A cena con Bernabei

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Can
Rimaniamo distesi aggrovigliati, ascoltando il picchiettio della pioggia rimbalzare contro i vetri delle finestre. Ha iniziato ancora a piovere e nemmeno ce ne eravamo accorti. Questo è un gennaio piuttosto piovoso rispetto agli anni precedenti, mi ha detto Silvia, ed unito alla diffusione della pandemia che ha colpito tutto il mondo, da quasi un anno, l'aria che si respira è piuttosto malinconica, le strade sono vuote, tante serrande dei negozi sono chiuse, e le uniche persone che circolano sono bardate con la ormai indimenticabile mascherina che non permette di riconoscere i volti.

Tra restrizioni e divieti, sono ben felice di essere qui rinchiuso in una suite con la ragazza più bella del mondo, la mia Sissy. Non so cosa abbia scaturito in me la consapevolezza che lei è molto di più di tutte le altre, ma mi basta guardarla, anche in questo istante, senza un velo di trucco, sorridente, ha una bocca strepitosa, la bacerei di continuo, quelle sue lunghe gambe poi le vorrei sempre aggrovigliate a me, non ho mai visto niente di più bello, di sexy, ma più di tutto adoro il suo modo di pensare, di vedere la vita. Ho avuto modo molte volte di parlare di qualsiasi cosa ed è sempre stata positiva e realista, trova il bello in tutte le cose anche quelle che sembrano non averne alcuna possibilità. L'unica cosa negativa che vede, sono il genere maschile bello ed arrogante nel quale fino a poco tempo fa, mi ci includeva. Sono riuscito a farle cambiare idea su di me, almeno lo spero, ha detto di amarmi e non penso lo dica con molta semplicità. La amo davvero e spero sia per sempre.

"Can, sto morendo di fame!"
"Pensavo ti bastassi io askim."
"Sta parlando la solita superstar presuntuosa?"

Mi metto a ridere, non me la manda mai a dire, la adoro.

"Mhm... io di te non ne ho mai abbastanza..."

Mi interrompe, si appoggia con le braccia sul mio petto e delineando piccoli cerchi con un dito si morde ancora il labbro. Mossa che mi suscita sempre una piccola scossa.

"Se è per questo... nemmeno io, ma tu amore, sei il dessert!"

Mi strofino il viso con una mano, poi le sorrido

"Ordiniamo in camera, o preferisci uscire?"
"Sei tu il mio rapitore!"
"Ok, non ci muoviamo di qui, io e te fino a domani."

Guardiamo il menu, e optiamo per
Spaghetti cacio pepe e curcuma per due, e tagliata di tonno in crosta di mandorle con contorno di patate. Sempre per due.
Mi sorprende sempre, avrei detto prendesse una banale insalata come tante donne che ho frequentato.

"Mentre prenoti, vado a fare una doccia."

Si alza dal letto, nuda come mamma l'ha fatta, i suoi lunghi capelli volteggiano sulla schiena e accompagnano il mio sguardo direttamente sul suo fondoschiena fino a quando sparisce dalla mia visuale.
Sento lo scroscio dell'acqua della doccia e già me la immagino sotto, insaponata e invitante, mi sbrigo a prenotare per poi raggiungerla in bagno ma sento bussare alla porta. Mi infilo i jeans che raccolgo dal pavimento senza preoccuparmi di non avere i boxer e scalzo guardo dallo spioncino. Cazzo, è Ilker. Cosa vuole adesso?
Apro senza infilarmi una t-shirt, entra Ilker, e mi allaccio i jeans.

"Non avete perso tempo eh?"
Mi dice guardando i vestiti sparsi per terra.
Sorrido e li raccolgo giusto perché devono portaci il pranzo, anche se sono le 15:00.

"Cosa ti serve Ilker?"
"Laca Bernabei vuole vederti stasera per cena."
"Stasera? Avevo altro in mente, però...ok. Ci sarà anche Silvia!"
"Sicuro?"
"Più che sicuro. Mettitelo in testa."

Non si sente più lo scroscio dell'acqua, ho perso una bella opportunità. Volto lo sguardo verso il bagno poi ritorno su Ilker.

"Cazzo Ilker, mi hai fatto perdere il treno..."
"Can, sembri uno che non ha mai visto una donna."
"Perché lei è "la donna"!"

IN SOLI TRE GIORNI MI INNAMORAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora