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Appena i ragazzi spariscono dalla mia vista, riprendo il comando del mio corpo e torno verso la festa, per cercare Oliv, Ev e Dolly. Certo che se volevo un diversivo dalla musica e dai ragazzi che allungano le mani, lo avevo trovato!
Le mie tre amiche sono davanti alla porta d'ingresso, con le facce preoccupate e i telefoni davanti agli occhi, probabilmente si aspettano un mio messaggio.
«Ragazze sono qui» urlo, per farmi individuare tra la folla di ragazzi che stanno andando a casa.
Le ragazze corrono verso di me, e Oliv dopo avermi abbracciata inizia a urlarmi contro.
«Si può sapere dove cazzo eri finita? La mamma ammazza me se succede qualcosa!».
«Scusa, ero andata a fare una passeggiata e non mi sono accorta dell'ora».
«Potevi almeno mandarci un messaggio» interviene Ev.
«Mi dispiace» dico sperando che l'interrogatorio si fermi qui. Tengo lo sguardo basso e cerco di avere l'aria il più dispiaciuta possibile.
«D'accordo ragazze mi sembra abbastanza pentita, ora è meglio andare» suggerisce Dolly.
Mentre ci avviamo verso casa, Oliv mi dice che la mamma, non vedendoci tornare l'ha chiamata, e che lei le ho detto che ci siamo fermate a mangiare qualcosa e che abbiamo perso di vista l'ora.
«Sappi che mi devi un enorme favore».
«Lo so, grazie» le dico appoggiando la mia testa sulla sua spalla.
È così strano pensare che fino a pochi anni fa lei non perdeva occasione per far sapere a nostra madre ogni dettaglio fuori posto della mia vita, mentre ora pur di non farmi rischiare una punizione, si inventa scuse su scuse.
Sinceramente non so esattamente come siamo passate dall'odiarci allo stare bene insieme, è stato un passaggio lento e strano, fatto di piccoli gesti e mezzi sorrisi. Una delle scene che mi è rimasta più impressa è stata quando Oliv doveva andare al ballo di fine anno. Lei si stava preparando in camera sua e ad un certo punto mi aveva chiamato a gran voce, subito ero corsa da lei pensando le fosse successo qualcosa di grave, ma lei mi aveva chiesto semplicemente un consiglio su che accessori mettere, lei la maga della moda e delle tendenze che chiede a me, umile ragazzina di provincia, che accessori mettersi. Ricordo che mi sono sentita importante ed apprezzata e oltre a ciò ho anche guadagnato un «Grazie Daisy, non so come avrei fatto senza di te» da parte della mia sorellona.

Durante il viaggio Dolly ci parla del biondino che è riuscita a conquistare grazie alle sue amabili doti da atleta e da rubacuori.
«Appena ho iniziato a parlarci pensavo fosse uno di quelli che parla parla ma non dimostra niente, è invece mi sono dovuta ricredere, quel ragazzo fa magie con la lingua».
«Dolly, non vogliamo sapere i dettagli» la avverto io.
«Ma cosa vai a pensare Daisy» esclama lei divertita.
«Perché non è così?» Chiedo.
«Beh visto che non vuoi sapere i dettagli, dirò solo che è un ragazzo dalle molteplici risorse».
«Anche quello con cui sono stata io sapeva come muoversi, se capite cosa intendo» dice Ev maliziosa.
«È emozionante vedere la mia piccola Ev crescere secondo i miei insegnamenti» dice Dolly asciugandosi le lacrime immaginarie.
«Che strazio, ragazzine, ma parlate sempre in questa maniera? Si dice 'Mi ha limonato fino in gola', non 'sapeva come muoversi' e scemenze simili... oh, mio dio, quante cose dovete ancora imparare!»

Il tragitto rimasto per arrivare a casa è breve. Salutiamo le ragazze, do loro appuntamento a scuola e ci prepariamo ad affrontare la mamma.
Appena entriamo in casa, la troviamo seduta sul divano con una coperta addosso e una rivista tra le mani, sta palesemente facendo finta di leggere.
Odia quando le persone sono in ritardo, e se c'è una cosa che non tollera, è quando le sue figlie sono in ritardo.
«La prossima volta potete direttamente evitare di tornare a casa. Evidentemente pensate che io vi dia gli orari solo come indicazione» dice cercando di mascherare l'arrabbiatura dietro l'ironia.
«È stata colpa mia, prima di andare alla festa non ho mangiato e non mi sono riempita con gli stuzzichini presenti alla festa» risponde Oliv decisa.
«Potevate tornare a casa e mangiare qui, non mi sembra di avere la dispensa o il frigo vuoti».
«Lo so, ma siamo passate davanti ad un fast food e non ho resistito».
«E tu, Daisy, non hai niente da dire?» chiede lanciandomi uno sguardo minaccioso.
«Che le patatine erano molto buone?» dico senza molta convinzione, sperando che la battuta alleggerisca l'atmosfera.
«Cambiatevi ed andate a letto» sbuffa nostra madre, arrendendosi alla situazione, non prima di lanciare un «Oliv mi aspettavo di più da te»
Poi posa la rivista e si alza dal divano.
»Come sempre. Mamma, io ti voglio bene, ma devi capire che non sono perfetta, e a me va bene così, non voglio avere sempre tutto sotto controllo o non sbagliare mai niente, ma questo tu non riesci a concepirlo».
Oliv supera mia madre e sale svelta le scale, per poi chiudersi in camera sbattendo la porta.
Eppure sono convinta che mia madre ed Oliv abbiano dei caratteri molto simili, il problema è che entrambe sono testarde e impulsive, per questo spesso hanno delle divergenze, ma non durano mai più di tre giorni.
Dopo la «chiacchierata», come l'ha definita lei, vado in camera di Oliv, per vedere come sta, ma lei si limita a chiedermi cosa ho fatto mentre mi ero allontanata da loro, cerco di evadere la risposta usando frasi vaghe, lei sembra bersi tutto.

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