15. Camomilla

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KIRISHIMA'S POV

Decisi di non seguire gli altri nella camera di Sero e Denki, preferii andare nella mia a prendere a pugni il mio -ormai quasi rotto- sacco da boxe.

Non sapevo cosa pensare. Da un lato avevano ragione Mina e gli altri; Bakugou era stato uno stronzo. Certo, Bakugou è sempre stato uno stronzo, ma non è mai finita in quel modo una nostra discussione. Solitamente si sarebbe risolta con un'acciuffata e tutto sarebbe ritornato come prima.

'Non capisco quale sia il problema, cazzo.' Pensai disperato mentre continuavo imperterrito a colpire il sacco, aumentando i colpi e la potenza. Le nocche iniziarono a dolermi ma ciò non fece che alimentare la mia adrenalina. Stavo grondando dal sudore e quasi strappai la t-shirt per sfilarla.

"Merda!" Imprecai dopo aver letteralmente distrutto l'attrezzo, ormai inutilizzabile.

"Non credevo di farti quest'effetto"

Mi girai di scatto, e seguendo quella voce trovai il biondo poggiato allo stipite della porta con una tazza in mano e un'espressione rilassata sul volto. Era messo male, non stava bene e glielo si leggeva in faccia.

Ha un'espressione così stanca che non sembra lui. Dall'odore dolce sembra che, ironia del momento, abbia davvero preso una camomilla.

"Non avresti dovuto rivolgerti a Mina in quel modo..."

"Non cambiare discorso"

Prima di rispondere mi lasciai cadere sul letto dietro di me. "Non avresti dovuto e lo sai, cavolo è la mia ragazza!"

"Ho detto solo la verità"

"Sai come stanno le cose!" Dissi sull'orlo di una crisi di nervi. "Si, so che sei impotente"

Lo guardai esterrefatto. Mi alzai di scatto e mi avvicinai quasi minaccioso, non avevo mai reagito in questo modo con Bakugou, ma quella volta persi davvero le staffe. Gli puntai il dito contro, aprivo e chiudevo la bocca, in cerca di qualcosa di sensato da dire, ma non ne avevo il coraggio.

"Come pensavo" disse presuntuoso prima di andare nel suo di letto. Poggiò la tazza ancora fumante sul comodino e si stese sulle lenzuola.

S'era ormai fatto tardi e molto probabilmente Katsuki dormiva già. Io non riuscivo a chiudere occhio. Avevo mille pensieri che mi frullavano per la testa; avevo bisogno di parlargli. "Bro?" Dissi insicuro di risultare azzardato.

"Non chiamarmi bro." Come pensavo...

"Ti ho sempre chiamato così" risposi cercando di non far sentire che me l'ero presa.

"Non farlo più."

"Qual è il tuo problema?!" Quasi urlai, alzando il busto dal materasso. Gli lanciai uno sguardo e notai che era girato verso di me. Andai letteralmente in fiamme, forse per la vergogna (?)

"Tu"

"C-cosa?" Sperai davvero di aver capito male.

"Sei tu il problema"

Ma non era così.

Sentivo tutte le mie insicurezze dissotterrarsi dalla tomba, quelle che il mio migliore amico mi aveva aiutato a seppellire. Tutti i fallimenti che mi sono addossato si stavano rifacendo vivi e quello era forse il peggiore di tutti, faceva troppo male.

Non so cosa accadde dopo con precisione, so solo che il mattino seguente non mi presentai a lezione e in più, se la sera precedente mi ero mostrato titubante sul passate le vacanze natalizie da solo, in quel momento non me ne poteva fregar di meno, anzi, avrei preferito sprofondare in quel buco di camera. Cos'era successo? Non ne avevo la più pallida idea. Di certo avevo perso il mio migliore amico, per un motivo a me sconosciuto, e sapere di non poter far nulla per rimediare mi sviscerava lo stomaco. Mi sentivo anche un fottuto egoista a lasciarmi divorare dal buio della stanza mentre i miei amici cercavano di convincermi ad aprire la porta, anche solo per un saluto.

Era il giorno prima della Vigilia, sarebbero ritornati tutti dalle loro famiglie e sarebbe stato deprimente non vedere nessuno per più di due settimane, ma almeno non avrei dovuto affrontare il biondo, il quale, nonostante il rapporto turbolento con la madre, sarebbe sicuramente tornato a casa per le vacanze.

Per un momento però misi da parte il mio stato d'animo e, scostando le coperte calde, andai verso la porta, al di là della quale mi aspettavano gli altri.
"Sicuro di non voler venire da me?" Mi chiese per sicurezza Ashido con uno sguardo preoccupato.

"No, tranquilla, grazie ancora per l'invito" risposi accennando un sorriso e dandole un bacio sulla guancia. Lei annuí e prima di andarsene mimò un 'chiamami se hai bisogno' , seguita da Sero , Denki e Jirou che mi salutavano scuotendo le mani. Ricambiai velocemente e dopo che ebbero oltrepassato il corridoio mi fiondai nuovamente sotto le coperte, appisolandomi tristemente poco dopo. Dormii per un tempo indefinito, probabilmente era sera in quanto non entrava più luce dalla grande finestra, lasciata rigorosamente aperta.

Sentivo una voce ovattata, non riuscivo a capire chi fosse, ma era parecchio incazzata. Tentai di alzarmi ma con scarsi risultati, ero stanchissimo, non avevo mangiato praticamente nulla quel giorno.

"Quella vecchiaccia è sempre in ritardo, persino durante le vacanze..." sentii borbottare.

Dopo aver riconosciuto la voce stavo per voltarmi, ma mi bloccai all'istante. 'Non posso'.
Ad alimentare le imprecazioni del biondo fu una chiamata, probabilmente della madre perché riuscivo a sentirne la voce anche dal letto, tanto che urlava.

"SONO LE SETTE DI SERA, SE NE SONO ANDATI TUTTI DA UN PEZZO!" La rimproverò il figlio.

"Non è mica colpa mia se c'è traffico!" Esclamò la donna alterata.

Mentre battibeccavano, mi girai appena nella direzione di Bakugou senza però farmi notare. Vidi che teneva il cellulare tra l'orecchio e la spalla mentre sistemava il borsone sportivo che solitamente usava per gli allenamenti, riempiendolo di vestiti piegati alla perfezione. Ad un certo punto però, nonostante mi stesse dando le spalle, notai esitazione nei suoi gesti, stava cercando qualcosa.

"Dov'è..." sussurró mentre potetti sentire la madre urlare cose incomprensibili al telefono. Si giró di scatto verso di me. "Kir- uh...capelli di merda, hai i miei auricolari?" Mi chiese estremamente calmo.

Prima che potessi rispondere però sentii delle urla di Mistuki e poi lei che chiedeva di mettere il vivavoce.
"Kirishima, caro!"

"Salve Signor-"

"Sai che tu puoi chiamarmi Mistuki tesoro, non farti alcun problema."

"O-oh si, giust-"

"Senti Kirishima, anche i tuoi hanno ritardato per motivi che riguarderanno sicuramente il TRAFFICO?!" Era una frecciatina?

"In realtà no Sign- ehm, Mistuki. Non tornerò a casa per le vacanze invernali, i miei sono fuori città per lavoro." Dissi ridacchiando appena, visibilmente a disagio.

"MA COME?!"

Non so come e non so perché ma mi ritrovai a casa dei signori Bakugou a trascorrere il Natale con loro. Credo che il biondo volesse uccidermi, ma non avevo scelta, non potevo rifiutare.
Potevo percepire tutto il suo disappunto sia dal modo in cui mi osservava mentre preparavo la valigia che mentre eravamo saliti in auto. Non aveva proferito parola, neanche per sparare qualche brutta parola contro la madre o per la mia goffaggine nell'Infilare le mie cose nel bagagliaio.

Faceva male e non sapevo che fare.

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Ciao cacchette! Come state? Spero bene!
Non ho ricontrollato il capitolo ma spero vi piaccia lo stesso 🤺

-Harley❤️

Hidden feelings [Kiribaku/Bakushima]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora