XII

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Il ristorante messicano quel sabato sera era prevedibilmente pienissimo, ma Greg e Mary erano riusciti a prenotare comunque il tavolino più strategico del locale: seminascosto da una grossa pianta e sufficientemente distante dagli altri tavoli da poter parlare in tranquillità anche di argomenti "top secret".

«I tacos sono buonissimi» mugugnò Mary con la bocca ancora piena. Indossava un vestitino colorato in tema con le decorazioni del ristorante e aveva un'aria serena, spensierata. I suoi occhi sprigionavano una luce frizzante e Greg riusciva a vedere solo lei, come se tutte le altre persone fossero sparite. Si sentiva strano quella sera, felice ma allo stesso tempo malinconico, probabilmente per colpa del cibo piccante e della tequila.

«Soprattutto quando sono gratis» aggiunse soddisfatta.

«Cerca di non approfittartene troppo»

«Una scommessa è una scommessa!» si difese lei «E poi ho proprio voglia di uscire con te tutte le sere, spero non ti dispiaccia. Ci sono tantissimi posti carini e molto costosi da visitare, ho già preparato una lista».

Greg addentò il suo tacos avvertendo ancora quella strana sensazione e cercò di concentrarsi su qualcos'altro.

«Se sei così allegra deduco che hai qualche novità sul nostro caso»

«Ovviamente, sono una persona seria, cosa credi». Si pulì le mani con il tovagliolo e tirò fuori dalla borsa una cartellina gialla.

«Non potevi mandarmela per e-mail?» chiese Greg confuso.

«A te mancano proprio le basi dello spionaggio...» sospirò Mary alzando gli occhi al cielo.

Greg aprì la cartellina e cominciò a sfogliare velocemente il fascicolo, trovando conferma delle informazioni che avevano già raccolto lui e Niall.

«Impossibile» mormorò stralunato bloccandosi su una pagina.

«Ho raccolto le informazioni già presenti nel database e ho fatto qualche ricerca in più sui server.» cominciò a spiegare Mary «A quanto pare Yaser Malik sa benissimo dove si trova Kaamil Shirani, ma non ci sono abbastanza prove per riaprire il caso e Yaser ha deciso di non proseguire le indagini privatamente. Sono cose che capitano di frequente, le indagini possono durare anni e si è costantemente sotto i riflettori mediatici. Evidentemente voleva proteggere la famiglia ed evitare altro dolore ai figli»

«E non credi che i figli vorrebbero giustizia per l'assassinio della madre?»

«Credo di sì, ma è una situazione talmente delicata che non me la sento di giudicare le scelte di un uomo rimasto vedovo giovanissimo con dei figli da crescere».

Entrambi rimasero in silenzio, pensierosi, fino a che si avvicinò il cameriere a chiedere se volessero altro.

«Ci porti un'altra tequila a testa, grazie» rispose Mary per entrambi, sicura che in quel momento ci fosse bisogno di supporto. Greg annuì confermando, sorpreso della loro ritrovata complicità nei pochi giorni trascorsi insieme.

«E quindi abita a Dover?» riprese lui dopo qualche istante.

«Se non ha cambiato residenza negli ultimi sei mesi l'indirizzo è quello che ho riportato».

Greg guardò la foto di Kaamil, quasi deluso da quel viso anonimo: capelli neri, occhi scuri, naso sottile. Inconsciamente se lo immaginava come un talebano con una lunga barba e un mitra in mano. I veri mostri sono quelli invisibili, che si nascondono e ti fanno sentire erroneamente al sicuro.

«Fa il commesso in un supermercato» lesse Greg.

«Abita però in un luogo isolato dalla città, probabilmente non ha amici o persone care»

La coscienza di NiallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora