XIII

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Saettando veloce per strada sullo skate, Zayn non riusciva a pensare a niente. Sentiva solo l'impulso di allontanarsi il più possibile da lui mentre le lacrime continuavano a cadere a tradimento bagnandogli le guance e offuscandogli la vista. Era scappato senza dire una parola dopo la confessione di Niall e avrebbe tanto voluto svegliarsi da quel brutto sogno e riabbracciare la persona alla quale si era affezionato così tanto nelle ultime settimane, con la quale credeva di essere al sicuro da eventuali delusioni. Ma forse era quello il suo destino, conoscere tante persone senza mai avvicinarsi veramente, rimanere solo e incompreso. Eppure ci aveva sperato seriamente questa volta, era sicuro di aver trovato un'anima pura e ingenua in Niall. Non riusciva nemmeno a odiarlo, provava soltanto rabbia verso se stesso per esserci cascato di nuovo.

Sfrecciava tra macchine e persone senza curarsi del tragitto o del paesaggio intorno a sé. Il vento gli sferzava il volto e sembrava che lo schiaffeggiasse deridendolo, sminuendo la tempesta che si agitava nel suo cuore. Arrivò in un lato della città che conosceva poco e le ombre cominciarono ad allungarsi piano piano, annunciando la fine del giorno. Fiancheggiò diversi ristoranti pieni di persone che mangiavano e chiacchieravano spensierate. Girò lo sguardo dall'altro lato della strada, nauseato, e con la coda dell'occhio intravide tre figure incappucciate che rincorrevano qualcuno.

«Dove vai, Payne? Non ti fermi a salutare i tuoi amici?» gridava quello al centro, il più robusto. Zayn riconobbe la voce di Josh, un ragazzo del gruppo che frequentava Doniya prima di iniziare ad uscire con Liam. Si avvicinò, intuendo che le loro intenzioni fossero tutt'altro che amichevoli.

Uno dei tre riuscì ad afferrare Liam per la maglietta e frenò bruscamente la sua corsa. «Ora non fai più lo spavaldo, eh?» disse prima di sputargli addosso. Liam lo spintonò cercando di divincolarsi, ma l'altro gli assestò un bel pugno nello stomaco.

«Fermi! Tre contro uno non è leale!» intervenne Zayn senza pensarci.

Quelli si voltarono spaventati verso di lui, non si aspettavano di essere seguiti da qualcuno.

«Stiamo solo regolando dei conti in sospeso, ricambiamo un favore» si difese Josh.

Zayn guardò Liam senza capire come avesse fatto ad immischiarsi con gente del genere.

«Siete voi che stavate aggredendo Doniya senza motivo! L'ho difesa da voi tre!» disse Liam con disprezzo, piegato in due per il colpo ricevuto.

Zayn afferrò Josh per la collottola, gli occhi accesi d'ira.

«Se vi avvicinate ancora a Doniya o Liam siete morti. E non metaforicamente» gli ringhiò in faccia come un cane inferocito. «Mi conosci» aggiunse, lasciandolo andare bruscamente. Josh, deglutendo, fece un cenno agli altri due e si dileguò in pochi secondi. Liam non capiva a quale episodio alludesse Zayn con la sua minaccia, ma gli era immensamente grato per quel salvataggio miracoloso.

«Grazie, senza di te avrei qualche costola rotta in questo momento»

«Non mi sei mai piaciuto, Liam, ma ora sono contento che tu sia il fidanzato di Doniya. Devo ringraziarti io per averla allontanata da gente del genere. Io non c'ero riuscito in tutti questi anni» ammise Zayn. Liam lo guardò stupito, notando subito dopo che il pakistano avesse gli occhi gonfi dal pianto e la faccia stravolta.

«Hai parlato con Niall».

L'altro annuì, mentre una nuova ondata di autocommiserazione rischiava di farlo annegare una seconda volta.

«Lo so che la decisione è solo tua, ma posso dirti che Niall non ha mai voluto ingannarti. Voleva aiutarti ad uscire dal guscio che hai messo tra te e il mondo, voleva riuscire a capirti meglio, a guardare oltre le apparenze. Non sai quante volte ho provato a farlo ragionare, è stato tutto inutile. È forse la persona più testarda e determinata che conosca, ma è anche la più ingenua e sincera, come un bambino».

Zayn rimase in silenzio.

«Stasera ho parlato con Doniya, eravamo d'accordo di parlarvi nello stesso giorno. Era spaventata ovviamente, e mi ha detto che aveva bisogno di rifletterci sopra, ma credo che si senta sollevata dalle scoperte che abbiamo fatto. Chiudere i conti con il passato a volte è l'unico modo per poter andare avanti».

Dopo qualche istante Liam aggiunse «Non essere arrabbiato con lui per aver voluto aiutarti, seppur a modo suo. Probabilmente sta male più di te in questo momento, scommetto che si è rinchiuso nel Rifugio a incolparsi per quello che ha fatto. So che ti ci ha portato, a parte me nessuno lo ha mai visitato. Si fida molto di te, Zayn».

"E io," pensò Zayn "mi fido ancora di lui?".

Liam gli diede una pacca sulla spalla e si incamminò verso casa, lasciandolo immerso nelle sue considerazioni. Sperava solo che non spezzasse il cuore al suo migliore amico, perché sarebbe toccato a lui raccoglierne i pezzi e impedire che la sua fanciullezza venisse rovinata indelebilmente.




«Sei stato coraggioso a dirgli la verità, Niall. Ha solo bisogno di tempo per rifletterci» lo rassicurò Harry, devastato nel vedere il suo bambino così afflitto e senza energie.

«Zayn ti vuole bene, vedrai che capirà» aggiunse Louis.

Niall era rannicchiato su un enorme cuscino colorato al centro del Rifugio e non aveva pronunciato una singola parola da quando Zayn era corso via dallo skate park.

Ed, tornato da poco dall'incontro con Eleanor e Christina, suonava una melodia dolcissima con la sua chitarra classica sperando di alleviare la sofferenza del ragazzo.

Era ormai notte, ma Niall non sembrava intenzionato a tornare a casa o a spostarsi da quel cuscino. Riusciva solamente a ripercorrere all'infinito gli avvenimenti di quel pomeriggio, come un disco rotto, e ogni volta che la sua mente gli riproponeva lo sguardo deluso e ferito di Zayn si sentiva sprofondare sempre di più. Vedeva l'amico alzarsi sconvolto dalla panchina e allontanarsi in fretta con il suo skate senza dire una parola. Avrebbe preferito che gli avesse urlato in faccia, che si fosse sfogato su di lui: tutto tranne quel trattamento del silenzio, che lo uccideva. All'improvviso si alzò e si diresse verso una pila di fogli bianchi che usava per i bozzetti dei suoi quadri. Afferrò una matita e cominciò a tratteggiare l'immagine che gli si era conficcata nel cervello, con una foga che non gli si addiceva. I tre angeli lo guardavano preoccupati, ma preferirono lasciarlo fare, contenti che si fosse risvegliato da quello stato di trance in cui era caduto per ore.

Dopo pochi minuti si poteva scorgere la sagoma di un ragazzo, girato di spalle, con il viso rivolto all'indietro e gli occhi pieni di delusione e tristezza. Niall continuò ad aggiungere particolari e il ragazzo anonimo si trasformò in un ritratto fedele di Zayn, la scena che lo stava tormentando senza sosta. Il disegno, nonostante l'innegabile tristezza del protagonista, comunicava tenerezza e affetto in modo quasi doloroso. Una volta completato, Niall strinse al petto il foglio immaginando di poter fare lo stesso con la persona che rappresentava e si rannicchiò nuovamente sul cuscino.



Zayn, giunto al Rifugio in piena notte, trovò Niall addormentato in quella posizione, con il foglio tra le mani. Si avvicinò per osservarne il contenuto e la luce lunare gli mostrò il proprio ritratto, la scena della "fuga" dalla panchina dello skate park vista con gli occhi di Niall. Capì solo in quel momento di essere stato ingiusto ad essersene andato via senza dire una parola, lasciandolo in balìa dei suoi sensi di colpa. Aveva ripensato più e più volte al discorso di Liam e si era ritrovato a percorrere la strada verso quell'edificio abbandonato, come se il suo istinto conoscesse già la volontà del cuore. Si sdraiò vicino a Niall, abbracciandolo dolcemente da dietro e inspirando il suo odore rassicurante ed esotico allo stesso tempo.



Quando un timido raggio di sole sfiorò il suo viso, Niall si svegliò e non avrebbe potuto essere più sorpreso e felice. Contemplò il lineamenti delicati ed attraenti di Zayn, abbandonato a Morfeo e per una volta completamente indifeso. Il cuore gli scoppiava di gioia perché sapeva che lui lo aveva perdonato nonostante tutto: non avrebbe sopportato di essere tagliato fuori dalla sua vita, di non potergli essere vicino. Istintivamente gli accarezzò una guancia, sorridendogli con gli occhi lucidi per la commozione. Zayn aprì gli occhi e vide come prima cosa l'espressione fanciullesca di Niall che illuminava la stanza. Prese la sua mano nella propria e lo attirò a sé, baciandolo dolcemente. L'alba cominciava in quel momento a risvegliare il resto della città ancora addormentata.

La coscienza di NiallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora