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Una volta che si furono rivestiti, Jeffrey si trovò a tirare un profondo sospiro di soddisfazione, e si passò una mano tra i capelli, scompigliandoseli un po'. Daniel scosse la testa e lo aiutò a rimettersi in ordine.

-Pensi che... ci abbiano... sentito?- gli chiese con una punta d'imbarazzo e l'altro lo fissò con uno sguardo eloquente.
-Il primo che si lascia sfuggire mezza parola lo butto fuori- ribatté Jeffrey e Daniel sbuffò.
-Non... non licenziare nessuno... per colpa... mia, intesi? Altrimenti mi... mi licenzio io-
L'uomo sgranò gli occhi e corse ad abbracciarlo in vita.
-Non oseresti mollarmi così-
-Oh... sì... che lo farei!- esclamò il suo compagno, assumendo un'espressione di sfida.

-Prima mi rabbonisci con il sesso e poi mi ricatti?-
-Preferisci che... che ti pesti... un piede?- gli domandò Daniel di rimando e Jeffrey compì un passo indietro, con fare istintivo.
-No-
-Bene. Allora... non... licenziare nessuno. Hanno... voglia di spettegolare? Facciano... pure. Tu... tu rimani il capo e... devono portarti rispetto. Io ho il tuo... amore per... per me, ti amo e non... ho bisogno di... di nient'altro-

Jeffrey tornò al suo fianco e gli baciò una guancia, abbracciandolo stretto a sé.

-Sono preoccupato per Claud- disse in un sussurro e l'altro annuì.
-Lo... immaginavo- sospirò Daniel, accarezzandogli con gentilezza il braccio con cui l'amante lo stringeva. -Pensi che... sia di... di nuovo nei guai?-
-Questioni di cuore-
-Uhm... dovresti starne... fuori-
-Lui non l'ha fatto con me-
-Ti... ti vuoi vendicare?- domandò stupito Daniel e l'altro sciolse il loro abbraccio.

-Certo che no!- disse Jeffrey con enfasi, e il suo uomo lo fissò con un certo scetticismo.
-Allora... perché... ti... ti fai problemi?-
-Perché sta male. Deve pensare a se stesso, adesso, non può lasciarsi coinvolgere dai casini altrui, per di più da quelli di ben due persone che stanno altrettanto male. La trovo una relazione tossica e distruttiva-
-Perché... sono in... tre?- ribatté Daniel e Jeffrey trasalì.
-Anche- ammise e l'altro scosse la testa.

-È meglio che... che metti al... sicuro i tuoi piedi!- lo minacciò e tornò a prendere posto dietro la sua scrivania.
-Sei arrabbiato, amore?- gli chiese Jeffrey, facendosi di colpo titubante.
-Non accetto discriminazioni... di nessun tipo, soprattutto... da... da... persone che fanno parte... della nostra comunità e... e non fa niente se... a dire certe cose... sei tu. Ti amo, ma... se dici cazzate... con te non... non... ci parlo più- disse Daniel, alternandosi così tanto che la balbuzie rese le sue parole ancora più confuse.

-Okay, forse ho esagerato- mormorò Jeffrey, distogliendo gli occhi da lui, e Daniel si alzò di colpo e corse nella sua direzione, allungando un piede verso i suoi. Il compagno lo afferrò per le spalle, cercando di tenerlo a distanza, nel vano tentativo di salvare i propri alluci. -Va bene, va bene! Sono stato pessimo! Un uomo orribile! Un amico schifoso! Non avrei dovuto parlargli in quel modo!-

Daniel si interruppe nei suoi tentativi di pestargli i piedi e sgranò gli occhi.

-Hai detto a... a... Claud che non... sei d'accordo che sta... con Jade e Ryan?- gli domandò, allibito, e l'altro comprese che il suo amante rischiava di arrabbiarsi per davvero.
-Sì, ho sbagliato, hai ragione tu- disse, abbassando gli occhi con fare colpevole.
-Io non... ho ragione! Devi... capire che certe cose sono... sono obiettive e... basta! Non ci sta torto o... o ragione. Tu vivi l'amore... in un modo, Claud in un... altro, ma tu non sei nessuno per... giudicare il suo amore come... sbagliato, solo perché lo... è per te! È il suo amore, non costringe te a... a... seguire i suoi stessi impulsi, non costringe qualcuno a... a... stare con lui. Sono tre uomini... adulti... e consenzienti e che a te piaccia o... oppure no, non ti... riguarda!- tuonò Daniel, davvero furioso.

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