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POV Germania

Era passata una settimana e mezzo da quando avevo incontrato Italia e non potevo smettere di pensare a lui ma non era più tornato alle riunioni e a proposito, in questo momento sono ad un incontro con l' ONU, al mio fianco c'erano i miei migliori amici come sempre e la gente litigava mentre io speravo di poter capire il motivo del mio interesse esagerato verso quel ragazzo tricolore, nel pensare ciò spostai il mio sguardo verso Fasci che stava ridendo ad una battuta di Impero, nel vederlo di schiena mi fece venire ancora più voglia di rivedere Italia, forse avrei solo dovuto aspettare la prossima riunione o magari potevo chiedere a mio padre dove abitava Fasci.

Russ: Bene ragazzi vorrei restare con voi ma devo scappare-
Ger: Ma la riunione?- i miei amici mi guardarono straniti-
Giap: Ger la riunione è finita da un po'-
Ger:Cosa?! Come ho fatto a non accorgermene-  dissi per poi colpirmi da solo-
Russ: Ah! Vedo che il troppo lavoro inizia ad avere i suoi effetti-
Ger: Ah ah, che spiritoso- dissi con chiara ironia
???: Spero ti sia rimasta dell'energia per fare una piccola commissione- disse una voce calma che conoscevo fin troppo bene-
Ger: Oh! Certo ONU dimmi pure, si tratta di economia o di statistica?
ONU: Nessuna delle due, Italia Fascista ha dimenticato dei fogli mi chiedevo se glieli potessi consegnare tè, ma se sei stanco posso chiedere a qualc-
Ger:No!... voglio dire, non sono stanco quindi posso tranquillamente farlo io -quando si dice un colpo di fortuna

Dopo aver salutato ONU e i miei amici mi diressi fuori per prendere la macchina ed andare ma mentre accendevo il motore la figura di mio padre che entrava in macchina mi fece ricordare che, uno lo stavo lasciando appiedato e due non avevo la minima idea di dove si trovasse la casa di Fasci, ma tornando a noi quando entrò mi guardo per poi dirmi

Nazi: Aspettarmi ti pareva brutto?- mi rimprovero per poi mettersi in posa da diva oltraggiata-
Ger: Mi perdoni sua maestà- dissi ridacchiando-
Nazi: Sei fortunato ad essere mio figlio o ti avrei già messo in nel forno
Ger: Non ne avresti il coraggio, mi vuoi troppo bene - dissi tranquillo-
Nazi: Nin ni avresti coraggio gne gne gne- a volte mi chiedo chi fra i due è il padre-
Ger: Papà
Nazi: Cosa vuoi?- disse con tono scazzato-
Ger: E dai non te la prendere così tanto!
Nazi: Io non mi prendo niente a parte la Polonia ed il caz-
Ger: OK OK SCUSA NON VOGLIO SAPERE! -ho già abbastanza traumi per colpa di sti due-
Nazi: In ogni caso di cosa hai bisogno?
Ger: Ah già, quasi mi scordavo, Fasci ha dimenticato dei fogli e ONU mi a chiesto di riportarlieli 
Nazi: Ok, quella testa vuota si è dimenticato dei fogli e io che centro?-disse guardandomi-
Ger: Niente ma non so dove abita e mi sono scordato di chiederlo quindi ho pensato che magari me lo potevi dire tu-
Nazi: Va bene casa sua è in via ********** vicino a ****** una cittadina nel nord Italia, la dovresti trovare facilmente
Ger: Ok grazie- guardavo la strada con attenzione per cercare di non fare incidenti ma riuscì comunque ad ascoltare-
Nazi: Sta sera ti va se ordiniamo del sushi non ho voglia di cucinare
Ger: Va bene, basta che non fai come sempre
Nazi: Cioè? - disse confuso -
Ger: Ordini una vagonata di cibo che neanche Godzilla riuscirebbe a finire e poi dopo un piato inizi "Germania non ce la faccio lo finisci tu"-
Nazi: NON È VER- a no aspetta è vero. . . Pizza?
Ger: Pizza. -dopo un momento di silenzio iniziammo a ridere-

Finito il momento padre- figlio continuai a guidare tranquillo fino a casa per poi fare scendere mio padre e andare a ridare i fogli a Italia o almeno questo era il piano, ma mio padre ha insistito che mi dessi una sciacquata e, visto che in casa mia vige ancora un regime dittatoriale, feci ciò che mi era stato detto, finito di lavarmi mi misi una camicia bianca e dei pantaloni neri, per concludere una cravatta rosso scuro lasciata lenta  finito di vestirmi mi guardai allo specchio, non so perché ma ero in poco nervoso ma in ogni caso presi le chiavi e scesi per poi ripartire verso le aereoporto.

Arrivato in Italia nolegiai una macchina per poi andare all' indirizzo che mi aveva che mi era stato indicato, effettivamente fu facile trovare la città anche se era tra le montagne ma arrivato lì non trovavo la via così chiesi ad un passante

AL DI LÀ DEI TUOI OCCHI (gerita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora