particolare.
Aspetto qualche istante, dandomi del tempo per permettermi di pensare ad altro. Non ho bisogno di nessuno, tanto meno dell'amore. Vedere sui Social in continuazione coppie realizzare un futuro insieme mi deprime , specialmente nei momenti di debolezza. Devo smetterla di aprire TikTok nelle pause lavorative.
Nessuno mi vorrebbe accanto.
"Non c'è nient'altro che non va, credimi." Sforzo un sorriso cercando di convincerla, mentre mi alzo indossando la giacca borchiata in fretta e furia. "Mi sento solo... Svuotata! Come sempre. Più leggera."
"Ti credo." Risponde lei rassicurandomi, anche se so benissimo che non sono stata per niente convincente. "Quando vorresti tornare?"
"Tienimi pure un posto per martedi, alle due." Sorrido, prima di venire circondata con un forte abbraccio che ricambio prontamente. "Ti saluto la mamma non appena sarò a casa."
Dopo esserci salutate calorosamente, mi allontano dallo studio della donna, respirando a pieni polmoni l'aria autunnale.
Dopo aver parlato con la mia psicologa mi sento meglio, ogni volta mi libera dai miei problemi che sono solita accantonare in un angolo del mio cuore aiutandomi a capire la realtà del mio malessere interiore.Ce ne sarebbe ancora di lavoro da fare per riuscire a superare determinati traumi che premono sulle mie spalle, caricandomi di negatività.
"Ehi bellezza, andiamo a casa?" Chiedo dando due pacche sul cofano della mia piccola auto con cui condivido il medesimo anno di nascita.
Ho la patente perché non ho particolari problemi alla vista e questo lo devo ai miei genitori che, essendosi resi conto che da neonata evitavo la luce, si sono subito rivolti a degli specialisti di un noto ospedale di Milano dove aiutano diversi albini.
Rischiavo di sviluppare il nistagmo ma fortunatamente non è successo, anche se devo convivere comunque con una forma di fotofobia.
Io sono l'eccezione tra tutti gli altri con la mia stessa patologia, però ho comunque bisogno di un supporto diottrico per raggiungere i requisiti visivi per poter guidare, nonostante non me la senta di intraprendere viaggi troppo lunghi.Frugo nel mio zaino alla ricerca delle chiavi e degli occhiali, mentre intanto ricevo qualche sguardo incuriosito dalle persone che circolano per le strade di Clusone.
Ormai è un'abitudine.
Esco prontamente dal parcheggio per poter tornare a casa il più velocemente possibile, regolando il volume della musica per evitare distrazioni.
Essendo oggi una giornata uggiosa sono di buonumore perché non sono costretta ad indossare occhiali da sole tutto il pomeriggio.
Finalmente è quel periodo dell'anno che amo: è cominciata la mia stagione preferita, l'autunno.Tra continui cambi di canzoni e imprecazioni varie dedicate a coloro che non sanno le precedenze -mi chiedo come abbiano ottenuto la patente- giungo finalmente a casa.
Abito in un piccolo paesino della media Val Seriana che non conta nemmeno duemila abitanti.
Circondata da boschi e montagne, la maggior parte degli abitanti sono anziani, abbiamo piccole risorse e i mezzi di trasporto contano solo 3 fermate e credo 12 corse in tutta la giornata.È il posto dalla quale bramo ardentemente ogni giorno il fuggire via ma in cui, non nego, spero di ritornare sempre.
È una sorta di sicurezza che sento pienamente mia, è quel posto che oserei vantare anche se mi trovassi nella città più bella del mondo.
Questo paese è la mia casa e quando mi trovo lontana, la nostalgia si fa sentire.Levo le scarpe beandomi del silenzio che circonda la mia casetta, salendo al piano di sopra dove trovo mia sorella intenta a preparare qualche dolce.
"Ciao Elisa. Che prepari?" Sussurro sperando non si sia svegliata con il piede sbagliato questa mattina.
Mia sorella ha questa peculiarità, un giorno sì e l'altro pure è lunatica, ma le voglio un gran bene."Ciao." Saluta semplicemente, ignorando la mia domanda.
Ok, ora dosa bene le parole e non fare la testa di cazzo, Bianca.
"La mamma è a letto ora?" Inizio, cercando di mantenere un tono di voce calmo e rilassato. A volte è inutile prendersela perché anche se discutiamo alla fine non cambia niente. Il problema è che io sono parecchio permalosa e, come ciliegina sulla torta, sono del libertino e sognatore segno dell'aquario ma purtroppo ascendente del testardo e combattivo toro.
Lei annuisce semplicemente alla mia domanda mentre le rivolgo uno sguardo pensieroso.
Perché lei è nata così bella?
Io è un miracolo se raggiungo il metro e cinquantasei togliendo i miei anfibi, mentre lei sfiora il metro e settanta.
La sua pelle è almeno quattro toni più scura della mia.
La differenza tra me e lei è abissale ora che ha anche l'abbronzatura della recente vacanza fatta al mare.Io ad esempio posso solo che sognare di fare una giornata come una ragazza normale in spiaggia, perché la mia fotofobia me lo impedirebbe e ho il timore di incorrere a problemi più gravi del capriccio di una ragazzina che vuole solo fare un tuffo in mare, quando il sole ti pizzica la pelle e la bocca assapora l'acqua salata...
"Ehi vampiretta, ci sei?" Mi riporta alla realtà mia sorella, sottolineando il nomignolo che erano soliti darmi lei e mio fratello quando eravamo piccoli.
Sventola una mano davanti ai miei occhi azzurrini consegnandomi un sorriso, prima che torni concentrata sulla sua ricetta ed io invece mi reco in camera, per tuffarmi in un mondo tutto mio.
*** Spazio della Biah ***
La ragazza raffigurata nella foto ad inizio capitolo, sono io editata!
Se volete seguitemi su Instagram, per non perdervi nulla sulla storia: WhiteffyEccoci con il primo capitolo! ERA ORA AHAHA VERO?
Spero vi piaccia :D
Comunqwe alcuni nomi e fatti sono puramente frutto della mia mente, su altri mi ispiro alla realtà.Ad esempio, non sono 1,56 e nemmeno albina, sfioro il metro e 63 lol però ho deciso di mettere alla nostra protagonista questa statura perché sì.
⚠ Inoltre ci tenevo a precisare che mi documento prima di scrivere, per evitare di fare falsa informazione sull'albinismo! Se per caso ne sapete di più accetto consigli.
Mi scuso in anticipo per eventuali errori verbali o grammaticali, scusateee
Per qualsiasi domanda o anche solamente per parlare un po', sappiate che ci sono e farò del mio meglio!
Detto tutto ciò, lasciatemi un commento se volete per farmi sapere cosa ne pensate! Ci si vede! ^^
- Bia
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Verso l'Antartide || Riccardo Zanotti
Fanfiction"Non dirlo a nessuno" è la frase che con più frequenza pronuncerai dopo aver detto un segreto a qualcuno. Rivelarlo non risulta sempre facile per paura che esso possa essere condiviso con terze parti e di conseguenza nuocere alla tua persona, siccom...