capitolo 11

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Thomas's pov

Andai a prendere Charlotte verso le 21:00 precise, ovviamente ero a piedi dato che non potevo guidare una macchina.

Arrivai davanti casa sua, bussai alla porta e mi aprì sua madre.

"Oh ma come siamo eleganti"

Joseline andò via, e mentre lei si allontanava si sentivano i passi di Charlotte avvicinarsi, erano molto lenti rispetto al solito e producevano un ticchettio sul pavimento.

Alzai lo sguardo e la vidi, autoritaria come sempre, con il mento alto e capelli rigorosamente sciolti e ricci, due ciocche frontali erano tirate dietro e legate  da un fermacapelli, mentre le più piccole erano davanti al suo viso. 

Indossava un vestito nero, con dei cerchietti colorati sopra, accompagnato poi da delle scarpe nere con un tacco piccolo sotto.

"Stai bene con questo vestito lo sai?"

"Ma grazie signor Thomas, anche lei sta molto bene"

Mi abbracciò e poggiò il viso sul mio collo, potevo sentire l'aroma di fragola con un leggerissimo accenno di menta. Diede un bacio sulla guancia e poi mi sorrise.

"Andiamo?"

"Andiamo"

La presi sottobraccio ed iniziammo ad andare verso la casa di Peter.

Quando arrivammo si sentiva già il vociare delle persone, la folla arrivava fino a fuori la porta e in quel momento la mano di Charlotte strinse compulsivamente la mia, fino a far diventare le nocche bianche.

Era molto agitata ma non ne capivo il motivo. Insomma era solo una festa.

O forse non mi ha detto tutto? Poteva essere un'opzione plausibile, non si fidava ancora pienamente di me, ma io non l'avrei forzata, avrei aspettato che lei fosse pronta a dirmi ciò che voleva.

"Charlotte cos'hai? Sembri un fantasma"

"Chi? Io? No no sto bene, sono un po agitata di conoscere i tuoi amici"

Aveva la fronte leggermente lucida, le guance che fino a poco tempo prima erano rosee come i fiori di ciliegio, adesso erano leggermente sbiadite.

Mi stavo seriamente preoccupando, non volevo che stesse male per colpa mia.

"Thomas il fascinoso...e la sua bellissima Charlotte"

Peter ci raggiunse e fece il baciamano con Charlotte, che aggrottò le sopracciglia, poi ci avviammo verso la casa.

Charlotte si avvinghiò a me completamente, più che a me al mio povero braccio, che stava venendo stretto in modo compulsivo, quasi disperato.

La gente era tanta, forse anche troppa, andammo in cucina dove non c'era nessuno.

𝓣𝓱𝓮 𝓪𝓻𝓽 𝓸𝓯 𝓵𝓸𝓿𝓮    |𝓣𝓱𝓸𝓶𝓪𝓼 𝓑𝓻𝓸𝓭𝓲𝓮 𝓼𝓪𝓷𝓰𝓼𝓽𝓮𝓻|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora