11. Menwhile.

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Pov's Justin.

Erano un po' di giorni che Cris Hobbs mi faceva un certo effetto quando lo vedevo giocare a football in quella tutina così stretta da far vede anche l'anima di un giocatore.
Per qualche ragione il mio stomaco iniziava a stringersi ed il mio cuore a battere più forte.
Per questo motivo, per questa nuiva sensazione, avevo deciso che avrei fatto un giro per Liberty Avenue o in qualche discoteca per ragazzi. Volevo capire se fosse un episodio isolato o se qualcosa in me stesse cambiando.

Mentre camminavo mi sentivo spaesato. Le strade erano popolate da ragazzi veramente strani.

Alcuni avevano delle tute color fuxia fluorescente con degli stivali dal tacco alto almeno dieci centimetri e spesso tre, altri erano truccati peggio di mia madre.

C'era un fattore comune però, erano tutti così belli da farti tremare le ginocchia.

Non sapevo bene dove andare, né volevo fare il cane segugio con uno di quei bei ragazzi.

Mentre tentavo disperatamente di cogliere l'ispirazione guardando i pub intorno a me, ho visto un uomo appoggiato ad un palo. Doveva avere circa trentacinque anni, barba incolta, occhi scuri. Masticava una gomma e sembrava stesse tentando di accalappiare qualcuno esclusivamente con il suo "fascino".

Era uno dei pochi ragazzi vestito in maniera sobria perciò come primo approccio ho pensato che potesse andare bene, quantomeno per avere delle indicazioni riguardanti tutte le migliaia di pub presenti in quel quartiere.

Deciso nel voler trovare un pub decente mi sono avvicinato a lui con una certa resistenza e gli ho chiesto se potesse dirmi il nome di qualche bel posto nel quale dirigermi e lui, prendendomi alla lettera ha cominciato a farmi un elenco:

«Dipende cosa stai cercando. Se vuoi dei bei manzi vai al "boytoy", se ti piace il fatish vai al "meathook". Se vuoi gli stronzi snob che pensano di essere migliori vai al "pistol".»

Ero più confuso di prima e come se non bastasse, a mandarmi ancora più in confusione furono le sue parole successive.

«È un po' tardi per andare in giro, domani non vai a scuola? Perché non vieni a casa mia!?»

"Che schifo" ho pensato mentre sentivo la sua richiesta e mentre mi accarezzava la guancia per convincermi ad andare con lui.

Mi sono allontanato dicendogli di no e lui di tutta risposta mi ha detto di smammare.

Non fraintendetemi, ero felice che lui non avesse insistito, ma poteva anche essere più gentile.

Comunque, con tutti quei nomi che mi aveva rifilato e con la mia ignoranza nel campo, ho continuato a camminare per la mia strada senza avere una meta reale.

Un sacco di ragazzi camminavano nella mia stessa direzione perciò ho pensato che non stessi sbagliando percorso.

La vera conferma l'ho avuta quando, per rendermi conto di dove fossi finito, appoggiandomi ad un palo in mezzo alla strada, ho visto lui.

Era un Dio. Bello, alto, moro, occhi scuri, labbra carnose ma non troppo, ed una silhouette perfetta.
Non era nemmeno molto palestrato, ma cazzo se era perfetto!

In un istante è come se lui avesse sentito la mia attrazione verso di lui. Stava per entrare in macchina ma non appena ha incrociato il mio sguardo mi si è presentato davanti.

Con i suoi occhi mi ha inchiodato al palo e mi ha chiesto se avessi "combinato qualcosa".

Per non sembrargli uno stupido ragazzino ho ripescato dalla mia testa i vari posti che mi aveva nominato il ragazzo precedente e gliene ho detto qualcuno non dando però importanza all'esito del mio giro per locali.

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