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POV Germania

Ero ancora steso a terra e mi stavo sostenendo con i gomiti, avevo ancora troppo male per alzarmi del tutto, a quel punto potei vedere la figura che produceva il rumore dei passi che sentivo e tirai un sospiro di sollievo, mentre guardavo come stesse cercando di trovarmi voltando leggermente la testa di qua e di là

Ger: Italia! -lui sembrò stupirsi probabilmente mi aveva riconosciuto-
Ita: G-ger? Sei tu?- mi chiese guardando l aria-
Ger: Si... emmm ...sorpresa? -dissi un po' nervoso-
Ita: Ma che ci fai qui?
Ger: Ero venuto a portare dei fogli a tuo padre e quando stavo per andarmene il vento ha fatto volare via alcuni documenti e uno è finito su un ramo, ho cercato di prenderlo ma il ramo si è spezzato e... eccomi qui- dissi cercando di riassumere il tutto-
Ita: Emmm...ok? Ma qui dove esattamente?-disse mette portava le mani davanti a sé cercando di trovarmi ma dando, ovviamente, solo manate all'aria-
Ger: Qui sotto, sono seduto per terra -mi feci forza e mi alzai un po' per rimanere seduto-
Ita: Ti sei fatto male? Se vuoi ho qualche pomata in bagno per le botte -Italia si abbassò restando piegato sulle sue ginocchia davanti a me era innegabilmente carino, di fatti sentì le mie guance scaldarsi un po'-
Ger: G-grazie, ma mi sento già meglio - effettivamente al mettermi seduto il dolore era diminuito-
Ita:Sicuro? Guarda che non è un problema
Ger: Sono sicuro tranquillo -vidi come mi allungava la mano-
Ita: Aiutino? -disse sorridendomi, aveva un sorriso bellissimo anche non  mostrava i denti-
Ger: Si, grazie - ricambiai il sorriso pur sapendo che non lo avrebbe visto, mi veniva naturale farlo, presi la sua mano e lui mi aiutò ad alzarmi-
Ita:Ora... presumo che te ne andrai eh eh...-

Senti come il suo tono di voce diventava un poco più melanconico mentre abbassava la testa, notai in quel momento che le nostre mani erano ancora unite, definitivamente non me la sentivo di lasciarlo, in più ero già entrato, cosa mi cambiava restare un altro po'di tempo a chiacchierare? Mi bastava stare attento alla eventuale presenza del fascista ed ero a posto no?

Ger: Beh in realtà non ho nulla da fare...quindi se vuoi posso restare un po'- vidi come la sua testa si alzò di colpo e i suoi occhi si illuminarono-
Ita: Dici sul serio! -mi sorpresi un po' per la sua reazione ma alla fine mi risultò tenera-
Ger: Si, perché no?
Ita: oh! Grazie, grazie, grazie! -mi abbraccio e io divenni rosso come un pomodoro-
Ger: Non c'è di ché, auch -nel abbraccio Italia mi aveva stretto la schiena-
Ita: OH! S-scusami, non volevo! - lui arrossi incassando un poco la testa nelle spale- e-ecco io mi sono lasciato prendere eh eh .. n-non ho molte visite
Ger: Non è niente, tranquillo -dissi ridacchiando per la tenera reazione-
Ita: N-non ridere! -mise un piccolo muso che sul suo faccino arrossito- c'è un dondolo possiamo sedereci e parlare li
Ger: va bene, basta che sia comodo -dissi scherzando-
Ita: Non ti preoccupare lo è -si lasciò andare ad una piccola risatina-

Mi accompagnò fino al dondolo, era bianco e aveva sopra dei cuscini dello stesso colore, ci sedemmo e la mia schiena tirò un sospiro di sollievo al sentire la morbidezza dello schienale, tirai la testa indietro un attimo chiudendo gli occhi e mi lasciai scappare un respiro rilassato al quale Italia ridacchiò di nuovo lo feci anch'io inconsciamente

Ita: Certo che sei proprio stupido -disse dolcemente-
Ger: Eh? Che intendi?
Ita: Bastava bussare e chiedere a mio padre di portarti il figlio - in quel momento mi sentì idiota per non averci pensato prima-
Ger: Come ho fatto a non pensarci -Italia non poté trattenersi dal ridere, francamente lo avrei fatto anch'io-
Ita: Però sono contento che tu non ci abbia pensato, così ho qualcuno con cui parlare -era una frase ingenua ma alle mie orecchie suonò anche un briciolo triste-
Ger: Alla fine ne sono contento anche io-

Iniziammo a parlare di un po'di tutto, facevamo battute, ridevamo, il tempo mi sembrava che non passasse da quanto mi divertivo, di tanto intanto arrossivo per le cose che diceva o alcune espressioni che faceva Italia, era tenero e parlare con lui in quel bel giardino pieno di siepi, fiori e alberi era rilassante ma allo stesso tempo non capivo perché invece di appagare la mia curiosità, il parlare con lui mi attraeva ancora di più verso l italiano, di Fasci non c'era nemmeno l ombra, non che fosse un problema per me ma volli chiedere comunque, per sicurezza

AL DI LÀ DEI TUOI OCCHI (gerita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora