Capitolo 6

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*Colonna sonora del capitolo: "Euterpe" by Egoist



Il giorno dopo mi alzai di buon'ora, come mi aveva chiesto Finnick.

Quando uscii dall'appartamento, lo trovai ad aspettarmi sul pianerottolo. Mi salutò e salimmo sull'ascensore.

Rimase immobile a fissare i piani che scorrevano, senza dire una parola. Sapevo che potevano esserci ovunque delle telecamere ed orecchi indesiderati ad ascoltarci, così lo imitai. Probabilmente non voleva rischiare di dire qualcosa di compromettente.

Una volta entrati nella stanza dell'allenamento individuale, avremmo sicuramente parlato, o almeno era quello che speravo. Forse per evitare che qualcuno barasse, le stanze non sarebbero state riprese. Sapevamo che nemmeno lo stratega poteva assistere.

Quando la porta si chiuse, Finnick sospirò. ‹‹Scusami se...››

‹‹Non preoccuparti, me lo immaginavo›› alzai le spalle e andai verso la parete delle armi.

‹‹Non possiamo assolutamente permetterci che qualcuno sospetti qualcosa...qua siamo al sicuro››

‹‹Lo spero...›› sospirai prendendo la lancia.

Quando non la usavo mi sentivo debole e indifesa. Iniziavo a pensare di avere una doppia personalità, e quella seconda la temevo fortemente.

C'erano dei momenti in cui mi sentivo più forte, quasi imbattibile e spesso coincidevano con la mia rabbia.

La certezza della mia supremazia sarebbe crollata nelle ore successive perchè Finnick era decisamente più bravo di me.

‹‹Esattamente, che cosa hai fatto durante la prova individuale?›› mi domandò camminando avanti e indietro per la stanza.

Mi misi al centro della postazione guardandolo con aria di sfida, e sorrisi.

‹‹Vediamo se mi ricordo...›› feci ruotare la lancia in una mano, poi nell'altra imitando quello che avevo fatto il giorno precedente.

Finsi di colpire dei nemici, poi poggiai l'arma a terra e con le mani su di essa mi spostai con una ruota.

Mi voltai, feci un affondo e poi ripresi saldamente la lancia. La ruotai sulla testa, finsi di assestare il colpo e lo bloccai a un centimetro dal petto di Finnick.

Sorrisi maliziosamente.

‹‹Cerchi di spaventarmi?›› chiese lui spostando l'arma con un dito e io alzai le spalle.

‹‹Ha funzionato?›› ribattei forse troppo sicura di me.

‹‹Mi stai dicendo che solo con questo hai preso 12?›› sembrava sorpreso.

‹‹Ovviamente ho usato anche i coltelli e l'arco. In realtà, alla fine avevo mancato un bersaglio... poi però potrei averlo colpito con una spada...›› aggiunsi altezzosamente toccandomi la nuca. Lui rimase un attimo interdetto.

‹‹Non è che te la stai tirando un po' troppo?››

‹‹Forse›› risposi io con noncuranza.

‹‹Vedremo se dopo l'allenamento di oggi riuscirai anche solo a respirare›› aggiunse incrociando le braccia al petto. Io gli feci segno di salire e lui afferrò un tridente alle sue spalle, la sua arma preferita.

Ci mettemmo l'uno davanti all'altra, impugnammo le nostre armi e lui partì subito all'attacco.

Lo schivai, girai il corpo e lo colpii sulla destra, ma lui era più veloce e mi respinse. Attaccò, io lo bloccai sulla mia testa, poi lo respinsi.

The breath of trees (Hunger Games spin off) #Wattys2023Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora