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Il giorno dopo Winwin si accorse che affianco a lui non c'era nessuno. Per un attimo si preoccupò, pensò che tutto ciò che aveva passato la sera precedente fosse solamente un sogno. Il suo cuore si tranquillizzò nel momento in cui vide la figura di Yuta intenta a cambiarsi. Aveva i capelli legati in un codino basso, il profilo illuminato dal sole e il busto scoperto. Stava indossando una casacca bianca, sembrava essere di lino. Sicheng sorrise inconsciamente mentre si fermava a guardarlo litigare con i fili della casacca stessa. 

<Invece di ridere delle disgrazie altrui potreste alzarvi e darmi una mano.> usò il "voi" ma sembrava più una presa in giro.

<Pensavo che foste capace di indossare una casacca, a quanto pare vi ho sopravvalutato...> gli disse di rimando con un sorrisino saccente fermo in viso. 

<Allora non posso fare a meno che pregarvi di illuminarmi con la vostra sapienza, visto che sto incontrando qualche difficoltà.>

<Se me lo chiedete così gentilmente sono costretto ad aiutarvi.> Win si scostò le coperte di dosso e si mosse elegantemente (nonostante si fosse appena svegliato) verso Yuta. Si posizionò esattamente di fronte a lui e si limitò ad infilare in fili nei buchi giusti. Era una casacca piuttosto semplice ma i fili intrecciati sul petto gli davano quel tocco di particolarità da renderla speciale. Yuta lo stava osservando, sorridendo quando vide quanto fosse impegnato e concentrato ad aggiustare i lacci. 

<Carino...> sussurrò.

<Mmh?> chiese Winwin, non avendo sentito essendo troppo concentrato su ciò che stava facendo in quel momento. 

<Niente.> si affrettò a dire il ragazzo dai capelli legati. Sembrò pensarci per qualche secondo, poi riaprì bocca.

<Ti va di andare in un posto speciale?> a quella domanda Sicheng annuì fermamente. 

Intanto, molto più lontano da lì, qualcun altro era profondamente disperato e preoccupato per suo figlio. Il padre di Win non sapeva cosa fare, erano giorni che giaceva nello stesso posto guardando un punto fisso nel muro. 

<Ho perso lei, e ora ho perso anche lui.> le mani sporche di terra andarono a coprire il suo volto. Non gli interessava di sporcarsi, non gli interessava di ammalarsi e non si interessava di niente. Aveva perso la persona che lei aveva insistito di proteggere fino alla fine... Aveva fallito. Quel giorno decise di girare per la città e andare a trovare uno ad uno i luoghi che visitava suo figlio, sperando che comparisse da un momento all'altro. Eppure non c'era, né sotto l'albero, né vicino la fontana, né nella libreria del paese. Non c'era. Perché lo stava facendo? Perché si illudeva che il suo Win potesse riapparire dal nulla e fiondarsi tra le sue braccia... Aveva deciso, doveva cercare aiuto, avrebbe liberato suo figlio a costo della sua vita. Entrò in una taverna. Si conoscevano tutti in quel paesino. Si precipitò dall'oste. 

<Ho bisogno di aiuto!> disse. Sollecitò l'attenzione di tutti i presenti con quelle parole. Da essere un luogo chiassoso divenne più silenzioso di una chiesa. Una voce si fece spazio tra le tante in particolare. 

<Vecchio! Cosa è successo?> era l'uomo considerato il più bello di quella zona. Aveva da tempo anche lui una sorta di cotta per Winwin (e chi non ce l'aveva?). 

<Oh mio Dio! Sia lodato il cielo! Si tratta di mio figlio!>

<Dong Sicheng? Cosa gli è successo?>

<Una bestia! Una bestia l'ha rapito e portato lontano da me! Non l'ho visto in volto, ma sono sicuro della sua specie! Devo assolutamente salvare mio figlio ma non posso farlo da solo!>

<Ehi, ehi. Lentamente. Che significa che è stato rapito da una bestia che non hai nemmeno visto in faccia? Sicuro che la vecchiaia non ti sta facendo brutti scherzi?> una risata generale si sollevò da tutta la gente lì presente. L'uomo non seppe come fare. Non avrebbe mai ricevuto aiuto se l'avessero tutti preso come pazzo. 

<Ve lo giuro! Ve lo giuro!> ripeté più volte. Venne salvato dall'osservazione di una delle tante persone lì dentro. 

<Ma ora che ci penso non vedo quel ragazzo distratto da un bel po' di tempo. Prima ogni giorno stava sotto il ciliegio vicino la fontana.> quella affermazione fece entrare tutta la sala in un misto di voci che chiacchieravano e uscivano ipotesi per la sua scomparsa. Vennero interrotte dal pretendete di Sicheng, che realizzò di poterne ricavare qualcosa di utile. 

<Allora va bene. Ti aiuterò io, però ho una condizione, seguimi fuori.> disse mentre si dirigeva all'esterno, tutta la gente lì dentro li guardava curiosi di sapere quale sarebbe stata la condizione.

<Grazie, grazie!> continuava a ripetere l'uomo, non consapevole del ghigno sul volto dell'altro. Una volta allontanati di qualche metro dalla taverna, si affrettò a parlare.

<Io ti aiuterò, ma in cambio devi concedermi la mano di tuo figlio.> il padre di Win non sapeva cosa dire. Cosa? Sicheng lo avrebbe odiato se lo avesse mai fatto. O almeno sarebbe molto deluso e rattristato... non poteva scegliere il suo futuro compagno...

<Ma io non pos->

<Preferisci che venga torturato dalla bestia di cui mi parli o concederlo a me? Sei così egoista da arrivare a sacrificare tuo figlio? Posso assicurarti che lo tratterò come una rosa.> lo persuase. Bastarono quelle poche parole a convincerlo. 

<Va bene... Se mi aiuterete a trovarlo e a riportarlo a casa vi permetterò di prendere mio figlio come compagno...> disse quelle parole a malincuore...

Mi dispiace Win... 

The Beauty And The Beast. YUWIN [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora