Non era questo il modo che volevo che finisse. Non era così che me lo ero immaginata.
Quella sera avevo gli occhi pesanti, ma non riuscivo a dormire così ho passato le ore a sfogliare un giornale. Nemmeno io sapevo come mi fosse capitato tra le mani. Non stavo nemmeno leggendo ma le immagini mi avevano catturata. Così definite di una grafica spettacolare. I contorni molto sottili di un colore pastello con un rivestimento in plastica per proteggerle dall'acqua.
Ero talmente presa nell'osservare ogni singolo dettaglio di queste fotografie che non stavo più prestando attenzione a ciò che mi circondava fino a quando non mi sento chiamare.
Mi guardo attorno per capire chi mi stesse cercando e nell'abbassare lo sguardo ti vedo.
Un saluto troppo studiato che mi ha allontanato ancora di più da te. Le tue parole non risultavano più coinvolgenti come un tempo anzi mi hanno dato la conferma di quanto eravamo in due livelli completamente opposti ma non ci volevo credere e ho sperato fino alla fine che fosse tutto frutto della mia stessa immaginazione fino a quando non ho iniziato a trovare tutti i pezzi dello stesso puzzle che tu stesso avevi distrutto.
È stato in quella frazione di secondo dove ho avuto la piena visione che credevo di sapere cosa fosse amore fino a quando non ho capito di non averlo mai avuto.
Una creazione di legame nato tramite un illusione.
Quella stessa illusione che mi ha portato a credere in un futuro.
Un futuro che mai è esistito.
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Il ragazzo che credeva di salvarmi
Short Story*IN REVISIONE * [...] "Nata per rinascere". Una delle tante frasi che mi ero impressa nella mente prima di inziare a scrivere apertamente tutte le sensazioni e pensieri sviluppati nel corso della mia vita. Mesi di nulla, buttati alla ricerca di...