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P.O.V Italia

Ci mettemmo un po', furono 15-20 minuti neanche ma li percepì come interminabili ore, di pace, di tranquillità e, sebbene mi faccia arrossire ammetterlo, tenerezza, avrei voluto non finisse mai ma ciò non era possibile sfortunatamente e quando l ultima fettina di carne assunse la forma desiderata ci furono alcuni minuti di silenzio, dovevamo staccarci. Non volevamo. Ma dovemmo, io rimasi fermo, abbassando giusto un po' la testa per nascondere il lieve rossore, che era però accompagnato da un sorriso. Non mi era dispiaciuta l esperienza. Iniziai a rigirarmi un ricciolo tra le mani mentre entrambi pensavamo a un modo per riempire quello strano silenzio impacciato che si era formato. Deglutii e decisi di prendere io la parola, in fondo sono io il ''padrone di casa '' e lui l'ospite, iniziai quindi a parlare in modo un po' timido.

Ita: b-beh...se abbiamo finito....-mi schiari la voce- possiamo uscire -mi girai sorridendogli- non vedo l'ora di mostrarti una cosina~ -risi- scommetto che ti piacerà!

 Ger: s-si! -rise un po'- se lo dici cosi sono sicuro che sarà cosi. -aveva una voce imbarazzata e simpatica mentre parlava, la trovavo dolce-

Ita: vieni allora! ti faccio strada io -gli sorrisi e senti come si tappava la bocca, avevo qualcosa tra i denti? O magari sarà caduto vittima del mio INCREDIBILE fascino da fotomodello?! Risi internamente pensandolo-

 Ger: perché ? Ce n'è molta da fare? -senti come rideva leggermente- 

Ita:-risi con lui- dipende se fino a fuori dalla porta sia tanto o poco per te!- 

Ger: mmmmmmmmmmm.....no sooooo...direi poco!-ci "fissammo" e dopo poco scoppiammo a ridere insieme-

Ita: -mi ci volle un po' ma una volta finito mi rivolsi a lui- dai, seguimi scemo!

subito dopo averlo detto cercai la sua mano e una volta presa iniziai a strattonarlo fuori tenendo in mano il tagliere con la carne sopra

P.O.V Germania

Sorrisi nel sentire la sua mano stringere la mia, un po' perché era buffo vederlo, aveva delle manine molto piccole in confronto alle mie, ma questo probabilmente è perché sono alto io, e il secondo fatto era che aveva sempre dei modi di agire così dolci e allo stesso tempo irruenti che era impossibile non amarli alla follia. Lo seguì lasciandomi tirare e facendo attenzione che il tagliere non gli cadesse dalle mani, cosa che per fortuna non accadde anche perché ovviamente io sono forte e alto, incredibile e tutto il resto ma devo ammettere che tagliare un altro pezzo di carne di quelle dimensioni, con tutto quel grasso, quei muscoli e quei tendini non è stato esattamente facile. Comunque, tempo di pensare a questo che Italia mi aveva già buttato fuori dalla porta, nel giardino davanti per intenderci, che non era collegato a quello dietro a separarli infatti c'era l'aiuola, mi guardai intorno, ancora non capivo a cosa stesse puntando Italia. 

Ger: -risi- se mi vuoi fuori dai piedi puoi dirlo è?  -lo guardai curioso-

Italia: Ma no!! -rise e mi diede una piccola spinta-

Ger: ed dai! stavo scherzando un po'~

Ita: e io stavo dicendo che sei uno sciocco! -si allontanò un poco divertito- 

Ger: che cattivo! Anzi malvagio!

Ita: malefico oserei dire!  -rise e poi mi guardò- dai, sta per arrivare

Ger: arrivare? cosa deve arrivare? -lo guardai davvero curioso mentre lui chiuse gli occhi-

Ita:-in quel momento allargò il sorriso e apri gli occhi* la sorpresa~

Lo guardai sorpreso dalla sua espressione ma non ebbi tempo di pensarci, perché in quel momento dalla foresta si iniziò a sentire un forte rumore, bestie che correvano, veloci, numerose, sapevano la loro destinazione, la dimostrazione era proprio il fatto che non si fermavano, ma continuavano imperterriti a correre facendo sentire la loro posizione, non avevano paura, si sentivano sicuri, nel sentirli mi ero girato ma nel sentire il cancello aprirsi feci rigirare la testa di scatto, quello che vedi era Italia che teneva la porticella del cancello che divideva la villetta dove ci trovavamo dal richiamo del grande bosco aperta. Dovevo muovermi? Dovevo correre a chiudere quel accesso a quel mondo molto più grande, molto più libero ma pieno di pericoli. Non ebbi il tempo di pensarlo. Italia aveva preso la sua decisione, era uscito da quel cancello e ora stava accogliendo quel pericolo, che in questo caso si presentava come una bestia, una bestia grande, forte ed elegante, più di una a dire il vero. Il correre delle zampe si fece più lento ma continuò ad essere incessante fino e quando sentì il loro rumore diventare nitido come lo stava diventando la loro forma. Lupi. Enormi lupi, in un grande branco. Dire che ero stupito era dire poco, molto poco, ma quando vidi che il grosso lupo che correva capeggiando il branco non si stava fermando ma anzi alla vista di Italia aumentava la sua corsa feci per gettarmi a pararlo, ero troppo lento però e il lupo saltò addosso a quella che io credevo essere la sua preda atterrandola ma invece di divorarla inizio a...leccarla? Fu allora che senti la bellissima risata di Italia e vedi le sue braccia stringere l animale e notai che gli altri lupi si erano fermati e ora giravano tranquilli nel piazzale li davanti ed entravano sereni nel giardino o addirittura in casa, alcuni si avvicinavano al tavolino del giardino annusando la carne, altri invece si sistemavano li nell' erba si appisolavano tranquilli o ancora badavano ai cuccioli che si mettevano a giocare vicino alle lupe che prendevano il sole nella frescura data dall' ombra degli alberi, mi girai verso Italia, stava coccolando un enorme lupo dal mando nero, lungo e lucido ed incredibilmente pulito malgrado venisse dalla profondità della foresta e probabilmente dall' alto della montagna.

AL DI LÀ DEI TUOI OCCHI (gerita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora