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In serata Ryan lasciò Claud nella sua nuova casa a Malibu, prese un taxi e andò a recuperare la propria auto al Topanga e, mentre rientrava in città, dirigendosi da solo verso Korean Town, tentò con ogni mezzo a propria disposizione di trattenere con forza tutta la calma che Claud gli aveva infuso, pronto a chiarirsi anche con Jade e, soprattutto, a implorargli perdono.

Se restava un po' da solo a rimuginare su quelle che erano le sue stesse reazioni durante i loro litigi, gli bastava poco per rendersi conto di come, negli ultimi tempi, si stesse facendo deviare nel proprio cammino da infinite paranoie; erano tutte frutto della rabbia che gli infiammava il petto, ma, anche in quel caso, Claud aveva ragione: nessuno delle persone con cui era cresciuto – nemmeno Max – si erano mai poste le sue stesse domande, limitandosi ad agire, a fare del male senza battere ciglia.

Ryan possedeva lo stesso sangue malato dei Dervinshi, ma aveva dimostrato a se stesso, più di una volta, di essere diverso dai membri della sua famiglia ed era del tutto intenzionato a restare fermo nei propri principi, a non lasciarsi sopraffare dall'oscurità che gli si annidiava nelle vene fin dalla nascita: lui era sempre stato diverso e, smettendo di essere Roan, aveva anche capito di essere un uomo migliore rispetto a tutti quelli che lo avevano cresciuto.

Era pronto a lottare ancora, a soffocare ed estinguere la rabbia, ma, soprattutto, a riempire la propria vita di amore.

Claud sospirò e si guardò intorno, girovagando pieno di noia per casa. Si era abituato con estrema facilità a vivere lì, ma, nel muoversi senza meta tra una stanza e l'altra, sentiva che gli mancava qualcosa.

I suoi occhi caddero sull'appendiabiti che si trovava di fianco la porta d'ingresso e si trovò a sorridere. Gli si avvicinò e prese tra le mani la camicia che Jade aveva abbandonato lì. Ne inspirò il profumo a pieni polmoni e sorrise, per poi rivolgere uno sguardo in direzione del divano, mentre i pensieri correvano a Ryan.

-Stai fottuto, favoloso Claud Blake- si disse ad alta voce, riponendo la camicia e scuotendo la testa. "Mi mancano loro e non li ho tra i piedi solo da poche ore" si disse, alzando gli occhi al soffitto, dandosi mentalmente dello stupido, "Sei in trappola, wow!"

Le sue elucubrazioni mentali vennero interrotte dal campanello di casa, che suonò, annunciandogli l'arrivo di qualcuno. Claud sollevò un sopracciglio e guardò dentro lo schermo del citofono, la cui telecamera inquadrava la zona del marciapiede davanti il cancello. Scosse la testa e si preparò ad accogliere il suo ospite, attendendolo sulla soglia di casa.

-Oh mio Dio! Cosa ho fatto stavolta per meritare una visita tanto speciale?- domandò appena il nuovo arrivato lo raggiunse nell'ingresso e Jeffrey aggrottò la fronte, abbandonando immediatamente quell'aria gioviale che aveva ostentato mentre percorreva il vialetto.
-Prima o poi ti prendo a testate- ribatté l'uomo, sfilandosi la giacca e lanciandogliela addosso, rimanendo in maniche di camicia, che arrotolò sui gomiti, per poi allentare anche il nodo della cravatta.

-Temo che rischieresti un trauma cranico- esclamò Claud con un sorrisino ironico a incurvargli le belle labbra, riponendo la giacca del suo ospite nell'appendiabiti.
-Sono disposto a tutto pur di farti rinsavire-
-Non prendiamo neanche in considerazione l'ipotesi che io sia sano di mente e che tu non abbia capito un cazzo?- gli chiese con fare ironico, accompagnando le proprie parole con il gesto affettato di una mano.

-No- rispose lapidario Jeffrey e Claud alzò gli occhi al soffitto, iniziando a giocherellare con una ciocca dei propri capelli. Lo precedette in direzione della cucina e, proprio come qualche ora prima, tornò a tirare fuori le due bottiglie di vino e prese due bicchieri puliti. Aveva già raccolto i cocci lasciati da Ryan, ma, nel ripensare a quell'episodio, si chiese se davvero avrebbe dovuto iniziare a preoccuparsi per la rabbia del compagno. Sospirò e rinchiuse quel pensiero in un angolo della mente, confidando che le sedute dallo psicologo, e la pazienza che lui stesso aveva scoperto di possedere, si rivelassero mezzi sufficienti per portare Ryan a una totale guarigione.

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