9. Lezioni dal passato.

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Quella sera passò tranquilla. Dopo aver finito di mangiare e aver sistemato tutto in cucina ci siamo messi nel letto.

Non vi scaldate, non è successo niente. Stranamente, nessuno dei due aveva provato a sedurre l'altro.
Una cosa diversa però c'era stata.
Justin si era messo con la testa sul mio petto fin da subito, aveva un braccio sul mio petto e la gamba più superficiale poggiata sulle mie.

Una cosa nuova per me.

Certo Justin si era già fermato a dormire da me parecchie volte, la mattina ci eravamo ritrovati appiccicati, ma per addormentarci ci eravamo sempre messi ognuno per conto proprio.

Era una sensazione strana quella che provavo.
Non era eccitazione, non era felicità, non era ansia, non era nemmeno paura.
Si avvicinava più ad una sensazione di serenità mista a relax.

Il pensiero che più volte mi era passato per la testa prima di riuscire ad addormentarmi era un semplice "grazie", anche se non riuscivo a capire bene per cosa.

La mattina seguente ci siamo svegliati esattamente come ci eravamo addormentati ed esattamente come la sera prima non era successo niente di sconvolgente a livello sessuale.

Sì, nella doccia qualche sguardo d'eccitazione c'era stato, ma l'unica cosa che ci eravamo permessi di fare era insaponarci a vicenda e darci qualche bacio sotto il getto dell'acqua.

Dopo averlo lasciato a scuola, come al solito, sono andato in ufficio per l'ultimo giorno di lavoro prima del tanto atteso weekend.

Lungo il tragitto ho ripensato a quanto successo con Justin tra la sera e la mattina.

I conti non mi tornavano.

Solitamente io avevo sempre voglia, avevo sempre una voglia matta di scoparmelo, ma quella sera no.
La mattina non ne parliamo proprio. Nudi insieme sotto la doccia, ad insaponarci a vicenda e nemmeno un pompino.

Niente.

Che non mi funzionasse più non si poteva dire, considerando la bella erezione che avevo, ma il motivo per il quale non avevo intenzione di darle sfogo proprio non riuscivo a capirlo.

Arrivato in ufficio con ancora tutti i punti di domanda che mi assillavano ho deciso di portarmi avanti con il lavoro e di terminare dei lavori con scadenza più lontana pur di smettere di pensare al mio cambiamento che oltretutto, non mi faceva stare male, anzi.

- "Oltre al danno pure la beffa" mi sono sentito dire dal piccolo bastardo sghignazzante che è in me. -

Fortunatamente la giornata lavorativa passò in fretta e senza troppi momenti di "seghe mentali".

Arrivato a casa, Justin ancora non c'era e senza pensare troppo a dove potesse essere finito mi sono cambiato e ho raggiunto gli altri da Woody.

Come al solito, bevendo una birra stavamo anche facendo una partita al biliardo.
O meglio, io facevo una partita al biliardo contro Ted che però prima di ogni tiro faceva così tanti calcoli che perdeva mezz'ora prima di tirare.

Sperando che si aggiungesse qualcuno a giocare, ho chiesto a Mike se gli andasse di fare una partita ma ormai la storia stava diventando sempre la stessa con lui: non poteva perchè doveva vedersi con David.

Stava diventando un copione che sapevo a memoria, perciò gli ho chiesto perchè non poteva venire lui con noi piuttosto che andare Mike da lui.

«Mmh, perchè non gli piacciono i miei amici?» mi ha risposto Michael facendo roteare gli occhi.

«Chissà come saranno i suoi, scommetto che non ne ha» gli ho risposto io.

Dangerous ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora