il messaggio

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"Cazzo, cazzo, cazzo" 

"Caspita qualcuno qui è incazzato" bisbiglia Michele quando entriamo nella sala di danza vuota.

"Ma ti rendi conto, Angela?! - non posso lasciare tutto per colpa tua... no, non va affatto bene..."

"Forse dovremmo lasciarlo da solo" suggerisco a Michele indicando Francesco rosso in faccia. 

"No, basta così. Me ne vado io, tieniti pure la casa" e così dicendo spegne la chiamata e si accascia per terra. 

"Vado a prendere una bottiglia d'acqua" dice Michele quando nota che il nostro insegnante sta iniziando a piangere e io rimango da solo con Francesco. 

Appoggio con delicatezza il borsone e mi avvicino a lui. Cosa posso fare in questi momenti? Cosa posso dirgli se non lo conosco poi così bene?

"Posso intuire che hai litigato con qualcuna, giusto?" chiedo a bassa voce. 

Francesco annuisce lievemente con la testa e inizia a soffiarsi il naso. 

"Mi dispiace, è qualcosa di molto grave?" chiedo usando più empatia possibile. Non vedendo nessuna reazione da parte sua decido di sedermi per terra accanto a lui. Gli accarezzo la schiena come fanno le mamme con i loro figli.

"Angela è la mia ragazza, o meglio lo era. Abbiamo litigato stamattina e di solito dopo i litigi facciamo subito pace ma questa volta... - scuote la testa - questa volta non è andata."

Cazzo, è fidanzato. 

"Da quando state insieme?" gli chiedo l'unica cosa che mi viene in mente.

"Tre anni. Merda, non può finire così"

"Infatti non finirà così - gli dico alzandomi e tendendogli la mano - ora finisci di lavorare, esci le palle e vai da lei. Chiarite, fate pace e scopate. Aiuta sempre scopare alla fine di una litigata" ironizzo. E con mia grande sorpresa riesco a farlo ridere e vederlo ridere è diventata la mia cosa preferita. Mi prende la mano e si alza. 

"Grazie Tommaso." si asciuga le lacrime, mi da un abbraccio e apre il suo borsone, pronto per iniziare la lezione. 

                                                   *****************

"Wow, pensavo fosse gay" dice sorpreso Michele dopo che gli racconto quello che è successo.

"Quello che pensavo anch'io" 

"Non ci credo che tu, Tommaso, gli hai dato dei consigli d'amore" esclama ridendo. 

"Zitto, stupido. Che dovevo fare? Osservarlo mentre piangeva?" 

"Sono fiero di te. - mi dice ad un certo punto - ti sei dimostrato maturo"

"Allora, hai incontrato Anna?" chiedo cercando di cambiare discorso. 

"Già, stamattina dopo lezione. Ho scambiato qualche parola con lei, poi sono andato nel panico più totale e lo piantata in asso, lì, inventandomi una scusa" 

"Lo sapevo!" esclamo ridendo. 

"Ma prima di scappare le ho chiesto un appuntamento: domani sera in pizzeria" mi dice soddisfatto. 

"Un piccolo passo per Michele, un grande passo per l'umanità" dico sarcastico. 

All'improvviso il display del mio iphone si accende mostrandomi un messaggio da un numero sconosciuto. 

"Tommaso, ti devo ringraziare. E' andato tutto bene e ora stiamo di nuovo insieme. Ti devo un caffè. Francesco."

Rimango a fissare quel messaggio per qualche minuto. Mi sta davvero invitando per prendere un caffè insieme?

"Ora lo posso dire io: un piccolo passo per Tommaso, un grande passo per l'umanità"

La promessa dell'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora