Il ragazzo che credeva di salvarmi

Capitolo 6 - Mente annebbiata

Mi stavo preparando per andare a fare un po' di allenamento per ricaricarmi dalla giornata poco produttiva e poco salutare.

Scaldare i muscoli con della musica rilassante mi aiuta sempre a mantenere la concentrazione e il respiro continuato soprattutto verso sera quando la stanchezza prendeva il sopravvento.

Era una routine che avevo iniziato solo di recente e di cui avevo già notato dei benefici notevoli tanto da riuscire a togliere temporaneamente il mio mal di testa che rimaneva fisso in quel punto senza mai smettere d'intensità.

Poi come ogni sera mi distendo sul letto a doccia conclusa e per la prima volta riapro un libro che avevo volontariamente lasciato chiuso e incustodito tanto da crearsi un sottilissimo strato di polvere.

Non ricordo di preciso quando era stata l'ultima volta che mi fosse capitato tra le mani un libro ma so per certo che erano passati diversi anni.

Ma questa volta sentivo il bisogno di iniziare qualcosa di nuovo che non fosse un manga o una trama di una serie tv.

Avevo bisogno di qualcosa che mi tenesse la mente occupata da brutti ricordi per fare spazio ad altri di migliori e quel libro era la risposta.

Ogni parte di esso mi metteva in uno stato inesplorato e questo mi permetteva di lasciare la mia mente confusa il giusto necessario per riuscire ad addormentarmi con rapidità e in totale tranquillità.

Erano passati diversi giorni dall'ultima chiamata e il nostro incontro si stava avvicinando sempre di più e non passava giorno dove io non perdessi le ore a capire che direzione prendere con te perché qualsiasi parte di essa mi sembrava troppo insicura finora per sentirmi compresa. Ma proprio perché era tutto così ancora incompreso che alla fine finivo sempre per scegliere la più rischiosa.

In fondo il rischio è quello che mi ha dato sempre ottime soddisfazioni perciò non mi resta che vestirmi con le cose che avevo già accuratamente scelto la sera prima e mi incammino verso casa tua come d'accordo.