Capitolo 12

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Il falso sole giallo era alto nel cielo. Ci scrutava coi suoi occhi roventi mentre con cautela, zoppicavamo sui sassi.

Sparkle mi teneva dolcemente per un braccio, come se potessi frantumarmi.

Notai che Tisbe si voltava spesso a guardarmi in modo strano.

‹‹Che c'è?›› domandai cercando di allontanare dalla mia mente il corpo esanime di Lily.

‹‹Niente, è solo che...volevo dirti che mi dispiace molto. Mi sento responsabile per la storia di Icaro...se avessi avuto anche solo un sentore del fatto che era un figlio di...››

‹‹Non potevi saperlo Tisbe›› stroncai subito il discorso sul nascere, non volevo parlarne.

‹‹Lo so, ma io mi sento colpevole...e adesso››

‹‹Tisbe!›› esclamai quasi gridando. Tutti si voltarono verso di me e Sparkle si fermò. Guardai a terra. ‹‹Davvero, non ce l'ho con te. Sono solo felice che non ti abbiano preso. Ti prego, possiamo cambiare argomento?›› avrei ascoltato qualunque altra cosa in quel momento.

Ci fu un attimo di silenzio, poi lei ricominciò a parlare nervosamente.

‹‹In realtà, ho una curiosità...›› non era certa di continuare, ma io annui. Mi piaceva quell'aspetto del suo carattere, era una persona molto diretta. ‹‹Il tuo nome per intero, è Skylar giusto?›› Fedra le dette un pugno sulla spalla, ma io risposi.

‹‹Come lo sai? Non credo di averlo mai detto›› domandai confusa.

‹‹L'ho letto quando sei apparsa in tv alla mietitura›› aggiunse lei.

I motivi per cui non volevo che mi chiamassero col nome completo, erano molti. Apprezzai però quella domanda, perché mi avrebbe distratto per un po' dal dolore.

‹‹Strano che nessuno lo abbia usato quando parlavano di te!›› aggiunse Fedra.

‹‹Beh, perché a Capitol si sono sempre riferiti a lei come "Sirenetta". Non me lo avevi detto...›› Sparkle sembrò ferito dal fatto che non sapesse il mio vero nome. Tisbe invece era davvero molto curiosa.

‹‹Beh, tanto vale dirlo, così lo sentiranno tutti e non dovrò spiegarlo altre volte›› decisi di rivelarlo, anche se non era facile per me. ‹‹C'è chi dice "Il nome è un regalo che i nostri genitori ci fanno alla nostra nascita, ci identifica e rimarrà con noi per sempre, custoditelo". Questa cosa mi è rimasta così tanto in testa, che mi ha quasi ossessionato. Non era che il mio nome non mi piacesse, solo non credevo che mi identificasse. I miei si arrabbiavano sempre con chi lo storpiava. Dicevano che lo avevano scelto perché era già corto e non aveva senso spezzarlo con un diminutivo. A me però piaceva, gli dava un tocco personale e mi faceva sentire vicino alla persona che lo usava con affetto. Per questo motivo, iniziai ad usarlo frequentemente e in poco tempo, tutti iniziarono a chiamarmi così. Era diventato così diffuso, che loro non potettero farci nulla. Per me quel nome era come un'etichetta che mi era stata attaccata alla nascita; un qualcosa che non avevo scelto e che non mi apparteneva›› sospirai.

‹‹So che è stupido, ma i miei genitori erano molto severi, e spesso mi tenevano a freno. Quel gesto rappresentava per me una piccola ribellione, l'inizio della mia indipendenza. Volevo essere totalmente padrona di me stessa e sentivo che quel nome sarebbe stata la mia gabbia. Nessuno avrebbe mai avuto potere su di me. Se un nome non fosse riuscito ad incatenarmi, non lo avrebbe fatto nient'altro›› spiegai tutto d'un fiato. Ci avevo pensato per anni e alla fine avevo capito che il lato oscuro e solitario del mio carattere, si era riflettuto anche su quella decisione.

‹‹Non è stupido, Sky. Se ti piaceva di più, era tuo diritto usarlo›› concluse Tisbe.

‹‹Forse era per il tono che avevano alcuni quando mi chiamavano con il mio diminutivo. Sembrava un dolce sussurro, come per fari capire che mi volevano bene››

The breath of trees (Hunger Games spin off) #Wattys2023Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora