«Ho parcheggiato proprio qui dietro». Doniya gli sorrise, e in quel momento un brivido di freddo le fece tremare le braccia. Liam, a cui non era sfuggito quel particolare, si sfilò la giacca e la poggiò delicatamente sulle spalle della ragazza.
«Non ce n'era bisogno, sei troppo premuroso» gli disse Doniya, prima di aggiungere «Ed è per questo che mi piaci». I due si guardarono occhi negli occhi per un istante, illuminati dal chiarore di luna e dalla loro emozione. I loro volti si avvicinarono esitanti e le labbra si sfiorarono, ma il quel bacio riuscì appena a prendere forma che venne subito interrotto da una voce arrogante.
«Quindi ora non esci più con noi per stare con Payne? Pensavo che non ti servissero i suoi soldi, ricca come sei».
Doniya sobbalzò spaventata e il suo campo visivo venne invaso da tre ragazzi ubriachi che fissavano lei e Liam con aria sprezzante.
«Chi sono?» chiese Liam in un sussurro impercettibile.
«Le mie cattive amicizie.» rispose laconica, prima di rivolgersi agli altri «Josh, siete ubriachi fradici, andate a casa e lasciateci in pace».
«Neanche per sogno, bambolina» biascicò Josh mentre si avvicinava barcollando.
«Non ti avvicinare» lo avvertì Liam.
«Altrimenti che fai, bel ragazzo?»
«Andiamo via Liam» disse Doniya, temendo che la situazione potesse degenerare «Non ragionano, lasciamo stare».
«Io ragiono eccome, puttanella dei miei stiva-» Josh non fece in tempo a concludere la frase che fu scaraventato all'indietro da un gancio destro in pieno viso. Il ragazzo si portò sconvolto una mano al naso sanguinante e si allontanò velocemente verso i suoi due amici.
«Non finisce qui!» gridò prima di sparire nel buio.
Liam intanto si fissava incredulo la mano destra, guardandola come se avesse agito di propria volontà, lui che non aveva mai fatto a botte con nessuno.
«Non avresti dovuto farlo Liam.» lo rimproverò Doniya «Il suo gruppo ti causerà sicuramente dei problemi».
«Almeno la prossima volta ci penserà due volte prima di interrompere il nostro bacio». I due si guardarono e scoppiarono a ridere, scaricando la tensione provata nei minuti precedenti, prima di riprendere da dove erano stati interrotti.
Greg fissava assorto il fratello da ormai parecchi minuti, ascoltando le ultime novità, se così si potevano chiamare, sulla segretissima operazione caffelatte. Non avevano ancora avuto modo di parlarsi con calma e ci riuscirono solamente quel sabato mattina, rimasti soli a casa mentre i genitori erano al lavoro e Mary a trovare i suoi parenti. Con il racconto di Liam avevano ormai un quadro completo di ciò che era successo ed era giunto il momento di passare all'azione.
«Sai fratellino, penso proprio che ci sia chi può aiutarci in questa missione» Greg guardò Niall con aria compiaciuta e disse semplicemente «Mary».
«E lei accetterà di aiutarci?»
«Non ci ho ancora riflettuto sopra, ma sono sicuro che sapremo convincerla» asserì convinto. Poi, guardando distrattamente l'orologio al polso, scattò in piedi.
«Devo andare! Mary mi starà già aspettando!».
In pochi minuti uscì di casa e andò via facendo sgommare la macchina sul vialetto di ghiaia.
«Quindi cos'hai intenzione di fare, Niall?».
Il diretto interessato si voltò verso un adorabile angioletto riccio palesemente infuriato. Per tutta risposta si grattò la nuca imbarazzato, balbettando parole incomprensibili.
«Lo sai bene che non dovresti impicciarti degli affari altrui, per giunta tradendo la fiducia di Zayn che sta diventando tuo amico». Niall sentì si sentì sprofondare sempre di più sotto il peso della vergogna, finché non prese parola l'altro angioletto.
«Suvvia, non essere così aggressivo. Niall vuole solamente aiutare Zayn...»
«Senza il suo consenso!»
«...a mettere finalmente la parola fine al suo passato».
«E di preciso» incalzò Harry «quando avresti intenzione di dirgli della tua 'operazione caffelatte'?»
«Ecco io... ci stavo giusto pensando»
«Oh, quindi ogni tanto pensi pure! Non ci avrei sperato».
Ed, osservando quell'animato trio di fronte a sé, non poté fare a meno di sorridere: Harry e Louis erano davvero tra i migliori angeli custodi che avesse mai sorvegliato. Uscì silenziosamente dalla stanza e, mettendo la mano nella tasca della felpa, tirò fuori la lettera che gli era arrivata poco prima. Fece una profonda inspirazione e un'altrettanta profonda espirazione. "È ora di fare rapporto" mormorò tra sé e sé. Un istante dopo era sparito nel nulla.
«Assolutamente no! Ma come vi è saltato in mente?» esclamò Mary sconvolta «Il caso sarà stato archiviato dall'intelligence pakistana, probabilmente non ci sono più elementi per continuare le indagini. E oltretutto i Malik si sono anche trasferiti qui in Inghilterra».
Greg e Niall la fissavano con un'aria da cuccioli bastonati.
«Davvero non vuoi aiutarci? Senza di te non possiamo continuare» riprovò il più piccolo.
«Ne va del mio lavoro, e potrei anche finire in galera! Non posso fare una cosa del genere, se lo scoprissero...»
«Quindi stai dicendo che non sei abbastanza brava da non farti beccare?» insinuò Greg, tentando con un'altra tattica.
«Ne sono assolutamente in grado,» ribatté stizzita lei «ma va contro la mia etica professionale»
«Certo, certo.» continuò l'attacco con un tono sarcastico «Come quella volta nello studio di papà in cui hai rubato le caramelle ma la segretaria ti ha vista. Eppure dicevi che ce l'avresti fatta».
Greg osservò le resistenze di Mary cedere lentamente ma inesorabilmente all'impatto delle sue parole, e al contempo accendersi nei suoi occhi l'inconfondibile sguardo della sfida.
«Se ci riesci pagherò tutte le nostre uscite nei prossimi sei mesi. Scommettiamo?».
Niall tenne il fiato sospeso in attesa del responso, temendo di rovinare il momento. Greg invece la guardava con un sorriso sardonico sulle labbra, sicuro di avere la vittoria in pugno.
«Scommettiamo» disse infine lei.
«Finalmente delle buone notizie» gli sorrise Eleanor con un'espressione sollevata.
Il rapporto di Ed, consegnato alla commissione dei giudici per essere esaminato, descriveva il comportamento ineccepibile di Harry e Louis come angeli custodi e deponeva in favore del mantenimento del loro incarico.
«Siamo solo all'inizio, ma spero di poter essere d'aiuto»
«Senza dubbi, Ed, stai svolgendo un lavoro cruciale e te ne siamo grate» aggiunse Christine.
«Per quanto tempo ancora dovrò inviare i rapporti?»
«Questo dipende da molti fattori in realtà,» proseguì lei «come le pressioni che i giudici riceveranno ed eventuali elementi che potranno emergere in futuro. Come forse immagini ci sono molti angeli che ambiscono al ruolo di Harry e Louis». L'ultima considerazione affievolì l'atmosfera gioiosa che si era creata e lasciò una sensazione spiacevole nei pensieri dei tre presenti. La commistione tra lavoro, invidie e malevolenze era purtroppo diffusa non solo sulla Terra, ma anche nel mondo celeste, da sempre considerato dalla maggior parte degli uomini il luogo della purezza, il paradiso perduto.
Con tale consapevolezza Ed tornò ad Holmes Chapel, determinato a lottare con tutto se stesso contro quest'ingiustizia.
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La coscienza di Niall
ParanormalNiall era sempre stato un ragazzo tranquillo, educato e gentile, e questo perché aveva sempre seguito la propria coscienza. O meglio, la parte buona della sua coscienza. Nonostante non avesse mai avuto una fervida immaginazione, Niall era convinto...