Capitolo 8 - Emozioni indescrivibili

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Cavolo la giornata era veramente volata.

Il tempo di rimettermi le scarpe e correre verso casa per riuscire ad arrivare in tempo per la cena.

Si sarebbe mangiato finalmente la pizza e questa volta per cambiare ho optato per degli ingredienti molto semplici come patatine e würstel che uniti diventano ancora più gustosi.

Nel appoggiare la bici sento il campanello suonare e intravedo un ragazzo intento a consegnarci le pizze ancora fumanti. Rapido saluto ed entro dentro casa.

Stranamente non mi venne fatta alcuna domanda riguardo dove fossi stata il che mi aveva al quanto insospettito. Tutti erano così silenziosi intenti ad assaporare al meglio la pizza compresa me. Non avevo mai mangiato così velocemente quanto quel giorno.

Ero ancora troppo concentrata ad analizzare l'insieme di tante emozioni provate contemporaneamente che volevo poter salire in camera da letto per rimanere sola con me stessa il più presto possibile.

A rendere il tutto ancora più complesso non poteva che mancare un tuo messaggio per dirmi di quanto bene fossi stato questo pomeriggio e di come le cose siano andate secondo i tuoi piani.

Eri un bravo calcolatore niente ti sfuggiva, volevi avere tutto sotto controllo. Non ne ero a conoscenza del motivo ma non mi turbava anzi questa volta ero io la persona che veniva coccolata e questo per me era tutto così nuovo.

Forse era proprio quello di cui avevo più bisogno in questo momento e di questo ero immensamente grata.
Eravamo appena all'inizio della nostra conoscenza ma dentro di me si era già creata quella sensazione di benessere e volevo andare più in profondità per scoprire che cosa il mio subconscio stesse cercando di farmi capire.

Entrata in camera mi sono distesa con la speranza che tutti i miei pensieri al quanto confusi e poco chiari riuscissero a formare un testo di facile lettura.
Sapevo che solo il tempo mi avrebbe aiutato a trovare tutte le risposte ai miei mille dubbi perchè solo così sarei riuscita ad avere la certezza che questo avrebbe significato veramente qualcosa.

Rimango fissa a guardare un punto nella stanza non so per quanti minuti prima di rialzarmi a controllare per l'ultima volta che tutto fosse in ordine senza aver dimenticato pezzi per strada per poi riprendere con la lettura del libro come ogni sera.

Il ragazzo che credeva di salvarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora