One.

2K 70 3
                                    

Ormai ci si mette assieme anche se si mangiano gli stessi cracker a ricreazione. Ci si mette assieme pure senza conoscerci, senza sapere nulla dell'altro, senza potersi togliere le parole di bocca. Senza rubarsi baci dai sorrisi, senza stare abbracciati i sabati sera, magari vedendo un film horror sotto ad un piumone; stringendosi per la paura, ma non solo per quella. Senza preoccuparsi di nulla. Senza pensieri.

Mi sono innamorata di lui a prima vista. Guardando e concentrandomi su quel suo sguardo ammaliatore, su quel suo sorriso seducente ma allo stesso tempo dolce. Più lo guardavo e più era bello. Ma di certo non potevo considerarmi innamorata di uno di cui non conoscevo nemmeno il nome. Ha quel che di misterioso che mi ha sempre attirata, mi incuriosiva. Volevo sapere di più su di lui. Volevo parlarci, conoscerlo, imparare cosa gli piaceva, le sue reazioni, i suoi pensieri. Lo guardavo da lontano e aveva sempre quello sguardo perso come se stesse costantemente concentrato, assorto. Avevamo incrociato i nostri sguardi un paio di volte ma ero troppo imbarazzata per riuscire a reggere il suo. Era di una bellezza assurda, guadagnava sguardi fugaci da qualsiasi ragazza, ma non sembrava importarsene. Lo sapeva. Invece io non lo sapevo e lo volevo sapere.

- - - -

Mi era sempre piaciuto passeggiare e pensare. Pensavo e basta. Respiravo aria fresca e pensavo un po' a tutta la giornata trascorsa.

I corridoi erano spogli da giorni. Non sapevo più cosa fare durante la ricreazione. Mi mancava quella traccia di riccioli e di stivali che solo lui faceva sembrare belli. Erano quasi cinque giorni che quando passeggiavo non facevo altro che pensare a lui e ai suoi orrendi stivali.
- - - -

-Coralie! Scendi.-

Sentii la voce di mia madre tramite la porta socchiusa della mia camera. Scesi dal letto e percorrendo i vari corridoi arrivai in salotto, da lei. Era sempre stata una di quelle mamme speciali, una di quelle mamme che invece di 'stai attenta' o 'fai i compiti' ti ricordava solo di sorridere. Aveva superato tanto quando era più piccola. Sua madre non si è mai presa cura di lei e non le importava di avere un'unica figlia da crescere. Si è sempre presa cura di se stessa da sola. Ha una forza che mi colpisce. Per fortuna con me ha voluto far vedere cosa vuol dire davvero fare la mamma. La amo più di me stessa.

-Mamma, dimmi.-

Aveva una fascia tra i capelli color miele e uno spolverino, che passava tra gli scaffali, in mano. Mi fece sorridere.

-Oh tesoro, eccoti.-

Scese dalla scaletta e mi venne incontro.

-Domani sera dovremmo uscire con gli amici del golf di tuo padre. Sappiamo entrambe quanto siano noiose quindi...iniziamo il nostro piano di fuga.-

Come amavo mia madre.

Stockholm Syndrome. Hs.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora