Capitolo 5 - Tornado

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"Giuro con te avevo l'impressione che fossi scesa dal cielo sì, solo per me.
Per salvare me da questo inferno, sì. Questo freddo inverno, questo freddo posto qui.
Non so se puoi capirmi perché dicono che il destino te lo crei non te lo scrivono.
Ma avevo l'impressione fossi un angelo, mentre gli amici miei morivano."
- La Bella e la Bestia, Achille Lauro

* * *

Ormai ero quasi arrivata alla meta, anche se con largo anticipo come mio solito, ma non avevo intenzione di abbandonare Sara all'improvviso, alle prese con la crisi settimanale per la sua attuale relazione.

La mia amica, ignara di dove mi trovassi, lasciava che la sua voce uscisse dalle casse della mia auto a tutto volume, impedendomi di bearmi dell'unica cosa che mi distrae dalla noia della giornata: la musica.

"È che io te lo giuro," Un lungo sospiro prima di proseguire, "Non posso staccarmi da lui. Il mio cuore perde un battito ad ogni suo sorriso, ad ogni suo sguardo..."

A questa sua frase, sussulto quando mi passa nella testa l'immagine del viso del ragazzo del Carrefour.
Il suo sorriso dolce, i suoi occhi eterei, la sua spontaneità.
Ripensare a lui mi fa effettivamente battere il cuore in modo anomalo.

"Bia, tutto bene?" Sara mi risveglia dai miei pensieri mentre faccio manovra per parcheggiare. Probabilmente mi sono persa una domanda quando ho iniziato a pensare a Riccioli d'Oro. "Hai capito che ho detto?"

"Oh sì, sì certo! Pensavo solo che ho sentito la stessa cosa quando ho visto quel cosplayer di Dio Brando lo scorso Novegro. Cazzo, era dannatamente uguale all'originale!" Cerco di inventarmi la prima cosa idiota e credibile passatomi per la testa.

"Sei una cretina! Ma è proprio tipico di una fangirl come te."

Già, è proprio da me.

"Senti, come fai a dire che lui sia la persona giusta per te?" Domando mentre do uno sguardo all'orologio.

"Non ne sono certa, ma credo che semplicemente lo percepisci dentro di te." Dice mentre avverto un continuo clack, probabilmente si tratta dell'accendino. "Quando ho guardato Ale negli occhi ho sentito come un tremolio nel mio cuore. Forse era un incontro destinato ad accadere!"

"Un incontro del destino", che io sia maledetta che a colazione mangio brioche e oroscopo.

"Oh." Riesco solo ad emettere un flebile suono, mentre ripenso ad un paio di occhi che non hanno proprio intenzione di togliersi dalla mia mente.
Io ho visto un intero panorama, una distesa di acqua nella quale probabilmente non avrei mai timore di imparare a nuotare.
Non è paragonabile ad un  semplice tremolio.

"Ora ti devo lasciare, scusami ma ho un impegno e ho i minuti contati!" Esclamo mentre mi accorgo di quel dannato sole che inizia ad uscire dal suo nuvoloso nascondiglio.

Dopo esserci salutate, afferro la mia felpa scura tirando su il cappuccio, dirigendomi con ampie falcate verso il luogo sicuro dove mi aspetta la mia consulente per la solita seduta.

* * *

"Ora, chiudi gli occhi." Disse la donna seduta a gambe accavallate poco distante da me con voce decisa. "Pensa a tua madre."

Serro gli occhi lentamente, ripetendomi di stare calma concentrandomi su ogni respiro e sulla sua voce. Sono le uniche cose che devono occupare la mia testa in questo momento.

"Che cosa senti?" Mi chiedo come la sua voce possa essere così calma.

"Una stretta feroce allo stomaco." Ingoio un nodo formatosi in gola.

Verso l'Antartide || Riccardo ZanottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora