Niall era sempre stato un ragazzo tranquillo, educato e gentile, e questo perché aveva sempre seguito la propria coscienza. O meglio, la parte buona della sua coscienza. Nonostante non avesse mai avuto una fervida immaginazione, Niall era convinto, anzi assolutamente certo, che la sua coscienza fosse divisa in due parti: una buona, che si era impersonificata in Harry, un ragazzo riccio e moro con gli occhi verdi, e una cattiva, che si era impersonificata in Louis, capelli lisci e castani e occhi azzurri. Non lo aveva mai confidato a nessuno, ma sua madre Maura giurava di averlo visto parlare da solo più di una volta, anche se non aveva mai avuto il coraggio di affrontare il discorso con lui.
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In quel torrido pomeriggio di agosto Niall era seduto sul letto della sua cameretta e stava decidendo se rimanere a casa come gli aveva imposto sua madre per punizione o disobbedirle e andare alla festa di Liam. A dir la verità erano Harry e Louis che stavano discutendo piuttosto animatamente sulla questione.
«Se Maura ha deciso che Niall deve restare a casa, è giusto che sia così. Dopotutto non ha neanche torto, considerando che all'ultima festa a cui è andato si è fatto coinvolgere in una rissa e per poco non si rompeva un braccio!» asserì Harry convinto.
«Ma non si è rotto niente, caro il mio angioletto. Le risse fortificano lo spirito e il corpo, non siamo tutti dei rammolliti come te. Maura sbaglia a volerlo tenere chiuso in casa, non è vero, Niall?» lo provocò Louis.
«Non lo so... insomma, è mia madre, non dovrei disobbedirle» balbettò incerto.
«E perché mai? Vuoi forse restare qui in camera tua da solo mentre i tuoi amici si divertono? Ma non farmi ridere»
«Certo che non voglio stare da solo!» si difese Niall «ma non voglio deludere mia madre»
«Niall, pensaci bene: Maura rimarrebbe delusa solo se lo venisse a sapere».
Il ragazzo rimase in silenzio, riflettendo sulle parole di Louis.
«Niall non dargli ascolto! Immagina quanto ci rimarrebbe male tua madre se lo scoprisse» intervenne Harry, pur sapendo che la battaglia fosse ormai persa.
«E se invece non lo scoprisse? Sono giovane, ho il diritto di divertirmi, e posso decidere per la mia vita!» rispose Niall con maggior sicurezza.
«A quanto pare ho vinto io, piccolo dolce Harry» constatò Louis ammiccando.
«Goditi questa vittoria, perché sarà l'ultima, te lo assicuro» disse Harry uscendo dalla stanza e scomparendo dai loro occhi.
«Bene Niall, sai già cosa indossare per la festa? Ti consiglio questa camicia celeste che si abbina al colore dei tuoi occhi». Ancora una volta Louis aveva preso il sopravvento sul ragazzo, mentre Harry pensava a come poter trasformare la propria sconfitta in una vittoria insperata. Un'idea gli balenò all'improvviso nella mente, folgorante e inaspettata come un lampo a ciel sereno.
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La coscienza di Niall
ParanormalNiall era sempre stato un ragazzo tranquillo, educato e gentile, e questo perché aveva sempre seguito la propria coscienza. O meglio, la parte buona della sua coscienza. Nonostante non avesse mai avuto una fervida immaginazione, Niall era convinto...